| inviato il 03 Novembre 2024 ore 14:34
Miiiiiiiiiiiiiiiii....quaaaaaa.....tutti geniiiiiiiiii. |
| inviato il 03 Novembre 2024 ore 14:36
Eh sì, è una questione di geni: i disturbi psichiatrici a volte sono genetici |
| inviato il 03 Novembre 2024 ore 14:57
Dyson |
| inviato il 03 Novembre 2024 ore 15:03
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| inviato il 03 Novembre 2024 ore 15:24
Il problema di fondo è il "linguaggio", che per essere tale deve essere anche "comunemente riconoscibile" da più soggetti. Il cosiddetto "linguaggio personale", almeno nell'abuso del termine che se ne fa al giorno d'oggi, spesso non è altro che un utilizzo improprio di "sintassi" e "morfologia" di linguaggi già esistenti, che di fatto lo rendono "incomprensibile", non semplicemente "incompreso" (vedi sotto). Per essere realmente "personale" (cioè "incompreso" fino al momento in cui anche altri giungano ad appropriarsi di quel linguaggio, sia pure soltanto come "ricevitori" passivi della comunicazione) dovrebbe utilizzare elementi formali non equivocabili, cioè non già in uso in altri linguaggi, e perciò supportati da una sintassi (l'insieme delle funzioni proprie della struttura della comunicazione) creata ad hoc. La mancanza anche solo di una di queste condizioni finisce per far ricadere la comunicazione nel campo dell'incomprensibile di cui sopra. Un caso emblematico di "linguaggio personale" potrebbe essere quello utilizzato da Duchamp ne "La Mariée mise à nu par ses célibataires, même..", o "Grande Vetro" artsdot.com/ADC/Art-ImgScreen-2.nsf/O/A-7YLJ6Q/$FILE/Marcel-duchamp-th dove indagando, prima gli insoliti elementi formali e poi l'intera poetica dell'autore, si può giungere a comprendere almeno in parte quel linguaggio; anche perché Duchamp non fornì mai un "significato univoco" per quell'opera, lasciando che l'osservatore ne elaborasse uno proprio, ma a patto di riuscire prima a "leggerla". Quindi, prima ancora che "dare un significato" ad un'opera, occorre riuscire a "leggerla" correttamente: da qui nasce l'importanza di non ricadere nel caso che ho accennato all'inizio. Fornire le "chiavi di lettura" di un'opera è cosa ben diversa dall'esplicitarne il "significato" (ammesso che ne abbia uno univoco, come il caso del Grande Vetro sottolinea), ma fare attenzione che il fruitore della comunicazione non venga sviato, nella sua lettura, dal fatto che altri linguaggi utilizzino gli stessi elementi di "morfologia" e/o "sintassi". Va da sé che la fotografia parte svantaggiata in questo per via di quella sua "maledizione" congenita che la obbliga a ritrarre ciò che vede (persino i fotomontaggi sono obbligati ad utilizzare gli elementi "mofologici" della normale visione di tutti i giorni). Ne consegue che i fotografi realmente dotati di un "linguaggio personale" sono veramente pochi; gli altri che a prima vista sembrano estremamente criptici, utilizzano in realtà "similitudini" e "metafore" (cioè figure retoriche e trasposizioni simboliche: tutte cose che il decadimento dei linguaggi moderni ha reso ostiche), oppure e più semplicemente non sanno esprimersi correttamente. |
| inviato il 03 Novembre 2024 ore 15:33
Daniele, non sforzarti: non prendere sul serio un thread che non lo è :) |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 14:35
Ancora due citazioni: Il genio fa quello che deve e il talento fa quello che può. [Genius does what it must, and Talent does what it can] . Robert Bulwer-Lytton in Chronicles and Characters (1868) Il talento fa quello che vuole, il genio quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento. Carmelo Bene, Opere |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 14:37
Povero C. B. ...era necessario scomodarlo qui? :) |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 14:38
Tryste, tutte queste definizioni di genio mi sanno tanto di manuale del kamasutra. |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 15:19
Carmelo Bene è necessario ovunque. Mi manca. |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 15:20
Pure lui mancava a se stesso Non è che non sia necessario: è che a buttarlo in pasto a qualunque contesto finisce per diventare fenomeno da baraccone deriso dagli asini. Certe volte capita di vedere reel sui social con spezzoni delle sue apparizioni da Costanzo o interviste varie: i commenti sono raccapriccianti. |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 15:31
La stupidità ha fatto progressi enormi. Cit. |
| inviato il 04 Novembre 2024 ore 16:10
Mi sembrano tutte vere le ultime osservazioni. Ma, nella vita reale, avete mai incontrato oggi un genio? Io nessuno! O forse sono solo cosi poco sveglio da non essermene accorto? |
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