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Il fotografo a metà.


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avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:27

Se si vuole vedere una diapositiva per un giudizio tecnico/artistico non è la stampa il modo ideale, ma la proiezione, ovvero il sistema per cui venivano prodotte le diapositive.

Quindi la stampa di diapositive su carta è un modo per trasportare una pellicola nata per visione trasparente su un supporto non trasparente come la carta, in questo modo si perde la densità che una diapositiva può dare e la carta no (almeno lo densità su carta non arriva alla potenza della dia). Resta pertanto una simulazione.
*************************

Sono più di dieci anni che cerco di far passare questo concetto caro Ivano, ma devo ammettere di non essere mai riuscito a essere tanto chiaro e insieme altrettanto conciso! Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:28

Se si vuole vedere una diapositiva per un giudizio tecnico/artistico non è la stampa il modo ideale, ma la proiezione, ovvero il sistema per cui venivano prodotte le diapositive.

Mi sembra ovvio, non penso che qualcuno pensi che il massimo da una dia sia ottenibile con una stampa;-) o almeno non mi sembra di averlo letto qui...ma giusto sottolinearlo per i più giovaniCool

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:31

Sono più di dieci anni che cerco di far passare questo concetto!

Ma che gente c'è? Se un supporto è studiato per essere utilizzato in un modo perchè dovrei ottenere il suo "meglio" in un altro modo? Io non vado a pescare con la penna a sfera e non scrivo con una canna da pescaMrGreen...trovo assurdo che un concetto così basilare sia difficoltoso da fare capire...bho!

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:36

Mi sembra ovvio, non penso che qualcuno pensi che il massimo da una dia sia ottenibile con una stampa
********************

Non è del tutto vero Miky.
La Kodachrome alla fine era stata pensata per le esigenze dell'editoria.
Diciamo che la proiezione, soprattutto quella domestica, è una "invenzione" assai più recente la cui diffusione potrebbe farsi risalire agli anni '70... e la stampa "diretta" è ancora più recente risalendo al decennio successivo.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 10:39

Ma che gente c'è?
******************

E che ne so!
So solo che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e cieco peggiore di chi non vuol vedere Triste

avatarjunior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 11:14

ooohhhhh finalmente ci siamo, in tutte le mostre e in tutto quello che si acquista dei grandi autori del passato è sempre e comunque su carta. In una vecchia discussione tu sostenevi che una diapositiva non si poteva taroccare mentre io e altri sostenevamo il contrario perchè appunto nel momento in cui la stampi ci puoi fare più o meno quello che vuoi, la tua ragione è sempre appunto si vedesse proiettata una diapo...ma... chissà perchè nessuno lo fa'?


Appunto, stavamo parlando di Mccurry come abbiamo convenuto, nel momento in cui stampi...ci fuori fare più o meno quello che vuoi, già negli anni 80


Non capisco perché tu affermi che si può fare quello che si vuole come una certezza di quello che succede nella fase di riproduzione di una diapositiva. Si può anche cercare di arrivare il più possibile vicino a quello che è la diapositiva usando un sistema che la può solo simulare.
in tutte le mostre e in tutto quello che si acquista dei grandi autori del passato è sempre e comunque su carta

In questa frase dici si acquista quindi il presupposto è che ci sia un costo in denaro di quello che prendi.
Bene, ora vediamo il perché quello che acquisti come riproduzione ha un valore diverso dal comprare l'opera d'arte esposta in mostra. Quello che compri è una riproduzione di un'opera d'arte, quindi compri una riproduzione che ovviamente ha un valore molto inferiore al valore dell'opera d'arte originale.
Ora seguendo il discorso logico che in stampa si può fare tutto quindi è o può essere un tarocco si deduce o si può pensare che chi acquista il catalogo della mostra di Newton acquista un tarocco.

Io ad esser sincero la vedo in modo meno drastico.
il fatto che chi organizza una mostra di un grande artista stampi poi un catalogo della mostra, non è sinonimo che vendendo una riproduzione vende un tarocco. Io la vedo in altro modo ovvero: chi organizza una mostra lo fa per ovvio scopo di investimento e ricerca di guadagno. Questo non vuol dire che il suo catalogo è da considerare un tarocco, è solo un modo per vendere un ricordo a chi vuole ricordare quel momento, oppure vuole avere il ricordo di un'opera d'arte che magari non può comprare.
Il fatto di usare la parola tarocco implica la volontà di voler vendere un oggetto come se fosse l'originale, cosa non vera in nessun caso in cui viene riprodotta un'opera d'arte, tranne nel perseguire una t*fa in cui io ti vendo un'opera come vera e poi non lo è.

Quando ad una mostra si vende una stampa di un artista che scatta in dia, si vende la sua stampa che è la certificazione che secondo lui è la rappresentazione su carta di quello che lui voleva comunicare. Quindi si vende una trasposizione da pellicola diapositiva a stampa certificata dall'autore, non si vende l'originale. E quello che acquisti è ovviamente una simulazione di una diapositiva certificata dall'autore. Poi per quanto riguarda il catalogo della mostra od altro vale quello che ho detto sopra.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 11:33

Non capisco perché tu affermi che si può fare quello che si vuole

In realtà ho scritto: " più o meno" che è ben diverso, io finché non vedrò la dia originale proiettata come si deve affiancata alla stampa rimango della mia idea ovvero che nel momento in cui trasferisci la dia su carta puoi farci PIÙ O MENO quello che vuoi in termini di apertura chiusura ombre ecc.ecc.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 11:38

Quando ad una mostra si vende una stampa di un artista che scatta in dia, si vende la sua stampa che è la certificazione che secondo lui è la rappresentazione su carta di quello che lui voleva comunicare. Quindi si vende una trasposizione da pellicola diapositiva a stampa certificata dall'autore, non si vende l'originale. E quello che acquisti è ovviamente una simulazione di una diapositiva certificata dall'autore. Poi per quanto riguarda il catalogo della mostra od altro vale quello che ho detto sopra.

