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Il nostro ultimo libro letto


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avatarsenior
inviato il 28 Marzo 2024 ore 15:32

Annie Arnaux - Gli anni - L'Orma

Dalla grama vita contadina dell'infanzia all'ottimismo ingenuo del dopoguerra fino al consumismo di massa, questa "auto-socio-biografia" è un continuo passaggio epocale nella vita di Annie e nel cambio di mentalità e valori che il tempo porta con sé.
La peculiarità di questo libro è proprio in questa autobiografia intima e sociale ad un tempo.

L'incipit esprime una paura ("Tutte le immagini scompariranno"), l'ultima frase ("Salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più") è il motivo per cui il libro deve essere scritto, una traccia per chi domani vorrà capire (ricordate Radici di Guccini?).

Alcune 'immagini' del libro:

"la donna accovacciata che, in pieno giorno, urinava dietro la baracca di un bar al margine delle rovine di Yvetot, dopo la guerra, si risistemava le mutande con la gonna sollevata e se ne tornava nel caffè"

" Foto brunite passavano di mano in mano, il dorso macchiato da tutte le dita che le avevano toccate nel corso di altri pranzi, un misto di unto e caffè ormai fusi in un colore indefinibile."

Un'immagine dei rapporti gerarchici:
"...alla campanella alzarsi in piedi se entrava in classe la direttrice ma restare seduti se entrava una bidella"

"Il susseguirsi sempre più rapido degli oggetti faceva indietreggiare il passato. Le persone non si chiedevano più a cosa servissero le cose, avevano semplicemente voglia di possederle..."

"Per tutti la televisione significava avere a portata di mano intrattenimento a basso costo ...Ci univa sempre più gli uni agli altri portandoci ad avere le stesse curiosità, le stesse paure..."

"L'impresa era la legge naturale, la modernità, l'intelligenza, avrebbe salvato il mondo. Non capivamo allora perché le fabbriche continuassero a licenziare, a chiudere"

"Con il walkman la musica penetrava per la prima volta il corpo, ci si poteva vivere dentro, murati dal mondo"

"Competitività, precarietà, occupabilità, flessibilità andavano per la maggiore"

"Protagonisti indistinti il rumeno, il teppista delle periferie, lo scippatore di borsette, il violentatore e il pedofilo, il terrorista dalla carnagione scura..."

Dopo l'11 Settembre 2001:
"Ci si trovava immersi nella paura ... la guerra di civiltà del Bene contro il Male..."

"Nessuno si scandalizzava del fatto che i prodotti arrivassero dal mondo intero e circolassero liberamente mentre gli uomini erano respinti alle frontiere."

"Ha paura che, invecchiando, la memoria torni a essere nebulosa e muta... E' adesso che deve mettere in forma attraverso la scrittura la sua futura assenza, realizzare quel libro..."


(Nel 2022 Annie Ernaux ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2024 ore 9:08




avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2024 ore 9:14

Grazie Fabrizio della condivisione un libro molto interessante.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2024 ore 9:22




