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Il valore di una foto







avatarsenior
inviato il 03 Maggio 2017 ore 11:11

Quanto può valere una foto? Può una foto valere $4.000.000 come Reno di Andreas Gursky?



O $3.700.000 come questa di Cindy Sherman?



Quanto il mercato dell'arte gonfia questi valori? C'è una relazione diretta tra il valore artistico di una foto e la sua quotazione sul mercato dell'arte? E non riapriamo qui l'annosa discussione sul tema se la fotografia sia o meno arte.

avatarsenior
inviato il 03 Maggio 2017 ore 15:21

bè di certo va considerato anche il valore dell'autore oltre che della foto in se.
Indubbiamente il valore della produzione di Gursky e della Sherman sono indiscutibili, un valore monetario esatto è sempre un calcolo che va oltre al mondo della fotografia

https://www.amazon.it/gp/product/8857219909/ref=oh_aui_detailpage_o00_

avatarsenior
inviato il 03 Maggio 2017 ore 15:46

www.ilsaggiatore.com/argomenti/arte/9788842821045/questione-di-sguardi
Per capire il valore delle fotografia è interessante anche leggere John Berger, che, pur non parlando direttamente di fotografia, offre un interpretazione per certi versi interessante sulla pittura ad olio e sul suo "valore" a partire dalla nascita ai giorni nostri sostenendo che fin dall'inizio la pittura ad olio si connota come "prodotto", a differenza dalla precedente pittura ad affresco ad es. che era nata con finalità e funzioni diverse, interpretazione che potrebbe essere traslata anche alla fotografia

avatarsenior
inviato il 03 Maggio 2017 ore 16:21

comunque agli inizi mi sono molto interrogato sulla foto di Gursky e sui coniugi becher, ho iniziato ad apprezzare il loro lavoro dopo che l'ho capito maggiormente, anche leggendo un po' il contesto artistico di quegli anni è facile fare la sparata sulla foto, ma poi studiando di più ho capito molte cose e sono arrivato anche a prendermi questo libro:
https://www.amazon.it/Scuola-Dusseldorf-Fotografia-contemporanea-tedes

avatarsenior
inviato il 03 Maggio 2017 ore 20:02

Labirint: pure io mi sono regalato quel libro della scuola di Duesseldorf. Qualcosa mi convince ma non tutto nella scuola di Duesseldorf ad essere onesti. Ma forse il punto è un altro. Può una foto valere quella cifra? E se vale $4.000.000 una foto di Gursky quanto dovrebbe valere una delle foto di Stieglitz o andando ancora più indietro una foto di che so io Le Gray o Nadar?

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 8:54

Edward Steichen vale 2,9 milioni sono troppi? vale meno di Rhein II o di Dead Troops Talk ?
Io sono convinto che ci siano autori e opere importanti per il mondo della fotografia, hai citato Le Gray e è indubbio che è stato uno dei primi a credere nel valore artistico della fotografia e con le sue onde creò scalpore superando con una delle prime doppie esposizioni il limite del mezzo.
Ma l'arte ha un mercato tutto suo, parlare della fontana di Duchamp è molto facile, quale valore può avere un orinatoio?
Nel mondo dell'arte però quel concetto di ready-made ha cambiato tutto.
Quanto vale il Cadeau di Man Ray? pare nè esistano 5000 esemplari che lui produsse e ho letto 2000 euro, ma anche li probabilmente dipende da quanto qualcuno è disposto a pagarlo
io sono troppo ignorante riguardo al mercato dell'arte, posso solo provare a capire l'opera e il motivo che ha spinto l'autore a fare certe scelte

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 10:49

Ti do ragione Labirint ed anche io sono ignorante delle dinamiche del mondo dell'arte. Il fatto è che a me sembra, mio modesto parere, che non ci sia proporzione tra i prezzi di una foto di Gursky ed altre che hanno fatto la storia della fotografia. Mi sembra che entrino in gioco questioni che sono più "mercantili" cioè che attengono alla curva di domanda e offerta e che, come tali non sono correlate a valori "artistici" veri e propri (discorso molto difficile, me ne rendo conto, stabilire se esiste e quanto sia quantificabile un "valore artistico"). Ma appunto perché non quantificabile il valore artistico, quel prezzo è esclusivamente indice di un valore "mercantile" che è completamente avulso dall'arte, perché a determinarlo entrano in gioco altre variabili, ad es. nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'immagine, il numero di "originali" stampati dal negativo, la firma dell'autore, o altri parametri tipici di in un mercato altamente "imperfetto", usando termini della teoria economica classica, perché non c'è numero illimitato di offerenti e di compratori ed i beni non sono indifferenziati, e dunque molto gioco penso che abbiano i "mercanti" i "critici" e gli "esperti" d'arte con i loro interessi molto poco trasparenti. E qui si arriva appunto al paradosso dell'orinatoio di Duchamp,, pezzo che in sé non può valere che ben pochi spiccioli come pezzo industrialmente preso, a conferirgli valore di mercato cos'è dunque? L'aura dell'autore che ha scelto quell'orinatoio e non un altro? Quanto quest'aura può essere tradotta in un prezzo di mercato è determinato solo da mercanti e domanda.