Su questo non ci piove, ma stavamo parlando di altro;-)

avatarjunior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 11:46

La Kodachrome alla fine era stata pensata per le esigenze dell'editoria.
Diciamo che la proiezione, soprattutto quella domestica, è una "invenzione" assai più recente la cui diffusione potrebbe farsi risalire agli anni '70... e la stampa "diretta" è ancora più recente risalendo al decennio successivo.


la stampa "diretta" è ancora più recente risalendo al decennio successivo

Vero ho ancora oggi delle stampe cibachrome di mia figlia da piccola scattate 27 anni fa con una miranda e obiettivo 200mm Soligor e sono ancora come lo erano dopo la stampa. Fare oggi una stampa da quelle dia ed arrivare a quella densità di colore e a quella morbidezza su una carta fotografica è una bella sfida.

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 14:05

Io stampavo da me le dia con il Cibachrome: anche le mie sono ancora ben conservate, ma le trovavo non tanto morbide, anzi, un pelo troppo contrastate. Belli, invece, i colori

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 18:38

la stampa "diretta" è ancora più recente risalendo al decennio successivo
******************

Non ricordo l'anno preciso caro Ivano, ma il Cibachrome dovrebbe essere dei primi anni '80, di certo posso dirti che le mie prime stampe Cibachrome risalgono all'Autunno del 1984 :-P e ricordo come all'epoca fosse una novità recentissima ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 19:24

In realtà ho scritto: " più o meno" che è ben diverso, io finché non vedrò la dia originale proiettata come si deve affiancata alla stampa rimango della mia idea ovvero che nel momento in cui trasferisci la dia su carta puoi farci PIÙ O MENO quello che vuoi in termini di apertura chiusura ombre ecc.ecc.
*********************

Qui ci stiamo inoltrando in un ginepraio dal quale rischiamo di non poter uscire.
Prima del Cibachrome non esisteva la stampa DIRETTA da diapositiva, se volevi stampare una diapositiva dovevi riprodurre la stessa con una pellicola negativa specifica, e poi stampare il negativo così ottenuto.
Ma era un disastro: innanzitutto per la forte perdita di qualità insita nella semplice riproduzione, e poi anche a causa dei filtri CC che dovevano essere adoperati al solo fine di avere dei negativi cromaticamente non troppo SQUILIBRATI.

Col Cibachrome tutti questi problemi furono risolti, le stampe erano, anzi SONO splendide, e l'unico scotto da pagare era il corposo aumento del contrasto che faceva si che fosse di gran lunga preferibile, in fase di stampa, disporre di una diapositiva che fosse quantoneno perfettamente esposta o, meglio, leggermente sovraesposta.

La prima strada, che quasi nessuno però percorreva, almeno in teoria permetteva il tarocco, ma francamente solo un folle si sarebbe avventurato in una pratica del genere, perché stante la complessità della procedura era difficilissimo ottenere una riproduzione equilibrata, figuriamoci una "manipolazione" equilibrata... ne sarebbe risultato un pastrocchio impresentabile.

Stessa cosa con la stampa Cibachrome, tanto bella e di altissima quallità quanto difficile da ottenere completamente priva di vistose dominanti cromatiche che, per questo, sconsigliavano pratiche... come dire... taroccatorie Eeeek!!! ecco.
Poi, ripeto, il tarocco lo potevi anche tentare, ma se ne sarebbe accorto anche un cieco!

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 19:32

Comunque la diapositiva va proiettata, e possibilmente anche bene, e lì "carta canta e Caterina suona" ;-)

avatarjunior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 19:33

Non ricordo l'anno preciso caro Ivano, ma il Cibachrome dovrebbe essere dei primi anni '80, di certo posso dirti che le mie prime stampe Cibachrome risalgono all'Autunno del 1984


Per fare un poco di storia lo si chiamava cibachrome, ma in realtà era uno studio della Ilford Ilfochrome e i primi studi furono eseguiti dalla Ciba che poi comperò la Ilford. L'Ilfochrome nacque nel 1963, come procedimento a distruzione di coloranti azoici. Nel 1969 Ciba comperò la Ilford. Nel 1989 la Ilford Photo cambiò il nome in Ilfochrome Classic su richiesta della Ciba-Geigy, la quale dopo aver venduto la Ilford, non aveva più interessi in campo fotografico.
Nel 2012, Ilford ha annunciato la fine della produzione di carte Ilfochrome Classic in risposta al calo della domanda del mercato attribuito alla crescente popolarità della creazione di immagini digitali.


avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 19:34

Anche io non ricordo con precisione la "data di nascita" del Cibachrome, ma ho cominciato ad utilizzarlo sicuramente qualche anno prima di essere sposato ( cioè prima dell'85).
Hai ragione, Paolo: come ho già scritto aumentava il contrasto. Difficile poi la scelta dei filtri Ciba.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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