Davanti al dolore degli altri

“ ...Berenice Abbott afferma, sorprendentemente, che il vecchio fotografo (Lewis Hine) incontrato alla fine degli anni trenta non sembrava affatto interessato al contenuto sociale delle proprie immagini. Tuttavia si può constatare con lei che l'interpretazione che egli dà del suo lavoro evolve nel tempo, e che gli intenti riformatori di inizio secolo trent'anni più tardi si trasformano ai suoi occhi in un progetto innanzitutto storico e archivistico. Ridefinendo nel 1937 l'idea centrale di tutta la sua carriera quella di "documento umano", si limita ormai alla funzione strettamente memorialista di "conservare il presente e il futuro in contatto con il passato". In un certo senso, è la distanza storica che lo separa dai primi lavori a conferire loro un valore, come se avere immortalato il lavoro dei bambini fosse più importante che avere contribuito a farlo abolire, come se la fotografia sociale consistesse nel testimoniare il dolore più che nel cercare di porvi rimedio. „

“ The photographs of Bergen-Belsen, Buchenwald, and Dachau taken in April and May 1945 by anonymous witnesses and military photographers seem more valid than the “better” professional images taken by two celebrated professionals, Margaret Bourke-White and Lee Miller. But the criticism of the professional look in war photography is not a recent view. Walker Evans, for example, detested the work of Bourke-White. But then Evans, who photographed poor American peasants for a book with the heavily ironic title Let Us Now Praise Famous Men, would never take a picture of anybody famous.
Susan Sontag. Regarding the Pain of Others (Kindle Locations 1255-1259). Farrar, Straus and Giroux. Kindle Edition. „