Pallapugno.. uno strano sport
Pallapugno.. uno strano sport, testo e foto by
LoriCava. Pubblicato il 29 Settembre 2024; 2 risposte, 7566 visite.
Qualche tempo fa avevo pubblicato una foto che mostrava il gioco della Pallapugno ed inseguito, mi ero ripromesso di creare magari un articolo dove ne avrei parlato più approfonditamente con lo scopo di esporre l'argomento in maniera consona visto la complessità di tale disciplina a chi giustamente non la conosce ma allo stesso tempo ne è incuriosito.
Dunque se vi va, prendetevi qualche minuto di tempo e mettetevi comodi !
Premesse Prima di parlare di Pallapugno bisogna però fare un doveroso salto nel passato, soffermandosi su quelle che sono state le origini, partendo dall'antichità ed analizzando gli sport sferistici per poi arrivare a parlare della storia del gioco del bracciale, da dove tutto ebbe inizio.
La storia
Sport sferistici ... ma di preciso cosa sono ?
Se prendiamo il termine '' sferistico '' e lo analizziamo più attentamente penso che sicuramente alla maggior parte di voi sia venuta in mente la parola sfera !
Già perché tale termine deriva proprio da questa parola che ha origini latine ( '' sphaera '' ) dove tale termine indica proprio una palla da gioco oppure un oggetto di forma sferica.
Da qui, possiamo sicuramente intuire che tali discipline venivano praticate con una palla di sforma sferica.
Sapendo ora che il termine '' sferistico '' deriva dal latino, si potrebbe supporre che siano stati forse i Romani ad averli inventati ?
Di tali giochi, si hanno testimonianze ( anche se ben poche ) risalenti proprio all' epoca degli antichi Romani e sembrerebbe che le origini si debbano attribuire proprio all'antico popolo.
Svetonio, storico e biografo romano, nei suoi scritti raccontava che addirittura l'imperatore Augusto vi giocava.
Tali persone che praticavano questi giochi venivano chiamati '' pelicrepi '' ossia i giocatori di palla che erano soliti riunirsi, nello '' sphaeristerium '' ( da cui è derivata la parola sferisterio ), termine che ancora oggi viene attribuito ai campi di gioco dove vengono praticati gli sport sferistici.
Qui nella foto lo Sferisterio Comunale Monastero Bormida, esempio di sferisterio moderno costruito nel 2011.
Di questi sport non conosciamo le regole e dunque non sappiamo quale fosse lo scopo reale del gioco, ma conosciamo i nomi ( anch' essi tramandati negli scritti ) tra questi vi è il follis ( praticato con un pallone di pelle conciata, pieno d'aria che probabilmente ha dato le origini al gioco del bracciale e succesivamente alla pallapugno ) il folliculus, la pila paganica ( "palla campestre"dove la palla veniva riempita di piume ) e l'harpastum ( dove probabilmente i giocatori si "strappavano" a vicenda una piccola palla di cuoio ).
Nei secoli a venire il gioco fu ripreso anche dagli Arabi, che lo praticavano con uno strumento anziché con le mani, da qui probabilmente derivò la racchetta.
Così dal gioco della palla, praticato con uno strumento, a loro volta derivano l'odierno polo, il baseball e la palla basca moderna.
In Francia, alcune illustrazioni del XIV secolo, mostrano un campo diviso da una corda o riga tracciata sul suolo e una palla cucita fatta di quattro spicchi in cuoio.
Questo gioco si chiamava '' jeu de paume '' , ovvero "gioco di palmo" della mano.
Era praticato da ecclesiastici di ogni grado, dai nobili e dalle donne.
Si giocava in un campo rettangolare, con una corda tesa alla sua metà, dove si colpiva una palla di cuoio riempita di pelo animale, sia con il palmo che con il dorso della mano.
Arriviamo dunque in Italia, dove fonti scritte ufficiali risalgono intorno alla metà del XVI secolo, qui lo scrittore Antonio Scaino descrisse il gioco nel suo libro "Trattato del gioco della palla", e proprio qui, si menziona il fatto che il gioco a mani nude faceva gonfiare eccessivamente la mano poiché all'epoca il pallone era di cuoio e veniva considerato poco adatto al ceto nobile, che perciò si proteggeva la mano attraverso l'utilizzo di un bracciale di legno, donde la definizione di pallone col bracciale.
