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Rineke Dijkstra







avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2017 ore 17:33

Testo preso dal blog di Sara Munari: saramunari.blog/2017/05/05/rineke-dijkstra-ritratti-fantastici/

Fotografa olandese, che si è aggiudicata l'edizione 2017 di uno dei premi più prestigiosi della fotografia a livello mondiale, l'Hasselblad Award,
Rineke Dijkstra (nata il 2 giugno 1959) è una fotografa olandese. Vive e lavora ad Amsterdam. Si è aggiudicata una Honorary Fellowship of the Royal Photographic Society ed è la vincitrice dell'Hasselblad Award 2017

Ha frequentato la Rietveld Academie ad Amsterdam dal 1981 al 1986, per poi lavorare per qualche anno nel campo della fotografia commerciale, facendo ritratti per aziende ed immagini per i bilanci societari.

La Dijkstra si concentra su singoli ritratti e di solito lavora in serie, ritraendo gruppi come adolescenti, frequentatori di discoteche e soldati, dai Beach Portraits del 1992 in poi, alla video installazione Buzzclub/Mysteryworld (1996-1997), alla Tiergarten Series (1998-2000), Israeli soldiers (1999-2000), ai ritratti di singoli soggetti in transizione seriale: Almerisa (1994-2005), Shany (2001-2003), Olivier (2000-2003), e Park Portraits (2005-2006). I suoi soggetti sono spesso ritratti in piedi, di fronte alla fotocamera, con uno sfondo minimale. Questo stile compositivo è forse più evidente nei ritratti sulla spiaggia, che generalmente ritraggono uno o due adolesconti con un paesaggio marino sullo sfondo. Questo stile è riconoscibile anche nei suoi studi sulle donne che hanno appena partorito.

La Dijkstra fa risalire la sua nascita artistica ad un autoritratto del 1991. Scattato con una fotocamera 4×5 pollici, dopo che era ri-emersa da una piscina – dove stava in terapia per un incidente in bicicletta – la presenta in uno stato di quasi collasso (lo vedete nella galleria dopo la serie dei ritratti sulla spiaggia n.d.t.) A seguito di una commissione da parte di un giornale olandese per un progetto sull'estate, ha poi scattato fotografie a dei bagnanti adolescenti. Il risultato è Beach Portraits (1992-1994), una serie di fotografie quasi a grandezza naturale di teenagers e ragazzini scattate sul bordo dell'oceano negli USA, in Polonia, Gran Bretagna. Ucraina e Croazia. La serie l'ha portata sulla ribalta internazionale dopo che fu mostrata nel 1997 nell'evento annuale di nuova fotografia al MOMA di New York; nel 1999, il museo portò in mostra Odessa, Ucraina, 4 agosto 1993, una fotografia a colori di un ragazzo adolescente su una spiaggia, affiancandola al Bagnante di Cézanne
niziata durante la residenza della Dijkstra al DAAD a Berlino nel 1998-1999, la serie Tiergarten (1998-2000) mostra ritratti di ragazzi e ragazze adolescenti fotografate nel parco Tiergarten di Berlino, oltre che in un altro parco in Lituania. Un'altra serie di lavori le è stata commissionata dalla Anne Frank Foundation di Amsterdam, per la loro nuova sede: ritratti di scolare adolescenti con le loro migliori amiche, un commovente monito al fatto che ogni ragazzina potrebbe essere Anna Frank in circostanze sfortunate. Questi ritratti sono stati scattati prevalentemente a Berlino, sebbene poi la Dijkstra ampliò la selezione, includendo Milano, Barcellona e Parigi.

Durante un progetto di documentazione sui rifugiati, la piccola Almerisa di 6 anni, la cui famiglia era in fuga dalla Bosnia, chiese alla Dijkstra di farle una foto. Almerisa è stata poi fotografata regolarmente ogni due anni circa. Inizialmente, da bambina in un centro di accoglienza per rifugiati il 14 marzo 1994. L'ultima fotografia della serie Almerisa è stata scattata il 19 giugno 2008. Così è cominciato il progetto seriale della Dijkstra, tenendo traccia della transizione del soggetto attraverso l'adolescenza e il trasferimento dall'Europa Orientale a quella Occidentale. In questa serie la Dijkstra ha utilizzato il flash e ha desaturato i colori; si è inoltre premurata di svuotare completamente la stanza da ogni dettaglio ritenuto superfluo, come i mobili o i quadri alle pareti, rendendo così lo sfondo vuoto. Questa tecnica è stata utilizzata anche in altre serie, come ad esempio Beach Portraits.

