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Il fotografo a metà.


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  4. » Il fotografo a metà.





avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:13

Il giornalismo deve descrivere i fatti, ciò che accade: questo è il presupposto stesso dell'attività giornalistica.
Altrimenti si tratta di giornalismo tendenzioso o falso, e le fake news rientrano in pompa magna nella seconda categoria (giornalismo falso). La?fotografia giornalistica rientra a sua volta a pieno titolo nel giornalismo?, quando fatta come si deve (altrimenti vedansi le altre due categorie pocanzi citate, giornalismo tendenzioso/falso), per cui deve sottostare al presupposto suddetto di attinenza ai fatti.
*******************

Ah ok... e tu ci credi ancora?
Però in effetti non ho ben capito se sono io troppo disincantato o tu troppo credulone!


avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:27

Infatti, dopo aver visto una mostra di Steve McCurry ero rimasto stupito per la qualità delle stampe e la loro post produzione (ero molto acerbo) e venni a sapere che già negli anni '80 il caro Steve si appoggiava su due famosi studi grafici di New york e Milano. E lo fa ancora adesso nel digitale.
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Non ho capito.
Negli anni '80 Steve McCurry fotografava con la Kodachrome, ed erano fotogrammi di Kodachrome quelli che consegnava alla redazione del National Geographic Magazine al ritorno dai suoi viaggi, e onestamente mi stupirei molto nel sapere che il NGM taroccava le fotografie che pubblicava... senza considerare che non si può taroccare una diapositiva.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:37

senza considerare che non si può taroccare una diapositiva.

Quando trasferisci su carta...puoi fare di tutto. E nelle mostre di mccurry ( come tutti)...è tutto su carta;-) idem tutte le sue fotografie, sarebbe bello poter paragonare la diapositiva scattata da lui con la stampa messa a punto dallo stampatore

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:43

Perdonate la mia ignoranza,ma perchè unicum? e perchè è riservata a pochi cultori? e chi sono i cultori della fotografia?
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È un unicum perché ogni singolo fotogramma puoi solo proiettarlo, non puoi applicarci alcuna modifica.
Un negativo invece te lo stampi quasi come vuoi.
Un file digitale infine è un insieme di 1 e 0 e te li mischi a piacimento.

È riservata a pochi cultori perché la diapositiva rappresentava l'1% del mercato quando il mercato era solo quello della pellicola, e il 95% di quell'1% era appannaggio della fotografia professionale, pertanto erano davvero pochissimi quelli che dedicandosi esclusivamente alla proiezione erano anche i cultori (ossia dei semplici appassionati) di questa particolare forma di fruizione di una immagine fotografica.

avatarjunior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:43

Io vado un po' contro corrente, ma non troppo.

Prendo la musica, ci sono alcuni produttori che lasciano il segno per come intendono la musica, penso a (tra quelli che ascolto io) Steve Albini, Rick Rubin, Nigel Godrich, Kenneth Thomas...voglio dire prendiamo (non so se li conoscete) i Radiohead, senza Nigel Godrich non avrebbero quel suono. I Godspeed you black emperor senza Albini idem, o cosi in Utero dei Nirvana. Questo per dire che senz'altro i musicisti beneficiano di un bravo produttore.

Però non è che sono "meno" perchè hanno un produttore alle spalle di un certo tipo. Sono invece magari stati bravi a torvare quello giusto per il loro scopo, anche questa è bravura e senz'altro anche il produttore è facilitato dalla qualità della musica che gli viene proposta. Secondo me è un intreccio di varie competenze e conoscenze.

Come un Michelangelo che dipinge si la cappella sistina, ma ha tutta una serie di collaboratori.

Per rispondere alla domanda iniziale, sono meno drastico di chi risponde NO. Quindi senz'altro il fotografo deve avere l'idea in mente del risultato finale, lo fa tramite lo scatto, e poi appoggiandosi a chi post produce ottiene il risultato voluto. Direi che l'85%/90% della foto è del fotografo, il resto del post produttore, che senz'altro metterà anche i suoi consigli dovuti ad anni di esperienza.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:47

pertanto erano davvero pochissimi quelli che dedicavandosi esclusivamente alla proiezione erano i cultori, ossia semplici appassionati, di questa particolare forma di fruiziobe di una immagine fotografica.

Dimentichi che al tempo non esisteva Power point, e nelle scuole si usavano moltissimo le diapositive come istruzione





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avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 9:59

Ora ho capito, UNICUM è un amaro e le diapos da parecchi anni stanno vivendo un momento amaro, e così pure
i cultori delle diapos da tanto tempo oramai stanno passando un momento amaro.
Lei sig. Paolo è dal 2019 che non fa più diapos ed è diventato un cultore amaro. Peccato per lei.
********************

Non ho capito dove lei, egregio sig. Noctilux (nella sua ennesima riproposizione) abbia tratto l'erronea convinzione secondo la quale io non impressioni più diapositive.

In altre parole io continuo, a fotografare SOLO in diapositiva ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:03

La proiezione di diapos è roba da neolitico.
******************

Opinione tua personale...