Così il gioco del bracciale veniva praticato regolarmente anche qua in Piemonte come nel resto d' Italia ( eh già perchè tale sport nell' ottocento era ancora molto diffuso ed anche se ora non se ne sente piu' parlare, restano a testimonianza nuovamente gli sferisteri come ad esempio quello di Macerata, oggi adibito ad altri scopi, esso è solo uno dei tanti, basta effettuare una veloce ricerca su Google e molti altri compariranno ).
Come abbiamo detto prima, tale sport in tempi più moderni veniva praticato con una protezione di legno ed una palla in cuoio del peso di 400 gr circa.
E' solo verso la fine del 1800, grazie alla scoperta della gomma ed in seguito alle sue tecniche di lavorazione ( vulcanizzazione compresa ), che la palla in cuoio venne progressivamente sostituita.
Iniziò dunque la fabbricazione dei primi palloni ( inizialmente in caucciù ed inseguito in materiali interamente sintetici ) che permisero così, di sostituire definitivamente la vecchia palla in cuoio con una più leggera del peso di 180 gr circa.
Successivamente alla scoperta del nuovo materiale, il bracciale si divise in due specialità ben distinte: quella del pallone piccolo in gomma o anche chiamato piemontese ( che verrà chiamato pallone elastico e poi pallapugno ), e quella del pallone grosso o toscano che come abbiamo detto poco sopra, fu per moltissimi anni il gioco più praticato in tutta la penisola italica.
Dimenticavo... il gioco del bracciale come quello della pallapugno venne narrato anche da grandi poeti e scrittori nella storia come Edmondo De Amicis nel suo libro Gli azzurri e i Rossi, da Giacomo Leopardi (A un vincitore nel pallone, dedicata al celebre campione Carlo Didimi) ed in tempi più recenti da Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giovanni Arpino e Franco Piccinelli, il quale è stato a lungo anche Presidente della Federazione della pallapugno.
Il libro '' Gli azzurri e i Rossi di Edmondo De Amicis
Dopo una lunga introduzione possiamo dire di essere finalmente giunti a quella che è l'origine del pallone elastico o pallapugno.
L' adozione di una palla più leggera rispetto a quella del bracciale, permise anche la sostituzione della stessa impugnatura in legno con delle fasce di stoffa che i giocatori applicavano direttamente avvolte sulla mano come una fasciatura ( questo è un aspetto molto importante e ne riparleremo più avanti ).
Negli anni a venire, il gioco col bracciale man mano scomparve anche qua nelle mie zone tant'è che i giocatori che una volta lo praticavano iniziarono man mano a dilettarsi nel nuovo sport ( che però non si diffuse mai all'infuori del basso Piemonte e della Liguria di ponente divenendone però emblema della cultura contadina e del folclore delle due regioni).
Inoltre, non era solo più facile reperire le bende per fasciarsi rispetto al bracciale in legno ( che veniva costruito talvolta su misura secondo un minuzioso procedimento da artigiani esperti ) anche perché storie tramandate dagli anziani, narravano che si potesse giocare con un fazzoletto come fasciatura ed all' epoca chi non aveva un fazzoletto di stoffa in tasca?!
Al di là delle leggende, era veramente più facile praticarlo perché si rischiava di farsi meno male, in quanto la palla era molto più leggera e non necessitava di un vero e proprio campo regolamentare per poter svolgere una partita.
Sempre qui nelle mie zone, era anche visto come un momento di sfogo e di aggregazione dove si organizzavano veri e propri tornei nelle piazze dei paesi e lì, ci si poteva sfidare dopo le giornate lavorative in campagna.
Tutte queste caratteristiche, favorirono anche una velocità del gioco maggiore sia nei gesti tecnici degli atleti ( che man mano dovettero iniziare ad effettuare preparazioni sportive ed allenamenti specifici ) che nelle traiettorie che la palla poteva assumere quando veniva colpita dagli stessi atleti, dove alcuni giocatori attraverso '' colpi e movimenti particolari'' riuscivano ad imprimere al pallone anche un ''effetto'' che lo rendeva difficoltoso da intercettare.