user203495
avatar
inviato il 29 Marzo 2024 ore 11:48

Notevole.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2024 ore 14:03

Entrambi i libri sono molto interessanti

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2024 ore 14:50





Ginevra Lamberti - Tutti dormono nella valle - Marsilio/Feltrinelli

La scrittrice Ginevra Lamberti è nata a San Patrignano figlia di tossicodipendenti e la storia che racconta è frutto della sua esperienza. Tutto nasce da quella voglia di evadere dalla vita del borgo sempre simile a se stessa e da quella casa, in fondo alla valle, dove il sole nasce tardi e tramonta pesto. Costanza, la protagonista, vive lì e quando il freddo morde:
"... è ancora necessario infilarsi nel letto con la calzamaglia di lana, abbracciando un mattone bollente, scaldato nel forno della cucina economica per darsi conforto."
La voglia di evadere è quella dei ragazzi degli anni '70 per liberarsi da vecchi pregiudizi e, rischiando, crescere in un mondo pensato più libero.
Il tempo non scorre lineare ma altalenante seguendo impressioni, ricordi di avventure, risate collettive, nuove conoscenze fino alla storia di Costanza con Claudio, amore tossico che imbocca più volte la strada dell'eroina e conseguente andata e ritorno da centri di recupero. San Patrignano pur non nominato, si individua facilmente dal culto del Capo, dalla violenza del reparto macelleria e dal controllo asfissiante sui ragazzi: quella sarà per molto tempo la loro nuova casa. Per stare vicino al suo amore anche Costanza si farà ricoverare e lì dentro nascerà Gaia (Ginevra?), la cui pertosse fortunatamente farà in modo che la madre la mandi dalla nonna, nella casa da cui era fuggita.
Guarito dalla droga Claudio da San Patrignano esce con gravi manie di persecuzione:
"Abbiamo fatto non so quanti traslochi perché in ogni posto c'era sempre qualcuno che lo seguiva e che voleva controllarlo e che c'entrava con la comunità, così diceva."

Sfuggire alle proprie mura domestiche magari e finire dentro altre mura (Muccioli era la nuova figura di padre e la comunità era la nuova famiglia) è stata l'alternativa che lo Stato demandava a strutture private, quando il mercato era inondato dall'eroina negli anni '80.


avatarsenior
inviato il 19 Aprile 2024 ore 19:58





Ruggero Cappuccio- La principessa di Lampedusa - Feltrinelli

Sotto i bombardamenti americani Palermo è una città spettrale. Gli antichi palazzi sono diroccati e gli aristocratici sono tutti scappati nelle case di campagna. Soltanto Beatrice, principessa di Lampedusa torna a vivere nel suo grande palazzo sventrato dalle bombe. "Dal buco nel soffitto poteva vedere anche una manciata di stelle. Non c'era più dentro e non c'era più fuori".
I pochi abitanti che facevano la spola fra i rifugi antiaerei e le casupole ancora in piedi pensavano che fosse impazzita, prima di arrivare ad amarla per la sua forza ed umanità, per la sua aristocrazia dell'animo. Beatrice aveva infatti sventato uno stupro di tedeschi ubriachi su tre ragazze, ospitava prostitute rimaste senza casa, ospitava una famiglia di ebrei ed Eugenia, una ragazza che il padre voleva far sposare ad un ricco usuraio.

Anche l'antico servitore della famiglia che, stupito, la ritrova nel palazzo, manifesta nell'animo la sua nobiltà, come quando alla richiesta scherzosa su chi sia un derviscio, risponde: "Eccellenza, 'u derviscio è chiddu ca gira sempre, picchì dice ca gira 'a terra, gira 'a luna, girano i planeti e gira pure 'u derviscio medesimo, a forza di giostrare trova Dio."

Beatrice, era la madre di Giuseppe Tommasi di Lampedusa, l'autore del Gattopardo, ed è lei che lo spinge a scrivere e amare la libertà, oltre gli steccati e le regole della vecchia aristocrazia.

"I palazzi, i blasoni, le etichette sono terribili prigioni. Ho cominciato a segare le sbarre fin da ragazzina... I fasti del mio casato servono a sapere come tutto sia effimero come tutto sia illusione.
...Tutte le proprietà perdute, tutti i feudi che ci hanno rubato quattro stro.zzini mafiosi, tutte le prepotenze dei miei antenati, mi hanno notiicato che non c'è niente a cui legarsi su questa terra."
"Vuole dirmi che vivere è inutile?" le chiede Eugenia.
"No. ... Io e lei siamo come i sonaglietti in una sinfonia di Beethoven. Suoniamo pochissimo e nessuno ci nota. Ma facciamo parte della musica. Dobbiamo aspettare il nostro momento e cercare di essere perfetti in quel momento, fino alla fine."


avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2024 ore 8:32

"Farcitura eccessiva di un tacchino e sue conseguenze" di Maria Cefalà.
Una pianista, eccellente interprete bachiana, spiega le vicissitudini di chi si dedica da sempre e totalmente alla musica.
Lettura che scorre veloce con molti spunti di riflessione.
Consigliato vivamente a chi vive ed apprezza la musica.




avatarsenior
inviato il 24 Aprile 2024 ore 9:05

In realtà ri-letto. Mai così attuale. Adoravo ed adoro in modo quasi maniacale Oriana...




avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2024 ore 21:05

Susan Abulhawa - Ogni mattina a Jenin - Feltrinelli





Amal, è la bambina che narra la tragedia della sua famiglia, la cacciata dei palestinesi nei campi profughi, il furto di un suo fratello fatto crescere in una famiglia israeliana poi diventato soldato occupante e tante vicende di amore e solidarietà pur nelle condizoni disumane dell'esilio.

