| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 15:38
Last, mi piacciono tutte e in particolare la prima e la penultima. “ diciamo che adesso o hai uno stile ( molto molto difficile ) o hai un progetto (molto piu' facile ) „ Vorrei introdurre se possibile una piccola critica allo "stile". Finché uno scatta per se, avere una coerenza nello sguardo e quindi nelle foto prodotte è senz'altro importante. Non credo che questo però significhi per forza fare qualcosa "come nessuno ha mai fatto". Mi sembra la strada verso una sicura frustrazione o al limite verso la ricerca del "lo faccio strano". Quando invece si scatta per un committente (attenzione: posso essere io il mio committente = progetto), mi sembra indispensabile adattare tutto (sguardo, operatività, risultato) alle esigenze di quello specifico "assignment". È vero che spesso grandi campagne di advertising scelgono specificamente un certo fotografo proprio in funzione del suo stile inconfondibile, ma è anche vero che non sempre questi matrimoni riescono. Quello che voglio dire è che rimanere sempre "fedeli a sé stessi" non è per forza un segno distintivo positivo. Può anche rappresentare un limite della propria capacità ad adattarsi creativamente a situazioni diverse che pongono davanti al fotografo necessità diverse e chiedono altre soluzioni. |
user86925 | inviato il 13 Febbraio 2021 ore 15:44
@ Lastprince, le prime due sono molto simili e ridondanti, forse anche la terza... le trovo descrittive e poco coinvolgenti, le ultime due hanno una bella atmosfera ed evocano bene il silenzio delle ore notturne...in particolare mi piace la penultima di quello spazio condominiale che sento più intima... |
| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 15:46
“ Che un'immagine mi piaccia è un conto, che mi produca un'evocazione, anche confusa, è un altro. „ Paolo, qui c'è il tema del soggetto nascosto o implicito. Posso descrivere razionalmente cosa apprezzo in una foto, ma poi mi accorgo che c'è qualcosa che "mi chiama" e che fino in fondo non so dire cosa sia. Questo accade anche quando mi muovo in modo nomade e ad un certo punto mi fermo davanti a qualcosa. Perché proprio quella cosa diventa il soggetto della mia foto? Anche qui forse non posso dirlo fino in fondo. Jean Baudrillard da qualche parte dice: "è il soggetto che chiede di essere fotografato". Siamo chiamati dal soggetto? |
| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 15:48
perdonami Ale , sai quanto ti stimi ma apro un sano contraddittorio :) lo stile è una cosa naturale che deriva da una scelta continua : bn o color? grandangoli o tele? saturata o denaturata? giorno o notte ? tutti noi abbiamo iniziato fotografando tutto e tutti con tutti i mezzi a disposizione. poi con le influenze culturali , con qualche fotografo di riferimento , con una ricerca continua abbiamo affinato la nostra fotografia. certo , posso fare anche foto di nudi , e anche foto a uccelli e anche foto paesaggistiche. ma non sono il mio mondo . e sono foto che anche se possono venire bene non le sento mie. per lavoro ho fatto matrimoni , still life , ritratti : il mio giudizio è positivo , so ( senza nessuna modestia ) usare qualsiasi mezzo fotografico dal banco alla MF alla compatta. ma conosco anche i miei limiti. per cui da anni non prendo piu' questi tipi di lavori. |
| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 16:01
“ per lavoro ho fatto matrimoni , still life , ritratti : „ Ma io penso che tu non abbia cecato di fare tutti i ritratti allo stesso modo, oppure tutti gli still life allo stesso modo. Sono convinto che ogni setting ti abbia stimolato soluzioni diverse e abbia prodotto risultati molto diversi. Sono d'accordo: ognuno affina l'uso degli strumenti e l'approccio generale e questo è già una forma di stile. Nella mia esperienza ho affrontato per lavoro diversi progetti di fotografia documentaria (non sono un fotografo professionista) ma devo dire che ho sempre adattato fortemente il mio modus operandi alle diverse situazioni. La mia "critica allo stile ingessato" è un po' provocatoria. Per parlarne... |
user86925 | inviato il 13 Febbraio 2021 ore 16:18