Così qua in Piemonte come in Liguria era più consueto vederlo praticare nelle piazze dei paesi ( magari sottoforma della Pantalera che è una variante della pallapugno come il calcio a 7 per quello a 11 per capirci, dove il pallone viene messo in gioco attraverso un lancio dello stesso su di una pedana di legno inclinata e ricoperta di listelli ( sempre in legno ) al fine di rendere difficoltoso l'impatto della palla con il pugno dei giocatori avversari ) o lungo le cinta delle mura dei castelli ( quello che vi è a Vignale Monferrato in provincia di Alessandria ne è un esempio ) a differenza del gioco regolamentare ( che come già detto in precedenza, facendo parte della famiglia degli sport sferistici, ha ereditato anch'esso il campo di gioco del bracciale ovvero lo sferisterio ).
Negli anni recenti, la pallapugno è cresciuta al punto di entrare all' interno del Coni dove tutt'ora i suoi campionati vengono riconosciuti a livello Italiano ( anche per ricordare quello che è stato il suo passato ) dove quello della massima serie ( Serie A )
si svolge regolarmente dal 1912 mentre dal 1983 si svolge la Coppa Italia ( che un anno si disputò addirittura ai Fori Imperiali di Roma sotto gli occhi increduli e perplessi di svariati giocatori di tennis !! ).
Oggi a livello giovanile viene praticata la disciplina propedeutica della pallapugno leggera, che si svolge in tutta Italia all'interno di ambienti indoor ( come le palestre ) e nelle scuole con una pallone alleggerito del peso di circa 90 gr.
Dalla stagione 2003-2004 la Federazione Italiana Pallone Elastico ( FIPE ) ha cambiato la propria ragione sociale in Federazione Italiana Pallapugno ( cioè FIPAP, su proposta dell'allora Presidente Franco Piccinelli ), arrivando a contare circa 60 società tesserate e affiliate aventi un totale di circa 6000 giocatori.
Purtroppo negli ultimi quindici anni, questo sport sta vivendo una fase di crisi che ha visto il suo momento peggiore nella pandemia del 2020.
Molte società negli anni a venire hanno visto cessare la loro attività, anche per un motivo prettamente legato ai costi di gestione.
Il Regolamento
Concluso il salto nel passato, passiamo alla domanda che ora voi tutti vi starete ponendo ...... ma come si gioca a questo sport ?!
Il gioco si svolge tra due squadre composte sostanzialmente da quattro giocatori contrapposti specularmente all'interno delle due metà del campo e che talvolta possiamo anche rinominare per comodità quadrette: un battitore, una spalla, due terzini ( già perché questi sono i ruoli presenti nella pallapugno che tra poco analizzeremo merglio ).
Il campo ( cioè lo sferisterio ) ha un fondo in terra battuta dove un pietrisco di dimensioni poco superiori a quelle della sabbia la fa da padrone.
l'impianto possiede una lunghezza di 90 metri ed una larghezza che va dai 16 ai 18 metri dove su uno dei due lati lunghi è presente un muro, anche denominato d'appoggio dove al di sopra di esso vi è una rete metallica rigida o molle ( l'altezza del muro più la rete può variare dai 14 metri fino ad arrivare in alcuni casi anche a 20 ).
Lo Sferisterio Comunale di Bistagno ad oggi in stato di apparente abbandono
I punti si contano come nel tennis: 15, 30, 40, gioco dove qua a differenza dei due set composti da 6 giochi, ve nè presente uno solo da 9 per la serie A, B, C1 e C2 ( ad esclusione delle fasi conclusive del campionato cioè semifinali e finali che è di 11 ) ed a scalare per le serie giovanili.
Curiosità ... vi ricordate Edmondo De Amicis ed il suo libro Gli azzurri e i Rossi ? Se fate caso nella maggior parte degli sferisteri liguri e piemontesi i tabelloni atti a tener conto dei punteggi sono proprio verniciati di colore azzurro e rosso ... sarà un caso ?!
Il tabellone segna punti
Il battitore, che è in genere il giocatore atleticamente più forte, può prendere una rincorsa ( tipo quella che viene effettuata nella palla a volo ) che generalmente è di circa 10 metri,( anche in base allo spazio che necessita l'atleta ) dietro la linea dello 0 per effettuare la battuta ( cioè la fese di ''messa'' in gioco della palla ) che consiste nel colpire la palla al volo durante la fase di corsa.
Per essere considerata valida, la palla deve superare la metà del campo ( 45 metri ) e rimbalzare all'interno del rettangolo di gioco tra il muro e la linea laterale opposta ad esso.
