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Confronto tra Helen Levitt e Vivian Maier







avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 14:23

Mi è venuta l'idea di questo topic per una discussione iniziata in un altro e credo possa essere un confronto interessante.
Entrambe erano donne riservate, che conducevano vite lontane dai riflettori, nessuna delle due cercava attivamente la fama o il riconoscimento pubblico durante il periodo di maggiore attività fotografica.
Entrambe si dedicavano a catturare scene di vita quotidiana, con un forte interesse per la street photography e per i momenti spontanei ed entrambe lavoravano in modo autonomo, possiamo dire non vincolate dalle tendenze del momento o dalle aspettative di un mercato legato a lavori commissionati.
La differenze sono legate al fatto che la Levitt era ben integrata nella comunità artistica di New York, collaborando con figure come Walker Evans e James Agee,era riconosciuta come fotografa durante la sua vita, con mostre e pubblicazioni.
La Maier visse una vita molto più isolata, lavorando come tata per la maggior parte della sua esistenza. La sua fotografia è stata scoperta solo dopo la sua morte, quando i suoi negativi furono acquistati.
A livello di stile il tono della Levitt è spesso giocoso e ottimista, con una particolare attenzione ai momenti di gioia e creatività, soprattutto tra i bambini,spesso i suoi soggetti sono consci delle sua presenza e scatta ben integrata con le persone rappresentate.
Le fotografie di Maier tendono ad avere un tono più riflessivo o malinconico. Molti dei suoi scatti esplorano temi come l'isolamento e l'alienazione, anche in mezzo a situazioni affollate.
Maier non stampò la maggior parte delle sue fotografie e molte delle stampe esistenti sono state realizzate postume, da archivi di negativi ritrovati. Non abbiamo quindi un'idea precisa di come Maier avrebbe voluto presentare le sue opere.
Non solo, la scelta e gli accostamenti sono postumi fatti dichiaratamente per piacere oggi con un gusto contemporaneo e non quello del periodo in cui la fotografa scattava.
Anche le stampe postume interpretano il suo lavoro, spesso con un'estetica moderna che enfatizza contrasti marcati e neri profondi, creando un aspetto più "drammatico" rispetto a ciò che sarebbe stato comune negli anni '50-'60.
Credo sia interessante provare a fare un paragone tra autrici che hanno molte similitudini ma una è riconosciuta e perfettamente nel suo tempo mentre la Maier è un fenomeno che è creato postumo (sulla base comunque di un ottimo materiale)


avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 15:08

Hellen Levitt












avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2025 ore 15:09

www.vivianmaier.com/

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:10

Interessante questione Matteo, io vedo una certa differenza in favore della Helen.
Vivian forse paga al confronto il fatto che, nonostante la grande passione e talento, non abbia avuto un percorso da "vera fotografa" al di la' dei grandi risultati che possiamo ammirare.
A proposito di questi, come hai giustamente sottolineato, non sono quelli selezionati e confezionati da lei stessa, ma postumi e, probabilmente, molto influenzati dall'aspetto commerciale.
E' vero che Fontcuberta disse che la Maier sia una sorta di personaggio inventato ?
Concludo ricordando che a Monza c'e' in corso (fino a 21 Aprile) una mostra su Vivian Maier

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:20

Fontcuberta è famoso per una serie di "t.ruffe" fatte nel tempo
Il suo Herbarium lo presentò come mostra in un museo di storia naturale, le piante sono false, ma nessuno lesse e tutti diedero per scontato fossero vere.

Una delle sue finzioni più eclatanti fu Trepat nel 2010,Fontcuberta raccontò la storia di Josep Trepat, un fantomatico collezionista e mecenate catalano, che sarebbe stato un amico e collaboratore di Pablo Picasso. Secondo la narrazione inventata, Trepat avrebbe accumulato una collezione di opere rare e inedite del celebre artista. Queste opere, incredibilmente, sarebbero state custodite per decenni e riscoperte solo di recente.
Fontcuberta mise in scena una serie di dipinti, disegni e fotografie "inedite" attribuite a Picasso. Queste opere erano in realtà creazioni di Fontcuberta stesso, realizzate con uno stile ispirato a quello di Picasso.
Per rendere la finzione ancora più credibile, furono inclusi documenti, lettere e fotografie falsificate che "provavano" la connessione tra Picasso e Trepat
Come in molte delle sue opere, Fontcuberta alla fine svelò la natura fittizia del progetto, sottolineando come il pubblico e le istituzioni artistiche spesso accettino senza dubbio l'autenticità di ciò che viene loro presentato, soprattutto quando avvolto dall'aura di autorità di un museo o di un "esperto"
Se ricordo bene all'uscita era anche presente un volantino che rivelava la finzione, ma nessuno lo lesse e la cosa ebbe rilevanza anche sui quotidiani spagnoli cadendo nel suo tranello