Una serie successiva mostra una giovane donna israeliana, Shany, nella serie Israeli Soldiers (1999-2003) in fasi successive nel corso di un anno e mezzo, all'arruolamento, due volte in uniforme da soldato e a casa dopo aver lasciato l'esercito.

La serie Olivier (2000-2003) riguarda un giovane uomo, Olivier Silva, dal suo arruolamento nelle legione straniera francese, attraverso gli anni di servizio in Corsica, Gabon, Costa d'Avorio e Gibuti, mostrando il suo sviluppo, sia fisico che psicologico, di soldato. Per la serie Park Portraits (2003-2006). La Dijkstra ha ritratto bambini, adolescenti e teenagers che sospendevano momentaneamente le loro varie attività per guardare dentro l'obiettivo in luoghi scenografici nel Vondelpark di Amsterdam, nel Prospect Park di Brooklyn, nel El Parque del Retiro di Madrid e nell'Amoi Botanical garden di Xiamen, tra gli altri.

Girato in Russia e commissionato da Manifesta 2014, il video-ritratto di Marianna (The Fairy Doll) mostra una giovane ballerina classica che prova in uno studio di San Pietroburgo, mentre si prepara per le audizioni per un posto alla prestigiosa Vaganova Academy of Russian Ballet.

La Dijkstra utilizza una field camera giapponese 4×5, con un obiettivo standard su un treppiedi ed un flash su un altro treppiedi dietro. Anche quando ritraeva i ragazzi sulla spiaggia, utilizzava lo stesso setup, con un flash portatile per ridurre il contrasto e aprire un po' le ombre sui visi, modulando la luce del sole. In ogni caso, la luce del sole rimane sempre la sua fonte di illuminazione principale. Nel 1998 ha comincato a stampare le sue fotografie al Grieger Photo Lab di Düsseldorf in Germania, a due ore e mezza di treno da Amsterdam, dove lavorano anche Thomas Struth e Andreas Gursky, due tra gli altri autori europei di fotografie di grande formato. Le sue fotografie vengono stampate tipicamente in 10 o 15 esemplari.

La Dijkstra ha anche sperimentato con i video in lavori come la proiezione a due canali The Buzzclub, Liverpool, UK/Mysteryworld, Zaandam, NL (1996-1997), Ruth Drawing Picasso, Tate Liverpool, UK (2009), l'installazione a quattro canali The Krazyhouse (Megan, Simon, Nicky, Philip, Dee), Liverpool, UK, (2009), e il video su tre schermi I See a Woman Crying (Weeping Woman) (2009-2010). Per The Buzzclub, Liverpool, UK/Mysteryworld, Zaandam, NL,, l'artista ha visitato due nightclub, il primo a Liverpool, dominato da ragazzine quindicenni della classe lavoratrice; il secondo in Olanda, un ritrovo per ragazzi della classe lavoratrice con teste rasate, che indossavano outfit hip-hop combinati. La Dijkstra ha creato studi nei club e ha chiesto ai volontari di ballare uno per volta di fronte alla telecamera. Il soggetto del video era il contrasto tra le ragazze e i ragazzi, tutti decisi e vulnerabili in egual misura. Nel 1997 ha girato un altro video, Annemiek, che mostrava una timida teenager olandese mentre cantava una canzone dei Backstreet Boys con uno stile da karaoke. Per Ruth Drawing Picasso, la Dijkstra semplicemente ha orientato la camera su una studentessa inglese seduta sul pavimento, intenta a disegnare un ritratto di Dora Maar alla Tate Liverpool. In I see a Woman crying (Weeping Woman), la Dijkstra ha utilizzato il dipinto Donna che piange di Picasso (lo vedete qua sotto, se non lo avete presente n.d.t.) alla Tate Liverpool come strumento di distrazione per un gruppo di studenti inglesi, a cui veniva chiesto di descrivere quello che vedevano nel dipinto che non compare mai sullo schermo.


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avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2017 ore 17:17

alcuni ritratti sono bellissimi, tra i miei preferiti insieme anche a quelli di Freger

user108700
avatar
inviato il 10 Maggio 2017 ore 11:24

Io ci ho provato.. ho letto tutto, seguito i link, preso il mio tempo... davvero non mi comunica niente di niente...

Sarà colpa mia che non mi piacciono le persone...