La squadra in ricezione ( detta anche al ''ricaccio'' ) può colpire la palla al volo o dopo il primo rimbalzo ( in questo caso la palla si chiama '' al salto '' ), con il pugno ( sempre protetto da bende, cuoio e liste di gomma utilizzate in tempi moderni per ammortizzare l' impatto con il pallone e renderlo meglio controllabile ) o, nei colpi ravvicinati, con la mano aperta, talvolta protetta da un guanto ( negli ultimi anni molti terzini e spalle tendono ad impiegare guanti da portiere per il loro elevato grip ).
In ogni caso, il pallone lo si può colpire soltanto con una sola mano per volta e mai da più giocatori della stessa squadra ( come accade nella pallavolo ).
Tutti i contatti della palla con parti del corpo diverse dall'avambraccio ( o con due mani contemporaneamente o ben appunto da più giocatori della stessa squadra ) sono considerati falli al volo o dopo il primo rimbalzo e pertanto se tale evento accadrà, verrà assegnato un 15 alla squadra avversaria.
Invece viceversa, se il pallone ha già colpito due volte consecutivamente il terreno senza mai essere intercettato da nessun giocatore lo si può fermare o toccare con qualsiasi parte del corpo ed anche da più giocatori appartenenti alla medesima quadretta senza incappare in un fallo.
Nella foto una sequenza di scatti ritraente una fase di battuta da parte del battitore
Lo scopo del gioco è quello di colpire la palla facendola avvicinare il più possibile alla linea di fondo campo avversario o, ancora meglio, oltre la stessa.
In quest'ultimo caso si realizza un "fuori campo", detto in piemontese, intra e, in ligure, céllu ( cielo ), che è il colpo più spettacolare e attribuisce direttamente un 15.
Se il giocatore, invece, manda la palla direttamente oltre il muro d'appoggio o al di là della linea laterale contrapposta al muro, commette un fallo e la squadra avversaria guadagna un 15.
Se non si incappa in falli o fuoricampo, il gioco continua finché una delle due squadre, non riuscendo più a colpire il pallone al volo o al primo salto ( cioè quando è valido ), lo ferma colpendolo con il pugno/mano o con qualsiasi altra parte del corpo: in questi casi la palla non è più giocabile e nel punto di arresto l'arbitro segna una ''caccia'' che viene identificata grazie ad un'apposita bandierina numerata fino ad un massimo di 4.
La caccia può anche essere segnata quando la palla, dopo aver rimbalzato almeno una volta in campo, esce lateralmente ( solo dalla parte opposta al muro pena un fallo e 15 alla squadra avversaria): in questo caso viene posizionata nel punto di uscita dal bordo del campo.
Ma perché un massimo di quattro cacce ???
Abbiamo detto che la caccia è un ''15'' da conquistare per potersi aggiudicare il gioco, quindi il numero massimo di cacce è quattro sullo 0-0, tre quando si è a 15-0 o 15-15 , due se si è a 30-30, 30-15 o 30-0, ed una sul 40-30, 40-15 o 40-0.
Questione diversa se si arriva nella situazione del 40 pari.
In questo caso ( come nel tennis ) bisognerà avvalersi dei cosiddetti '' vantaggi '' ( fino ad un massimo di due che sono indicati attraverso un disco di colore grigio ) per poter concludere ed aggiudicare il gioco ad una delle due quadrette.
Il primo vantaggio come detto lo si ha nella prima situazione di 40-40 del gioco in corso dove per poterlo chiudere bisognerà ottenere consecutivamente due quindici ( esattamente come nel tennis ) e di conseguenza posizionare due cacce.
Nel caso in cui entrambe le cacce vengano conquistate dalla medesima quadretta, il gioco si conclude al primo vantaggio.
In caso contrario se entrambe le quadrette conquistino una caccia per una, si tornerà nuovamente nella situazione di 40-40 e quindi nella situazione del secondo vantaggio.
Qui, a differenza del primo, si prevede il posizionamento di una caccia singola cosiddetta '' secca '' in quanto la quadretta in grado di aggiudicarsela, si aggiudicherà di conseguenza anche il gioco.
Anche in queste situazioni di vantaggi i falli contano come un 15 e dunque seguono sempre il punteggio descritto prima.
La caccia ( in questo caso la numero 1 )
Dopo aver segnato un massimo di quattro cacce, le squadre si scambiano il campo.
Gli avversari dalla fase del ricaccio passano a quella di battuta ed inizia la seconda fase del gioco dove le due squadre si disputano la conquista delle cacce che sono appena state segnate dall'arbitro, e dovranno essere contese nell'ordine in cui il direttore di gioco le ha assegnate.