“ La mia "critica allo stile ingessato" è un po' provocatoria. Per parlarne... „ Moryiama ha sicuramente un suo stile con questi BN fortemente contrastati, che è un po lo stile sdoganato della fotografia giapponese, però in certi casi non conoscendo approfonditamente bene l' autore si potrebbe far fatica a riconoscere alcune foto come opera sua e non di qualche altro fotografo... Roger Ballen invece nelle sue foto è come se ci fosse un marchio di fabbrica perchè sono particolarmente originali, che piacciano o meno, ma sono riconoscibili senza alcun tentennamento... quando si parla di stile personale, si intende mantenere una coerenza visiva nel proprio lavorio (non come singolo progetto, ma in tutta la produzione) oppure "creare" proprio un collante che renda l' autore riconoscibile ed unico dagli altri ? |
| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 16:43
Per me, riguardo allo "stile" fotografico, vale ancora quanto scritto dalla Sontag nel 1974. |
| inviato il 13 Febbraio 2021 ore 17:19
Roger Ballen va oltre ..è geniale |
| inviato il 14 Febbraio 2021 ore 14:27
“ Roger Ballen invece nelle sue foto è come se ci fosse un marchio di fabbrica perchè sono particolarmente originali, che piacciano o meno, ma sono riconoscibili senza alcun tentennamento... „ è vero, ma è anche vero che nelle sue foto ci trovi spesso i suoi "grafismi" disegnati e dipinti o scolpiti. Laddove questi elementi mancano non dico che il suo stile venga meno però si conferma la validità delle affermazioni della Sontag. Prendete questa celeberrima foto di Ballen:
non potrebbe averla scattata anche la Arbus? Non trovate che qui ci sia una contiguità con la Arbus? |
| inviato il 14 Febbraio 2021 ore 14:32
@Lastprince: con i notturni mi fai quasi un invito a nozze, sono un genere che adoro e che pure io frequento spesso, ragion per cui non so quanto essere obiettivo sulle foto che hai postato che a me sembrano assai belle. Forse la terza è la più debole e le prime due si assomigliano. |
| inviato il 14 Febbraio 2021 ore 14:41
“ Gilbert Fastenaekens il cui libro Nocturnes „ Bellissime |
| inviato il 14 Febbraio 2021 ore 15:10
@grazie Andrea e anche agli altri : concordo con tutti voi. a me fondamentalmente ne piace solo una che è quella della macchina . ma è una serie nata dal silenzio del coprifuoco mischiato al burian e mischiato alla voglia che ho di fotografare. insomma , è direi piu' un gioco che altro. |
user86925 | inviato il 14 Febbraio 2021 ore 15:32
“ non potrebbe averla scattata anche la Arbus? Non trovate che qui ci sia una contiguità con la Arbus? „ in parte condivido, anche se penso che la Arbus non avrebbe ripreso con la bava alla bocca e con la camicia sporca i gemelli, era talmente meticolosa e perfezionista...ma sono davvero poche le foto "normali di Roger Ballen che rimangono dentro certi confini, oltre al quale le sue foto cominciano a diventare disturbanti... images.indianexpress.com/2015/11/eugene-on-phone.jpg?w=759 “ Tra i vari nottambuli uno dei fotografi che preferisco e che non è molto noto è Gilbert Fastenaekens il cui libro Nocturnes continuo a guardare con rinnovato piacere ogni volta „ grazie Andrea.taiana, non lo conoscevo...anche per me i notturni sono un genere che preferisco e che mi ritrovo spesso a fotografare |
user207512 | inviato il 15 Febbraio 2021 ore 10:11
Un po' in ritardo, cerco di dire la mia sugli ultimi interventi: @Lastprince le foto che proponi non mi entusiasmano, eccetto le ultime due e l'ultima soprattutto. Da queste si potrebbe partire per una narrazione efficace, un progetto notturno che potrebbe rivelarsi davvero molto efficace. Molto interessanti le fotografie di Gilbert Fastenaekens, mentre non sono mai riuscito a digerire molto Ballen, almeno non l'intero corpus del suo lavoro. Come dice Nove, anche secondo me i suoi scatti diventano disturbanti in modo troppo esplicito; preferisco in generale dei messaggi più celati, che sfruttino più il contesto e meno il soggetto, ecco perché ormai odio tutti i ritratti in primo piano di anziani asiatici rugosi. @Paolo Longo la narrazione in fotografia è anche secondo me soprattutto la capacità di costruire un progetto che si basi su un corpus omogeneo su un argomento ben preciso. E ritengo fondamentale anche la didascalia, o comunque l'accompagnamento del testo che vada a rafforzare le immagini, perché queste da sole possono essere equivoche. Penso ad esempio al fattore tempo, che in fotografia è un concetto talmente labile, manipolabile e variabile che solo con un testo può essere in qualche modo fissato, sempre prendendo per buono ciò che l'autore ci dice. |
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