| inviato il 02 Maggio 2024 ore 15:24
“ E' l'Italia di Ghirri non la tua, la mia, la nostra o quella di tutti. „
ma questo e' evidente.
Lui e' il fotografo, io lo spettatore.
Lui seziona e presenta una Italia che diventa strumento per comunicare un suo punto di vista. Nessuno puo sostenere che l'Italia sia soltanto quella rappresentata da Ghirri.
Cio' non toglie che il lavoro che ne deriva sia chiuso, monotematico ed opprimente.
Un po' come se cominciassimo a muoverci nello street fotografando soltanto Cinesi (o Africani) in citta'. |
| inviato il 02 Maggio 2024 ore 15:41
Salt, penso che tu stia non vendendo un punto importante.
Ogni fotografo fotografa quello che è nelle sue corde ma soprattutto quello che conosce.
Ghirri conosce quell'Italia.
Shore conosce quella America.
Guidi quella Italia.
Webb quei posti sud Americani dove ci sono certe luci e ombre.
Newton conosce il ritratto e il nudo.
Avedon conosce il ritratto.
Parr solo certi posti dove l'umanita' diventa una commedia involontaria.
Kenna le lande desolate in bn.
Gilden fa solo street tutte uguali con il flash a NY
Mapplethorpe solo foto in studio di ritratti ( o ritratti di fiori)
A parte Meyerowitz e pochissimi altri ( mi viene in mente Bresson che fu anche un ottimo ritrattista), tutti quelli che hanno fatto la storia fanno piu' o meno sempre "la stessa foto".
E' ovvio che il lavoro sia "chiuso" : è chiuso dentro quello che il fotografo sa leggere e che sa comunicare.
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| inviato il 02 Maggio 2024 ore 16:14
@Lastprince
il tuo post non poteva essere più completo, più incisivo e chiaro di così.
Il tutto poi in una sintesi storica allargata.
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| inviato il 02 Maggio 2024 ore 16:45
“ Ghirri conosce quell'Italia. „
no Ghirri non conosce solo quell'Italia. Conosce Capri... Conosce Portofino.. Conosce l'Emilia e Bologna.
Ghirri SCEGLIE di fotografare quell'Italia.
Non tutti i lavori che fa hanno quel taglio chiuso ed essenziale. Quello sguardo impietoso.
Il lavoro che fa fotografando l'Italia in miniatura ha un taglio decisamente diverso.
Nelle fotografie di Capri trovi il sole e la meraviglia.
Non sono d'accordo. |
| inviato il 02 Maggio 2024 ore 17:04
appunto...
Ghirri non conosce solo l'Italia. Ma SCEGLIE di fotografarla volutamente in quel modo.
Modo che sara' scimmiottato poi, in seguito, da torme di fotografi wannabe.
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| inviato il 02 Maggio 2024 ore 17:11
ma perdonami... ma è ovvio he il fotografo sceglie.
Mapplethorpe fa questi ritratti:
La Chapelle fa questi :
E' ovvio che sono due ritratti opposti e in ognuno il fotografo esprime quello che ha dentro la sua visione.
Tu reputi questi generi chiusi?
nel senso, senza offesa, ma mi sembra la scoperta dell'acqua calda.
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| inviato il 02 Maggio 2024 ore 19:45
Non stiamo parlando del lavoro di altri fotografi.
Io mi riferisco ad una certa parte del lavoro di Ghirri. Che se non fosse cosi' chiuso e e verticalizzato sarebbe forse insignificante.
Certi scatti, se estrapolati e valutati singolarmente sarebbero banali. La forza del lavoro, che ha cambiato il modo di fotografare. invece sta proprio in questa sovrastruttura in cui ogni immagine e' ingabbiata. |
| inviato il 02 Maggio 2024 ore 22:26
c'e' street e street.
Io adoro Erwitt e la sua ironia. Ma c'e' anche Alex Webb ed HCB, Vivian Maier, Diane Arbus....ognuno di loro con uno stile assolutamente personale. La loro capacita' e' stata senza dubbio la capacita' di osservare ed anticipare quello che sarebbe successo.
E tutti usavano la pellicola, qualcuno telemetro, qualcun'altro un 6x6....ed ho detto tutto.
content.magnumphotos.com/wp-content/uploads/2018/11/cortex/par44919-te
questa per esempio....perfetta.
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| inviato il 02 Maggio 2024 ore 22:32
M perché c'è sempre qualcuno che deve portare una discussione sulla fotografia, a fare un riferimento tecnico, sul mezzo usato.
Io dopo l'ennesimo intervento che porta la fotografia dal linguaggio a …
“E tutti usavano la pellicola, qualcuno telemetro, qualcun'altro un 6x6....ed ho detto tutto”
… mi ritiro da questa discussione. |
| inviato il 02 Maggio 2024 ore 22:36
era proprio per dire che il mezzo non e' importante. |
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