Per conquistare una caccia, la quadretta deve fermare la palla in modo valido avendo alle proprie spalle la bandierina in cui è stata segnata la caccia, che viene ben appunto definita dalla bandierina corrispondente.
Si gioca, cioè, considerando la caccia come vera e propria metà campo.
Infatti in questa fase per ottenere il ''15'' è necessario che, quando la palla non è più giocabile, ( dopo il secondo rimbalzo ), il pallone resti nel campo avversario.
Assegnato il punto si passa a considerare la seconda caccia, e così di seguito.
Nel momento in cui l'avversario commette fallo, ognuna di queste situazioni vale un quindici.
A differenza della maggior parte degli sport, dove le righe che delimitano il campo di gioco vengono considerate valide e dunque parte '' giocabile '' del campo ( come ad esempio tennis e calcio ), nella pallapugno se il pallone la colpisce, esso non è più giocabile e di conseguenza tale linea viene considerata fallo assegnando un 15 agli avversari.
Altra foto ritraente una fase di battuta
Fase di '' ricaccio''
La palla
Per quanto riguarda la palla di gioco, essa deve essere di forma sferica e liscia, con impasto di gomma, senza giunte sporgenti e falle ( come tagli e abrasioni ), tali da falsarne la traiettoria durante il gioco.
Mentre un tempo la sfera era all' incirca di 180 gr, oggi quella regolamentare per le serie A,B,C1,C2, Under 21 e Pantalera ha una circonferenza di 305mm per un peso di 190 gr con colore della gomma bianco che deve essere gonfiata ad una pressione di 0,65 bar.
Ovviamente per le serie giovanili ( ad esclusione della categoria Under 21 come detto ) la palla rimane sempre di 305 mm di diametro ma diventa di 165 gr e di colore giallo per gli Alievi, di 140 gr e di colore arancione per Esordienti e Pulcini e 120 gr con colore rosa per i Promozionali.
Per quanto riguarda la pressione di gonfiaggio, nelle serie giovanili scende a 0,60 bar.
Per la serie Femminile invece, la palla regolamentare è la medesima utilizzata per Pulcini ed Esordienti ( 140 gr ) con pressione di gonfiaggio sempre a 0,60 bar.
Qui nella foto un pallone da gioco regolamentare del peso di 190 gr, riconoscibile per la tinta della gomma di colore bianco
I Ruoli
Se prima abbiamo parlato solo in parte dei ruoli penso che questo sia il momento oppurtno per analizzarli in maniera più approfondita!
Del battitore abbiamo già parlato perché alla fine è il componente più importante della squadra ... diciamo che è il suo motore !
Questa figura è quella atleticamente più dotata in quanto deve sopportare uno sforzo fisico notevole e comunque maggiore rispetto ai restanti componenti della squadra.
Per farlo generalmente svolge una preparazione sia atletica che di pesistica specifica sia sugli arti inferiori che quelli superiori ( che viene personalizzata da giocatore a giocatore in maniera minuziosa secondo le sue caratteristiche fisiche ).
Oltre ad una particolare resistenza fisica occorre avere anche una robusta resistenza mentale che non tutti hanno e che in momenti chiave della partita risulta essere fondamentale per giungere al successo !
Questa figura conosce molto bene il campo sul quale gioca e cerca di sfruttarne tutte le caratteristiche che possono creargli un vantaggio di gioco specialmente durante la fase di battuta.
In poche parole c'è chi allena il fisico, chi la mente, ed in questo caso è fondamentale fare entrambe le cose !
La spalla ( o centrale ) è il ruolo più complicato di questo sport.
I giocatori che ricoprono questa figura, devono riuscire ad interpretare al meglio sia la fase di battuta che quella del ricaccio.
Essi devono essere in grado di colpire il pallone nel miglior modo possibile ''alleggerendo'' il ruolo del battitore ( principalmente nella fase di ricaccio ) sapendolo '' posizionare '' ed indirizzare nel miglior modo possibile mettendo in difficoltà gli avversari.
Stessa cosa vale per la fase di battuta dove chi svolge questo ruolo deve cercare chiudere il campo visivo degli avversari attraverso il posizionamento della loro persona tra i due terzini al fine di fermare o colpire il pallone svolgendo di fatto il ruolo di un terzino aggiunto.