Fece anche la sparata di essere lui il vero inventore della Maier e che in realtà lei non è mai esistita ma è una delle sue storie create ad arte

avatarjunior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:36

Per citare una opera che ha preceduto tutti.

George perec . La storia di un quadro

https://www.amazon.it/dp/8857209873?ref=cm_sw_r_ffobk_apan_dp_3HG6TYBD


Ci sono interessati spunti analoghi in letteratura.
Cioè autori o opere inventare, oppure mistificazioni su base esistente.

La cosa più illogica è che alzando il tiro e nel giusto ambiente accademico, nessuno si prende la briga di asseverare ciò che è ritenuto, per convenzione, assodato.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 13:06

@MatteoGroppi

Hai preso dal mio post in "Club dei fotografi 13"
Dove ho messo :
Margaret Bourke-White 1904 - 1971
Vivian Maier 1926 - 2009
Un quarto di secolo di differenza ma 45 anni sono il tempo storico e sociale condiviso come periodo.
Entrambi di New York una del Bronx l'altra figlia di uno statunitense di famiglia austriaca, la madre di origine francese.
Due vite diverse, sia come origini che come esperienza sociale e fotografica.
Una prestigiosa fotografa che ha iniziato la sua carriera di notorietà col Times, l'altra che da New York torna in Francia con la madre, torna a NY e poi si trasferisce a 30 anni a Chicago e la sua attività era la bambinaia.
Una ha studiato Fotografia, l'altra fotografava per passione/ossessione.
Dunque due facce della medaglia fotografica e sociale.

Nell'osservare le fotografie di entrambe, mi chiedo, basta una visione tecnica stilistica fra le due, oppure si deve partire dalla loro vita e inserimento sociale per capire le differenze sia tecniche che di stile?
Ma anche andando oltre, il loro lato IntroVerso è solo una differenza fra le due, oppure un accrescimento di diversità in un mondo che diventa sempre più complesso. Quindi trovare un equilibrio, alla fine questo equilibrio, è destinato a trasformarsi da statico a dinamico?

Sarei interessato a scoprire come ogni uno qui osserva le due fotografe e oltre alla questione tecnico stilistica si può leggere altro nelle loro foto? Quanto questo altro ci interessa e quale è il suo peso nel dare un giudizio ad una fotografia?


Quello che si continua ad analizzare è la loro immagine come personaggio/artista e non come persona/artista.
Anche qui si rischia di fare la stessa cosa.

Bisognerebbe partire dal fatto che una si sta costruendo il suo personaggio, l'altra invece è disarmante dal quanto sia spontanea e senza filtri (inteso come fotografia vista e non proposta) ovvero osservando lo scatto per quello che è non per quello che lo si vuole far credere.
Forse è nell'introverso di una e l'estroverso dell'altra che si deve andare a guardare per trovare differenze.

Ora tu hai cambiato una variabile cambiando l'artista da confrontare alla Maier, ma non è il confronto è la diversità che conta. Quindi se non si riconosce la diversità poi diventa difficile andare più nel profondo.