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 10:55

sull'orinatoio direi l'idea, questo è stato commercializzato nell'arte da li in poi.
C'è un'artista di cui non ricordo il nome che arrivò al punto di concettualizzare all'estremo scrivendo delle frasi sui muri dei musei, queste frasi portano chi le legge a immaginare qualcosa ed è questa l'opera, non esiste fisicamente in se, ma nè esiste l'idea, il concetto

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 12:45

Quindi si dà un prezzo alla "bellezza", all'"originalità" di un'idea, di un concetto. Resta poco chiaro quando e chi stabilisce che un concetto è "artistico" e il perché, quando un singolo concetto si autodefinisce arte, debba valere milioni di euro mentre per un libro, un saggio, che è zeppo di concetti magari anche più originali e pregnanti l'autore porta a casa poche migliaia di Euro ed il libraio neanche. Scusatemi il paradosso estremo. Come si capisce ho un posizione molto critica, personalmente, sulla cosiddetta arte concettuale. Ho l'impressione che , da Duchamp in poi, sia un decadere. Fatto il primo passo, e quello lo ha fatto Duchamp, mi sembra che ci sia nulla da inventare è un continuo ripetere con poca variazione e spesso estrema banalità o insulsaggine. E non vale il paragone con il ripetere di visioni paesaggistiche se parliamo di pittura tradizionale, perché lì c'era la abilità tecnica a fornire il discrimine.

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 13:09

Non c'è dubbio che il mercato dell'arte abbia dei meccanismi particolari... Ai consigli bibliografici sopra ne aggiungo un altro che ho trovato molto interessante: https://www.amazon.it/Mercanti-daura-Logiche-dellarte-contemporanea/dp .

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 14:48

Bravo Ironluke. Grazie, spunto interessante per me. Mi sembra che si tocchino proprio i punti nevralgici della questione e sicuramente qui saranno chiariti con maggiore approfondimento conoscenza e chiarezza rispetto a quanto i miei limitati mezzi e limitate conoscenze mi consentono di intuire a malapena.
"L'essenza dell'arte contemporanea può essere compresa solo all'interno del circuito di "definitori" (critici, promotori, organizzatori), esecutori (artisti), luoghi di esibizione (musei, mostre, rassegne) e fruitori (pubblico, amatori, collezionisti). In una parola, all'interno del mercato"

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 15:01

anche io ero partito con parecchi preconcetti, sto cercando di informarmi e studiare alcuni movimenti e devo dire che certe cose necessitano di un po' di conoscenza.
Non sono comunque un fan di certi movimenti come Fluxus, ma ho iniziato ad apprezzare certe opere anche performative o certi lavori che coinvolgono il pubblico.
Ci sono molti movimenti e tante sfaccettature credo che sia facile fare di tutta l'erba un fascio, ma certi concetti sono molto interessanti e capendone un po' di più anche il lavoro di alcuni fotografi come i coniugi becher mi sono diventati più chiari.
Ricordo che inizialmente erano più famosi come artisti che come fotografi, ho aperto anche un topic relativo a un movimento legato alla fotografia:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2322978

anche se è solo un dettaglio di tutto il movimento artistico che esisteva in quegli anni, la famosa scuola di Dussendorf non è comunque nata dal nulla, ma da eventi e correnti che erano gia presenti in altri ambiti artistici

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 15:15

Giusto Labirint,in realtà io ho sollevato dei dubbi che sono tipici di un profano come me. Non sono un esperto d'arte, di fatto sono più interessato alla fotografia, sulla quale sto cercando anche io di leggere molto. Su pittura e fotografia ho letto questo ultimamente che ha punti di contatto con quanto stiamo discutendo
www.ibs.it/fotografia-pittura-nel-novecento-oltre-libro-claudio-marra/

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 15:18

Su New Topographics: ho comprato il catalogo e negli spazi di tempo sto traducendo la presentazione dall'inglese su word ;-)

avatarsenior
inviato il 04 Maggio 2017 ore 15:21

inetressante!! spero condividerai risultato del tuo lavoro!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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