"Una solitaria goccia di sudore scese lungo il volto del soldato. L'uomo battè le palpebre più volte. Lo sgardo fisso di Amal lo metteva a disagio. Aveva già ucciso altre volte, ma mai guardando la vittima negli occhi."

Il fratello di Amal, Hassan era stato avvertito dal suo fraterno amico Ari, ebreo scampato ai campi di concentramento: "E' terribile Hassan. - disse Ari - I sionisti hanno un mucchio di fucili ... Hanno perfino blindati e aerei" ma lui era ancora incredulo e pensava piuttosto ai suoi uliveti e al suo lavoro in aiuto del padre.

Quando il 24 luglio Israele scatenò un colossale bombardamento aereo e di artiglieria, anche il villaggio di Amal e Hassan fu distrutto. Il loro nonno giaceva a terra carbonizzato.
"Che siano maledetti!" gridò una donna tra la folla "Ne abbiamo accolti così tanti nel nostro paese. E gli abbiamo dato le olive della nostra roccolta"

Fuggiti a Jenin, i superstiti vivevano nelle baracche di paglia e argilla, carità delle Nazioni Unite. Dopo un periodo di tregua anche Jenin fu bombardata durante la Guerra dei Sei giorni.

"Una forte esplosione fece saltare via la piastrella. All'improvviso ci fu luce e fummo ricoperte di polvere e macerie: mi fischiavano le orecchie per lo scoppio. Gridavo e piangevo ma non riuscivo a sentire la mia voce. Eravamo ranicchiate sulla bambina e ci coprivamo la testa con le braccia. ... Guardai in basso verso Aisha. ... Il suo addome era uno squarcio aperto che cullava un frammento di shrapnel. Il mondo intero si compresse nel mio battito cardiaco mentre prendevo in mano il pezzo d metallo insanguinato. Era così piccolo e leggero. Come aveva fatto a dilaniarla così?"

Susan Abulhawa in questo libro non cerca colpevoli ma mostra come la tragedia palestinese inizia da subito e non solo per la ferocia dei terroristi dell'Irgun, dell'Haganah o del Gruppo Stern ma per la determinazione di potenti sionisti americani che avevano spinto il presidente Truman ad appoggiare la nascita di uno stato ebraico in una zona abitata da un popolo che da millenni viveva lì, amava e coltivava con amore quella terra, quell'amore che faceva sognare e ricordare Amal nell'esilio di Jenin.

"Evocai tutti i luoghi della mia patria come se l'era immaginata la mia giovane mente: un albero, un cespuglio di rose, una storia alla volta. Pensai all'acqua e alle spiagge sabbiose del Mediterraneo - la sposa della Palestina lo chiamava papà - quei luoghi che avevo visitato solo in sogno. ... l'uva succosa, i cavalli arabi di 'Ammu Darwish, la biblioteca di papà e la fattoria della nostra famigia che aveva dato da mangiare a metà villaggio."

L'autrice del libro è nata da una famiglia di profughi scacciati dalla loro terra e dalla loro casa dopo la Guerra dei Sei giorni. Scrive Wikipedia inglese: "La Nakba fu la pulizia etnica dei palestinesi nella Palestina mandataria durante la guerra di Palestina del 1948 attraverso il violento spostamento e l'espropriazione di terre, proprietà e averi, insieme alla distruzione della loro società, cultura, identità, diritti politici e aspirazioni nazionali."


avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2024 ore 6:12

Il gangsterismo in America - Estes Kefauver

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