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:07

Quando trasferisci su carta...puoi fare di tutto. E nelle mostre di mccurry ( come tutti)...è tutto su carta idem tutte le sue fotografie, sarebbe bello poter paragonare la diapositiva scattata da lui con la stampa messa a punto dallo stampatore
***********************

Ahhhh... quando trasferisci su carta!
Ma quando la trasferisci su carta, soprattutto se stampi un file ottenuto tramite una scansione, dell'unicità di una diapositiva è rimasto ben poco.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:13

Ahhhh... quando trasferisci su carta!
Ma quando la trasferisci su carta, soprattutto se stampi un file ottenuto tramite una scansione, dell'unicità di una diapositiva è rimasto ben poco.

ooohhhhh finalmente ci siamo, in tutte le mostre e in tutto quello che si acquista dei grandi autori del passato è sempre e comunque su carta. In una vecchia discussione tu sostenevi che una diapositiva non si poteva taroccare mentre io e altri sostenevamo il contrario perchè appunto nel momento in cui la stampi ci puoi fare più o meno quello che vuoi, la tua ragione è sempre appunto si vedesse proiettata una diapo...ma... chissà perchè nessuno lo fa' ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:13

Dimentichi che al tempo non esisteva Power point, e nelle scuole si usavano moltissimo le diapositive come istruzione
*********************

Non mi riferisco al fruitore ultimo di una proiezione, ovverosia il pubblico, mi riferisco all'autore.
E, per evitare fraintendimenti, mi riferisco al fotografo... che solo in casi rarissimi, al di fuori di un determinato lavoro Professionale beninteso, adoperava diapositive.

avatarjunior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:21

Scusate se intervengo sulla discussione di Steve McCurry,
In specifico sulla riproduzione di una diapositiva in stampa.
Fino all'inizio degli anni 80 la riproduzione di una dia per
la stampa era fatta solo in modo tradizionale, ovvero tramite
il processo della fotolito ma anche della rotocalcografia.
(Tralascio la serigrafia ed altre tecniche usate per produrre
opere d'arte). Mi riferisco quindi al tradurre una immagine
da visionare in trasparenza su una superficie cartacea.

Ora a quell'epoca le testate specialistiche a seconda di quante copie doveva tirare la rivista usavano la litografia o la la rotocalco per questioni di costi. La litografia era ed è più precisa come sistema di riproduzione dei colori, ma essendo una stampa industriale era soggetta al vincolo di stampa industriale. Altra cosa erano la riproduzione per libri d'arte o dei volumi che si stampavano per le varie mostre degli artisti.
In questo casi si usavano più colori, ma anche carte pregiate e si ricorreva anche a speciali trattamenti di verniciatura della stampa sia a tavola piena che su zone specifiche (solo sulle foto e non sulla carta bianca) per accrescere l'immagine.

Io lo vedrei più come limite tecnico che come limite di uno stampatore, perché ripeto era sempre una riproduzione industriale ed era dovuta a troppi fattori che potevano cambiare il tono dell'immagine. Quindi coinvolgeva anche persone che non avevano conoscenze specifiche ma solo una conoscenza atta a riprodurre uno standard qualitativo limitato dalla tecnica industriale.

Se si vuole vedere una diapositiva per un giudizio tecnico/artistico non è la stampa il modo ideale, ma la proiezione, ovvero il sistema per cui venivano prodotte le diapositive.

Quindi la stampa di diapositive su carta è un modo per trasportare una pellicola nata per visione trasparente su un supporto non trasparente come la carta, in questo modo si perde la densità che una diapositiva può dare e la carta no (almeno lo densità su carta non arriva alla potenza della dia). Resta pertanto una simulazione.

Altra cosa è la stampa di un negativo, che è nato per la stampa su carta fotografica ed implica la fase di stampa in cui qualcosa può essere corretto. Se però la stampa fotografica è riprodotta e stampata in altro sistema tipo la litografia o la rotocalco allora la questione diventa analoga alla riproduzione delle dia.

Questo intervento è solo per spiegare i vari sistemi di stampa e non per affermare se e cosa è in assoluto la cosa migliore da fare.
Per la odierna stampa digitale le cose son cambiate, però una dia stampata su carta è sempre una simulazione di un sistema nato per la visione in trasparenza.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:22

E, per evitare fraintendimenti, mi riferisco al fotografo... che solo in casi rarissimi, al di fuori dinun certo lavoro Professionale, adoperava diapositive.

A quanto pare... già ai tempi delle dia...c'era chi: io sono ricco e scatto dia anche quando bastava una 35mmMrGreenMrGreenMrGreen




avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:22

ooohhhhh finalmente ci siamo, in tutte le mostre e in tutto quello che si acquista dei grandi autori del passato è sempre e comunque su carta. In una vecchia discussione tu sostenevi che una diapositiva non si poteva taroccare mentre io e altri sostenevamo il contrario perchè appunto nel momento in cui la stampi ci puoi fare più o meno quello che vuoi, la tua ragione è sempre appunto si vedesse proiettata una diapo...ma... chissà perchè nessuno lo fa'?
**********************

Miky che nessuno lo faccia saranno un po' casi suoi... io lo faccio ed è di questo che parlo.
Tralaltro poi si dovrebbe anche distinguere tra fotografia professionale e amatoriale... perché in questi due casi l'uso delle diapositive ha finalità completamente diverse, che possono finire per essere addirittura opposte.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:25

fotografia professionale

Appunto, stavamo parlando di Mccurry come abbiamo convenuto, nel momento in cui stampi...ci fuori fare più o meno quello che vuoi, già negli anni 80;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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