Cheers

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 11:47

Io credo che pubblicare questi topic sugli autori serva anche a creare una discussione che non è detto porti ad apprezzare il fotografo, ma magari a conoscere approcci molto diversi.
per certe cose mi ricorda un poco il lavoro fatto sui ritratti da thomas ruff, il lavoro che mi ha colpito è quello legato per esempio ad Almerisa e alla documentazione dell'evoluzione della sua vita eliminado tutti gli orpelli ma soprattutto rimanendo per quanto è possibile distaccata in modo che nel lavoro appaia solo Almerisa semplicemente
macaulay.cuny.edu/eportfolios/seriesblog/files/2012/09/Almersia1.jpeg
www.moma.org/wp/inside_out/wp-content/uploads/2010/01/combo-copy1.jpg

non ci sono buonismi, pietismi, non si cerca di indirizzare opinione dell'autore, ma si mostra lei e la sua vita

avatarsupporter
inviato il 12 Maggio 2017 ore 23:33

Trovo utili questi inviti ad osservare i lavori di fotografi "riconosciuti", allo scopo di imparare ad analizzare e capire gli elementi che li distinguono.
Quindi Labirint grazie a priori per lo sforzo.

Nel caso specifico, la domanda è proprio "ma perchè dovrebbe piacere questa autrice?". Cosa c'è di diverso da un ritratto qualunque fatto in un appartamento mezzo vuoto, come potrebbe fare chiunque con un cellulare?
Mi sono letto tutta la storia e non mi convince: la risposta non è lì. Secondo me non è nei luoghi o nei soggetti. Sì, va bene, i soggetti sporchi di sangue sono particolari, il militare che cresce non è frequente, ma i ragazzini al mare, ne trovo a pacchi sulla costa adriatica. Pure la bambina che cresce sappiamo che è Bosniaca perchè c'è scritto.
Allora forse è nel contenuto essenziale e senza orpelli, come sottolinea Labirint? Questo mi sembra un elemento che indubbiamente distingue. Una foto fatta casualmente col cell ad un soggetto simile non avrebbe quella pulizia nell'ambiente circostante.
A mio parere, non è secondario l'abbigliamento. Sembra casuale, ma vuoi per la desaturazione, vuoi perchè la varieta tutt'altro che di alta moda (vedi la bosniaca), rende le immagini cromaticamente non casuali.
Cosa manca ancora? Facile: la luce! Soprattutto nella serie dei ragazzini in spiaggia (che a parer mio è la cosa migliore che ha fatto), la luce è particolare. Non credo proprio che abbia usato un banale "flash", come detto nel testo. Non quadrano le ombre morbide. Credo che abbia usato una sorgente ben più larga. Scegliendo di bilanciarla con un sole basso e olandese ( non è il sole italiano),ne è venuto fuori qualcosa di speciale.
Ci sono altri che hanno portato softbox o diffusori in ambienti inconsuenti (es.: Africa) e solo questo gli ha fruttato la notorietà anche ritraendo soggetti banali (banale come un africano in africa o un bagnante in spiaggia).
Capire questi elementi può essere un utile spunto per ...copiare in contesti diversi.
Come sempre sono i particolari che fanno la differenza. L'educazione a leggere questi aspetti permette di distinguere una foto banale da una banale solo all'apparenza. Quel tipo di foto che se, uno prova a rifarla, si accorge che non è banale per nulla.

avatarsenior
inviato il 13 Maggio 2017 ore 7:02

Mi piacciono i ritratti in spiaggia. Indolenza, cromie slavate, un bel mix.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2017 ore 9:28

Come ho scritto sopra, possono richiamare le immagini di Freger, con i progetti di Wildermann e Yokainoshima ad esempio. Ma nonostante non vi siano fronzoli, orpelli fini a se stessi, una fotografia più pulita possibile, sono delle bombe. A prescindere dal mezzo usato eh... farà anche quello, però è il costruire un impianto solido prima che "innovativo" o "creativo", un progetto altrettanto solido, una curatelia che grazie a dio non sconfina nel ridicolo e si ha un ottimo lavoro. Poi i nostri gusti entrano in gioco, piace o non piace, ma credo che con un po di esperienza alle spalle riusciamo ad apprezzare lavori anche se non ci piacciono. Spero di essermi spiegato.
Purtroppo ci sono lavori o autori che sono molto fuffa (FOtografia Europea ne ha avuti qualcuno quest'anno), però fa parte del gioco.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2017 ore 9:33

hai toccato un punto molto interessante ossia che le foto possono piacere o no, ma che prima di tutto va capito il senso del progetto, troppo spesso leggo cose come: a me non arriva se non mi arriva subito senza conoscere nulla la foto non è riuscita.
Non è così semplice, ovviamente concordo che ci sono progetti validi e altri che pretendono di dire chissà cosa ma in realtà tutto è rimasto nella testa dell'autore.
Quando ho guardato per la prima volta le foto delle ragazzine sulla spiaggia non sono rimasto subito colpito, ho provato a chiedermi perchè e a informarmi

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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