Ora chiudo qui perchè sono proprio due visioni diverse cha abbiamo io e te nelle varie valutazioni.
Devo anche finire alcuni progetti che ho iniziato e perdermi in una discussione su di noi porta tutti fuori tema perchè il tema poi diventa io e te e non le artiste menzionate.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 13:39

Si parla di fotografia e di foto.
Ho pubblicato un confronto molto interessante tra un personaggio mediatico le cui foto sono selezionate e sviluppate per piacere ora e una fotografa che ha lavorato, pubblicato a suo tempo nello stesso tempo, luogo e con soggetti a volte simili.
Direi che é un confronto non solo sensato ma molto interessante.
Non avendo nulla da dire in merito potevi evitare di postare inutilmente
Che poi di la hai chiesto polemico di postare foto e poi scrivi che il confronto non va fatto sulle foto.
Io sono concreto e se a qualcuno va di parlare di fotografia e del tema del topic é benvenuto, la polemica inutile é bloccata sul nascere

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 13:57

Faccio una iniziale domanda provocatoria : se la Maier fosse stata scoperta quando era in vita, in un periodo dove non imperavano i selfie, in un periodo dove non c'era il meetoo, se non fosse stata una bambinaia, avrebbe avuto lo stesso successo?

Queste sono domande da farsi.

Per quanto riguarda il confronto, trovo le foto della Levitt piu' "sporche", piu' maschili, e quelle della Maier piu' "aristocratiche" e piu' femminili : sembra quasi che ognuna abbia una curiosità su un mondo a cui non appartiene, che guarda con la macchina fotografica il diverso : le Levitt il sottobosco Newyorkese, la Maier una certa eleganza del Jet set
E questo è molto comune alla maggior parte dei fotografi: il cercare qualcosa di esotico, anche a casa propria.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 14:02

Io non ho capito nulla di quel che scrive Ivo.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 15:31

Ivo ha proposto in un altro topic il confronto Margaret Bourke-White e la Maier, siccome sono fotograficamente a mio avviso inconfrontabili e l'altro topic aveva un carattere più generico ho aperto questo confrontando due autrici che condividono tempo, luogo e soggetti simili con la differenza che una ha pubblicato nei suoi anni, con le logiche dell'epoca e con i gusti e le tecniche dell'epoca, la Maier è un caso contemporaneo con un lavoro fatto basandosi sui gusti contemporanei sia in selezione che in sviluppo delle foto.
Credo sia interessante anche per capire il caso Maier fare un confronto in questa ottica

se la Maier fosse stata scoperta quando era in vita, in un periodo dove non imperavano i selfie, in un periodo dove non c'era il meetoo, se non fosse stata una bambinaia, avrebbe avuto lo stesso successo?

Probabilmente no, di certo la storia dell'autrice ritrovata piace molto, ma il punto è:
mostre e libri sarebbero stati composti nello stesso modo?

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 15:47

Nelle due mostre che ho visto la prima immagine enorme era lei che si faceva un selfie.
E nella didascalia la prima riga parlava che era una bambinaia.

Ora è inutile girarci attorno, ma le arti espressive sono cambiate a meta' del XX secolo con l'avvento di pittori come Dali', Warhol, Picasso ecct, dove il personaggio in se' è spesso piu' importante dell'opera.
Non è un caso che in questo forum si siano letti post deliranti su Toscani ( dopo la sua morte), dove nessuno ha citato una foto, ma tutti hanno contestato il personaggio.

La Maier fa parte di questa categoria : nessuno pubblica una sua foto che non sia quella di lei che si fa un selfie, perche' il personaggio che, come da una bella favola trova la ribalta postuma, è superiore alla qualita' delle sue foto.
Tutto cio' piace alla gente, si identifica.
E non importano le foto : importa il personaggio.

Anzi, se sei ricco e famoso e sei uno straordinario fotografo verrai sempre ricordato come quello ricco e famoso.

Questo è il problema del fotoamatore medio : non riesce a distogliersi dal prima o dopo della fotografia che sta guardando.
Pensa sempre che se uno ha aspettato 3 gg al gelo, rischiando la vita, quella foto sara' per forza buona.
Mentre se una foto è stata fatta in 30 secondi con una super macchina e una super modella, la avrebbe fatta anche lui.