Il ruolo del terzino ( ne sono presenti due per quadretta uno '' al muro '' ed uno '' al largo '' ) è quello generalmente più sottovalutato ma allo stesso tempo è importante per limitare e contenere il gioco avversario con il fine di intercettare i palloni.
E' un ruolo che si basa principalmente sulla rapidità e dunque sulla corsa.
Allo stesso tempo il senso di posizione è fondamentale ed è la caratteristica che contraddistingue i migliori interpreti di questo ruolo sempre pronti a giocare la palla sugli sbagli avversari.
La fasciatura
La fase della fasciatura o bendaggio antecedente alla fase di gioco, permette ai giocatori di colpire il pallone attraverso l'utilizzo delle mani ( ovviamente protette ) senza incappare in alcuna conseguenza di tipo permanente alle mani.
I materiali con i quali ci si '' fascia '' la mano sono rimasti pressoché invariati nell'arco degli anni in quanto si continua ad utilizzare fettucce di stoffa di vario spessore che generalmente sono lunghe dai 4 ai 5 metri ( in rari casi più corte ), cordini di materiale naturale o sintetico ( i primi sono preferibili dai giocatori rispetto ai secondi perché garantiscono una maggiore presa e fermezza delle fasce sulla mano ) e polsini vari singoli o doppi del tipo utilizzato dai tennisti.
Viene poi inserito tra le fasce un pezzo di cuoio sagomato e plasmato sulla mano del giocatore ( ogni cuoio è una storia a sé, è unico, ed ogni giocatore ha il proprio, così come per la restante parte del corredo atto alla fasciatura della mano ).
Per quanto riguarda quest'ultimo oggetto, esso viene ricavato da una sagoma in cartone che viene tracciata sul profilo della mano del giocatore. Esso viene poi tracciato su una lastra di cuoio utilizzato comunemente dai calzolai per fabbricare la suola delle scarpe.
Lo spessore può variare ma generalmente si aggira dai 6 agli 8 millimetri.
Una volta tracciato viene ritagliato attraverso forbici robuste e messo in ammollo in una soluzione di acqua calda, aceto ( per ammorbidirlo ) e sale ( per renderlo duro e rigido durante la fase di asciugatura ), viene avvolto all'interno di uno strato di domopack o cellofan ( in pratica la comunissima pellicola che usa in ambito culinario per avvolgere gli alimenti ) e poi ancora morbido introdotto all' interno delle fasce direttamente sul pugno dell'atleta al fine di prendere la fora corretta.
Dopo alcuni minuti fasciato all' interno delle bende viene nuovamente rimosso ed appoggiato su di un giornale e fatto asciugare al sole.
Negli ultimi anni, quasi tutti i giocatori hanno adottato una striscia di gomma nera ( del tipo impiegato nella coibentazione dei serramenti per capirci ) che serve ad attutire l' impatto del pallone sul pugno del giocatore oltre allo scopo di poter meglio indirizzare lo stesso attraverso un controllo maggiore.
Stessa analoga questione per chi utlizza il sotto-cuoio che viene anche lui sagomato sulla forma del cuoio ed è composto generalmente anch'esso da uno strato di gomma simile a quella utilizzata per ricavare le guarnizioni.
Spalla e terzini adottano inoltre un guanto ( quelli che i portieri utilizzano nel calcio sono molto popolari ) che viene indossato sulla mano opposta a quella che viene fasciata ( quasi sempre quella dominante ) sempre come protezione dalla palla.
Questi due ruoli utilizzano molto spesso la mano '' debole '' per smorzare o intercettare il pallone o anche in casi limite per colpirlo.
Inoltre, la fasciatura durate le fasi di gioco non deve mai essere bagnata per alcuna ragione pena la squalifica del giocatore in quanto l'umidità e l'acqua se vengono trasferite durante l'impatto della mano con la palla, rendono essa particolarmente difficoltosa da colpire per via delle traiettorie che durante il volo può assumere.
Esempio di una mano fasciata
I Campioni di ieri e di oggi
Se nel calcio spesso e volentieri ricordiamo o raccontiamo la rivalità tra alcuni grandi campioni come ad esempio Messi e Ronaldo, anche questa disciplina ne vanta di altrettanti e memorabili.
I primi che possiamo sicuramente ricordare sono Augusto Manzo e Franco Balestra.
