| inviato il 13 Dicembre 2024 ore 17:51
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| inviato il 13 Dicembre 2024 ore 19:36
Mactwin una cortesia è stato affermato che un sensore più piccolo a parità di focale ha solo perdita di informazione. potresti approfondire questo dettaglio e spiegare poi le conseguenze di perdita che in pratica si andrebbero ad avere sull'output? grazie. |
| inviato il 13 Dicembre 2024 ore 20:16
Egualmente interessato rispetto al quesito appena posto. Aggiungerei. Specificando rispetto a quali condizioni di ripresa. Ps. Mi ero imposto di assimilare a livello totalmente passivo ma il quesito è parecchio interessante. |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 0:53
Domenico è piuttosto semplice, la superficie che riceve la luce (informazione composta da fotoni) risulta minore se il formato è più piccolo. L'informazione è appunto la luce raccolta ed elaborata dal sensore, per tale motivo più il sensore è piccolo minore informazioni si raccolgono a parità ovviamente di condizioni di scatto (tempo, diaframma e luminosità scena). Chiariamo subito che la focale e la luminosità è uguale per qualsiasi formato, è uno standard, non è che cambia se un obiettivo è fatto per formato grande o piccolo, eventualmente la progettazione non si preoccuperà di disporre di un cerchio di proiezione ampio, ma la focale ed il diaframma sarà identico. Per capirsi…un'ottica per apsc è come se fosse un ottica per ff con una fortissima vignettatura su tale formato. Dico questo perché ci sono personaggi che sono arrivati a dire che un obiettivo per formato ridotto produceva in proporzione più luce…(sogni deliranti). Come detto un formato ridotto è semplicemente una parte di un formato più grande, questo indipendentemente dalla sua densità (numero sensel). Quindi se inquadro la stessa scena con un sensore più piccolo sto in pratica prendendo solo una porzione di quanto preso con formato più grande. Di conseguenza avrò perso tutte le informazioni non appartenenti alla porzione catturata, e visto che nel mirino viene visualizzato ciò che il sensore (o lo specchio della dimensione del sensore ) sta catturando, l'immagine apparirà ingrandita, ma fondamentalmente ciò che stiamo vedendo nel mirino è semplicemente una porzione di quello che un sensore più grande catturerebbe. A questo punto non è difficile (spero) comprendere che anche avvicinandosi al soggetto per ottenere la stessa inquadratura, il sensore riceverà comunque meno informazioni (luce), che nella pratica, dovendo poi l'immagine essere “stirata” per coprire la stessa superficie di output, si traduce in minore gamma dinamica e maggiore rumore (ed eventualmente diversa pdc). |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 9:00
Scusa Mac ma a parità di inquadratura non si ottiene la stessa informazione che è rappresentata dai dati inquadrati. Quello che cambia dovrebbe essere la qualità dell'informazione, sensore più piccolo o più denso dovrebbe produrre più rumore e quindi una informazione di peggiore qualità. Quello che vedo a mirino dei due sistemi a parità di inquadratura dovrebbe essere proprio la stessa immagine salvo piccole differenze di formato es. 4/3 vs 2/3. |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 9:29
Adriano se faccio la stessa foto in una stanza con la luce accesa, e poi senza luce sto ottenendo la stessa informazione? La luce E' informazione, il fatto che l'inquadratura sia la medesima non significa che l'informazione sia la stessa. Dire che è una informazione di peggiore qualità è una interpretazione di un dato di fatto, ovvero che l'informazione usata come riferimento è meno completa, mancano fotoni....il snr è peggiore perché mancano informazioni. Se il segnale peggiora oltre un certo livello il rumore fa perdere dettagli, giusto? Questo perché mancano informazioni! Il fatto di spostarsi per cambiare l'inquadratura porta solo a falsare la percezione; è come se ti mettessi un cumulo di oro a 100mt poi ti tappassi gli occhi, ti portassi a 75mt e levandoti la benda tu vedessi esattamente la stessa dimensione del cumulo....l'oro sarebbe ovviamente molto meno. Un apsc rispetto ad un ff riceve la metà della luce... |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 12:20
Perfetto Mactwin, ti ringrazio molto per questi ulteriori approfondimenti. |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 12:53
Si potrebbe semplificare in: a parità di esposizione (tempo diaframma e uso) otterrò la stessa intensità di luce sui sensori (fotoni/mm2) indipendentemente dalla loro dimensione. A parità di scena inquadrata il sensore più grande riceverà in assoluto più luce. |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 12:59
Vinci perdona ma se parli di fotoni/mm2 ovviamente è indipendente dalla dimensione, è la somma che fa il totale. Più mm2=più fotoni (ripetere a parità di luce in entrata ritengo sia lapalissiano). |
| inviato il 14 Dicembre 2024 ore 13:03
Si, Mactwin... Penso che stiamo dicendo la stessa cosa, voleva essere una conferma di quanto stai dicendo... |
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