Ma questo è un altro discorso.




avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 15:53

Al di la di tutto io ho visto 2 mostre della Maier e mi sono anche piaciute.
Poi ho iniziato a ragionare sui soggetti che come scritto non erano scelte tipiche per quegli anni e appunto sui contrasti più marcati rispetto agli autori dell'epoca.
Nelle interviste non hanno mai nascosto i curatori di aver fatto una selezione e uno sviluppo per piacere "oggi".
Poi è ovvio che il personaggio piace e lo spingono molto facendo anche tante tante mostre, cosa che con altri autori molto bravi non avviene, ma la sua storia con il famoso documentario piace molto e infondo è vero che è bella.
Solo che a volte mi capita di vederla citata tra i più grandi fotografi di quell'epoca e non critico la qualità delle foto, ma in testa ho sempre questo MA sul fatto che quello che vediamo è filtrato per piacere ora

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 16:46

















avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2025 ore 16:47

Io penso che il confronto debba essere fatto partendo in primo luogo dalle fotografie e non due o tre ma quante più sia possibile reperirne per cercare di individuare le cifre stilistiche. Della Maier ho visto anche dei provini, (che sono molto utili) della Levitt non ho mai avuto occasione.
Si potrebbe partire dalla diversità dei mezzi e dei formati usati (principalmente) dalle due che in un confronto stilistico ritengo personalmente importanti. L'uso di un pari lato e di un PDR della biottica porta a risultati completamente diversi rispetto un 2:3 con PDR ad altezza occhio. Considero scontato che ciascuna delle due abbia scelto ciascuna il proprio per ottenere quello che voleva, come mero strumento senza rischiare di far passare un confronto Leica (che peraltro aveva anche la Maier) Vs. Rollei. MrGreen
Perchè poi non risulti un mero esercizio stilistico conoscere la storia e la biografia degli autori apre ulteriori chiavi di lettura che solitamente aiutano a trovare conferme, smentite o nuove strade.
Conoscendo meno la Levitt prima di intervenire ho cercato un po di cose a mia memoria e qualche approfondimento.
Se non ci limitiamo a singole fotografie appare evidente la diversità dei due occhi fotografici.
Leggendo poi un po di biografia appaiono abbastanza evidenti anche le diversità complessiva dei lavori.
Sicuramente più tematica e coerente la Lewitt, ma a mio avviso meno dotata della Maier.
Qualcuno ha insinuato anche che le foto non potessero essere tutte di una stessa persona perchè ha varie cifre stilistiche. Personalmente non concordo con questa tesi per vari motivi ma vado oltre.
La Levitt era concreta ed essenziale ma, personalmente credo che poche foto vadano oltre il valore documentario (che era la propria finalità). Nel rivedere alcune sue foto ho riassociato le stesse all'autrice. Questo perchè in generale non trovo singole foto che siano in grado di colpirmi come mi accade con altre.
La Maier è meno organica, ma più fotografa. Una fotografia fine a se stessa, molto estetica, varia nelle tipologie molto più dell'altra su dettagli ed astrazioni, più concentrata su luci che sulla scena.
Contrariamente alla Levitt non le interessa particolarmente rappresentare e documentare, non è quella il suo fine.
A me appare evidente.
La Maier mi piace molto, o meglio riprendendo le critiche soprastanti sul personaggio e sulla ricostruzione postuma, rettifico che mi piacciono molto le sue fotografie. La sua storia mi tocca veramente poco.
Ed al riguardo quando scrivi:

Non è un caso che in questo forum si siano letti post deliranti su Toscani ( dopo la sua morte), dove nessuno ha citato una foto, ma tutti hanno contestato il personaggio.


per quanto mi riguarda no. Non ho contestato il personaggio nè citato le foto. Nel primo caso perchè è morto e come ho già scritto dei morti non si parla male (a differenza di quanto lui stesso ha fatto) e bene non potrei parlarne.
Nel secondo caso perchè trovo che più che un fotografo era un comunicatore. La fotografia non era il suo fine, era un suo mezzo. Le sue foto mi dicono poco stilisticamente. In compenso ridicolo negarne l'efficacia comunicativa.

Per lo stesso motivo non mi interessa tanto il personaggio Maier ma mi interessano molto le sue foto.
Per me chiunque le abbia scattate (della Maier) aveva un gran talento e le apprezzo molto. Ridurle ad un selfie lo trovo semplicistico.

Ad ogni modo sicuramente due "padri" MrGreen della fotografia di strada da conoscere e da osservare per imparare.
Aggiungo infine che giusto ieri sera ho visto un documentario su Dorotea Lange, una via di mezzo tra le due.. MrGreen così aggiungiamo un'altro "padre" della fotografia di strada ;-)


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