Ambedue furono tra gli ultimi giocatori ad aver partecipato ad alcune sfide al gioco del bracciale oltre ad essere stati poi tra i primi giocatori di pallapugno ad aver vinto un importante numero di campionati rispetto ad altri atleti della loro epoca ( 8 per Manzo e 6 per Balestra ).
In tempi più recenti, la fecero da padroni Felice Bertola ( con 12 titoli italiani vinti come battitore e 2 come spalla ) e Massimo Berruti ( 6 titoli italiani ).
Nonostante Bertola abbia vinto il suo ultimo campionato nel 1986 è tutt'ora l'atleta più vincente della storia della pallapugno e qui diversi esperti lo considerano anche il più forte pallonista di tutti i tempi.
Ci furono anche altri importanti campioni liguri che fecero la storia di questo sport come il mancino Riccardo Aicardi e Alberto Sciorella ( entrambi detentori di 4 titoli ).
In tempi più recenti troviamo invece Paolo Danna, vincitore di 4 campionati tra il 2004 e il 2010 e Roberto Corino, vincitore di altri 4 scudetti, di cui tre consecutivi tra il 2006 e il 2008 per arrivare poi a Massimo Vacchetto e Bruno Campagno.
Massimo Vacchetto è il giocatore più vincente della pallapugno moderna con 7 campionati italiani vinti e 2 palloni d'oro di tale disciplina conquistati ( come nel calcio il '' Balùn d'or '' tradotto in dialetto piemontese perchè ben appunto così si chiama ufficalmente è il premio che viene dato al miglior giocatore della stagione precedente al campionato in cui viene assegnato).
Curiosità ... sicuramente in pochissimi sapranno che nel 2006 Bertola fu anche tedoforo in quanto trasportò la fiamma olimpica per i XX Giochi olimpici invernali di Torino !
In questo scatto Massimo Vacchetto si appresta a colpire un pallone durante la finale di Coppa Italia 2024 della serie A
La Pantalera
Sulla pantalera ci soffermeremo poco in quanto nella maggior parte dei casi vige il regolamento della pallapugno essendo essa di fatto una sua variante molto stretta.
Il nome della disciplina deriva dalla pensilina di legno ricoperta da listelli sempre realizzati nel medesimo materiale che viene fissata in posizione spiovente verso il suolo all'altezza di 2,50/3 metri da terra in modo tale da rendere difficoltosa ed imprevedibile la reazione del pallone una volta che esso la colpisce.
La differenza principale è che si gioca in 5 contro 5 e non vi è un battitore che tramite una rincorsa colpisce la palla e la mette in gioco ma vi è un '' Campaù '' ( che tradotto dal dialetto piemontese sarebbe un '' lanciatore ) che attraverso alcuni brevi passi esegue ben appunto il lancio della palla sulla pensilina.
In questa specialità dove la destrezza e l'intuizione prevalgono spesso sulla potenza muscolare, viene praticato generalmente nelle piazze o nei cortili ( più raramente negli sfeisteri ), dove viene accentuata la differenziazione di un campo di gioco dall'altro (già tipica della pallapugno), visto che spesso elementi architettonici come grondaie, porte, scalini ecc. o irregolarità del fondo rendono imprevedibile il rimbalzo del pallone.
Questo gioco, essendo a livello più amatoriale o meglio ancora "paesano" non sono presenti arbitri federali, ma ne viene scelto uno per ogni sfida che solitamente va bene ad entrambe le squadre.
Come per pallapugno, vi sono sempre le canoniche 4 cacce ed il gioco prosegue sempre alla stessa maniera.
L'unica differenza sostanziale che rende le partite piuttosto lunghe è che non vi sono solo due vantaggi sulla situazione di 40 pari ( come per la pallapugno ) ma sono ad oltranza come nel tennis.
In pratica finchè la medesima squadra non conquista due 15 consecutivamente si continua nel gioco.
Conclusioni
Anche se forse non sono stati ''eviscerati'' proprio tutti gli argomenti inerenti a questo mondo, penso che ora la maggior parte di voi, abbia un'idea di ccome si pratichi e in cos consista questo sport.
Per noi Piemontesi questa disciplina appartiene alle nostre tradizioni e forse è anche un nostro dovere non permettere che tali vengano dimenticate proprio perchè è parte del nostro essere.
Grazie per l'interesse.
Lorenzo Cavallo
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| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 7:20
Grazie per l'articolo! |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 11:09
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