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Fotocamera sull'Everest







avatarjunior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 21:30

Io in questo caso la vedo un po' diversamente: la morte di un alpinista su di un 8000 non è come la morte di chi viene investito attraversando la strada; si tratta di un uomo che scientemente ha deciso di sfidare se stesso e qualcosa più grande di lui, ben conscio (voglio sperare) che vi fosse la possibilità di non fare più ritorno. Ai miei occhi quell'alone di romanticismo rimane, seppur ammantato dal dramma della morte.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 21:53

Un po' di info storiche:

Bonatti usava le olympus, ma per la ripetizione della sua via sul gran capucin usò una delle prime minox 35 (poi venne scritto che aveva usato le OM)

L'informazione viene dal 'giro' dei ragni di Lecco.

Per quanto mi riguarda: sul m. Rosa a -30 con la OM1, era un po' legnosa, ma ha funzionato alla perfezione.

E poi, molte giornate passate a fotografare a -20 con D70 e D100 con le loro batterie standard, arrivavo a sera senza cambiarle

Inoltre: a -42 nella galleria del vento e climatica della fiat di Orbassano, con una Nikon D70, per fotografare Angelo Darrigo, la macchina ha funzionato alla perfezione, ma la batteria non durava più di 10 minuti

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2023 ore 21:26

Cito da Phsystem
Non dimentichiamo che la Leica in occasione delle olimpiadi di Berlino su richiesta di una famosa fotografa tedesca costruì addirittura un'ottica specifica per l'evento e parliamo del 1936.


Non fu Leitz, ma Zeiss, che calcolò il famoso teleobbiettivo Sonnar 180mm. f:2,8, destinato ad essere montato sulla Contax-II che allora era in assoluto la migliore fotocamera 35mm. Ottica che per questo fu nota come " Olympia-Sonnar ".

In realtà, questo obbiettivo fece la sua prima apparizione alle olimpiadi invernali di Garmisch-Partenkirchen subito precedenti a quelle estive: in queste ultime, per agevolarne l'uso, il nuovo obbiettivo fu montato su apposite cassette reflex dette "Flektoskop"; il tutto, sorretto da una speciale bardatura nota come Zeiss Ikon - Bruststativ .

A quell'epoca Leitz, nonostante il meritato successo della sua Leica, era molto indietro rispetto al colosso Zeiss.

UPDATE: vedo che Paolo ha già rilevato l'inesattezza espressa da Phsystem. I dettagli in più che ho fornito, prendiamoli giusto come una modestissima aggiunta.

avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2023 ore 21:32

Più che altro il proprema è la pelicola a quelle temperature

avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2023 ore 22:36

Thread molto interessante....
Nel 1962 incontrai Bonatti al rifugio Margherita (Monte Rosa, punta Gnifetti)). Era con un cliente, intendevano salire la nord dei Lyskamm, la giornata era limpida ma con forte vento e temperatura rigidissima, per cui avevano saggiamente rinunciato.
Di fronte ad un tè caldo, ci raccontò quando, durante la sua traversata sci-alpinistica delle Alpi, in una giornata simile sulla Vetta d'Italia (o era il Grossglockner? Non ricordo bene), dopo una fermata "idraulica", essendosi dimenticato di riabbottonare la patta dei pantaloni, si stava congelando il pisello.
Allora non mi venne in mente di chiedergli che fotocamera usava. Io avevo la mia fedele Kodak Retina II (poi distrutta sulla Guglia del Mezzodì di Bardonecchia), caricata a Kodachrome, che non mi sbagliò mai un colpo, con qualsiasi temperatura.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2023 ore 15:05

I dettagli in più che ho fornito, prendiamoli giusto come una modestissima aggiunta.
***********************

Più che modestissima direi preziosissima, almeno per me, che ne sento parlare ora per la prima volta.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2023 ore 15:10

Più che altro il proprema è la pelicola a quelle temperature
*********************

Appunto per questo, come ho già detto, l'avanzamento/avvolgimento della F-1 n non è "a strozzo" come quella della coeva F3 per esempio.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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