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Io odio le Sigma Art. O forse odio le ottiche moderne.


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avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 21:33

O ci siamo dimenticati che ottime ottiche, anzi eccezionali, sono i Voigtlander che, guarda caso, sono Cosinon al 101%?

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 21:34

O credi davvero che gli Apo Lanthar abbiano qualcosa da invidiare agli Apo Sonnar e Apo Tessar di Zeiss?

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 21:44

O ci siamo dimenticati che le additivazioni a base di Terre Rare, che sono il segreto di Pulcinella degli Apo Zeiss, che appunto negli Otus e nei Milvus non adopera (come tutti gli altri) i plebei vetri ED, sono stati tutti studiati, codificati e brevettati - da Kodak - negli anni '30?

Ma qui c'è veramente qualcuno che crede che nel mondo dell'ottica fotografica ci sia ancora qualcosa da inventare?

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 22:38

Penso che Cosina abbia una sola grave grande pecca, come Zenza Bronica, il nome, che a noi occidentali, soprattutto italiani, suona ridicolo. Per il resto i suoi prodotti, dalle fotocamere alle ottiche, sono da decenni il fior fiore e lo stato dell'arte dell'ottica attuale, come resa e costruzione meccanica. Al punto che un marchio come Zeiss gli affida tutta la propria produzione migliore.
Peccato faccia solo ottiche mf.
Per quanto riguarda la produzione tedesca, so che al pensiero molti non ci dormono la notte, ma un grosso commerciante del nord, che tratta molto Leica M, di quelli che fanno spesso i viaggetti della memoria a Wetzlar, mi ha confidato che in Germania non producono più alcuna ottica. Neanche appunto i Leica M, a mia precisa domanda. Anche se fanno vedere sbozzi e ottiche in montaggio. Perchè se mai, avviene proprio il contrario di quanto ipotizzato prima, e cioè che tutto viene prodotto altrove e poi assemblato "made in germany".
A me, amante di Leitz e Zeiss (ne ho almeno una quarantina, fra R, CY, Rollei, Rolleiflex, Sony, etc.) la cosa non disturba affatto. Se i prodotti fino agli anni 80 mi piaceva averli germany, e forse allora qualche differenza c'era, ora con la robotizzazione e gli automatismi, cosa cambierebbe? Che differenza ci può essere fra un'ottica costruita dalla stessa macchina (questa sì di costruzione assolutamente giapponese) in Europa o in Asia?
Per tornare a Sigma. A molti non piace la resa asettica (e a basso costo, nessuno critica la stessa resa asettica di un apo M da 8-9000€). In tal caso si può tranquillamente andare su ottiche più datate e lasciare in pace Sigma e i suoi prodotti eccellenti.
Per decenni abbiamo rincorso la nitidezza, ossia la massima somiglianza alla realtà. Ora è tutto un fiorire di "rese magiche", yomo e yacult. Per un po' ok, ma poi stanca pure quello

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 0:03

PaoloMcmlx, non sto dicendo che tu non abbia ragione (non ho prove per smentire quanto dici, anche se ho una miriade di indizi e informazioni contrarie, che in parte ho precedentemente elencato, che mi portano a pensarla diversamente). Sto dicendo, invece, che se fosse vero quello che sostieni, sarebbe per Zeiss una bruttissima pubblicità. Infatti, una cosa è acquistare un autentico obiettivo Zeiss (disegnato da Zeiss, con tecnologie Zeiss) e fabbricato in Giappone (ma anche fosse fabbricato in Cina, cambierebbe poco, se è uno Zeiss autentico). Un'altra cosa, molto diversa, è acquistare un obiettivo Cosina (disegnato e fabbricato da Cosina, senza alcun aiuto da parte di Zeiss) e pagarlo 5 volte tanto perché ci scrivono Zeiss sopra! Se fosse vero, sarebbe una presa per i fondelli enorme. Infatti, a me hanno detto e ripetuto che sono obiettivi Zeiss, sul sito e sui dépliant c'è scritto che sono obiettivi Zeiss, il rivenditore dice che è Zeiss, invece, tutto è un enorme complotto, perché non sarebbe più un obiettivo Zeiss, ma un Cosina rimarchiato! Se pagassi 4500 euro per un Otus, francamente, mi roderebbe un po' (per fortuna non spenderei mai tanto danaro). Ma come? Quando apriamo l'imballo di un obiettivo Zeiss c'è scritto che (la Zeiss) "für diesen Moment arbeiten wir", invece, a lavorare sarebbe solo Cosina?? Oppure, lavorano (arbeiten) per mettercelo in quel posto??? Insomma, hai delle prove per sostenere quello che dici oppure la tua è solo una sparata di un hater???

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 1:40

@Franco.T.....non riesco a capire tutta questa tua ansia sugli Zeiss....fattene una ragione, perchè le cose stanno come dice Paolo, li fa Cosina...Otus compresi....Zeiss si assicurerà solo che gli standard produttivi siano all'altezza...fine...ma la cosa è risaputa non da ieri!!

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 2:11

@Leone... +100! MrGreen

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 2:32

Rigel, a me di Zeiss non interessa più nulla. Avevo un corredo per Contax, ma oggi per me i suoi obiettivi costano troppo (al massimo posso permettermi un Sigma). Ma tu non hai capito il punto della questione... Nessuno ha messo in dubbio che la fabbrica sia Cosina! Prova a rileggere il mio ultimo intervento, per favore. Poi cosa sarebbe risaputo??? Servono evidenze, prove, per dimostrare, ad esempio, che un Otus non sia disegnato da Zeiss, con tecnologia Zeiss (come il trattamento T*), altrimenti quello che si sostiene sono, al meglio, chiacchiere da Bar, se non ridicole chiacchiere di haters.

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 8:34

Sfaterei un po' anche le mirabilie del trattamento T Star. Fino a qualche decennio fa era magari assolutamente all'avanguardia, ora con le nanotecnologie siamo lì. Ma non di solo trattamento antiriflesso vive un'ottica. Come mai non si parla mai di quello Leitz? Avevo letto che su alcune ottiche neanche lo mettevano.
Se poi vogliamo dirla tutta, quasi tutte le ottiche Zeiss per medio formato erano costruite da Zeiss per Hasselblad e su licenza da Rollei per Rolleiflex. Era risaputo essere superiori quelle per Rollei. Per cosa, visto che erano lo stesso progetto? Ma proprio per il trattamento antiriflesso esclusivo Rollei HFT, superiore al T*.

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 8:42

Franco... ma allora non riesco proprio a spiegarmi!

Un Otus è un oiettivo Zeiss, un Milvus è un autentico obiettivo Zeiss... nel senso che sono tutti ideati, disegnati, progettati da tecnici Zeiss i quali però poi vanno dagli omologhi Cosina, per inciso bravi almeno quanto loro, e dicono loro, grosso modo: eccovi l'obiettivo... adesso producetelo!
Quindi l'obiettivo è Zeiss... indiscutibilmente, ma visto che Cosina produce tutto: dall'impasto vetroso fino all'ultima vite avvitata, l'obiettivo è un Cosina!

Ed è grazie a queste sinergie che un Otus costa solo 5000 euro... ossia perché lo produce Cosina, altrimenti costerebbe 15/20000 euro... ed è chiaro che a quel prezzo non ne venderebbero neppure UNO!

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 8:47

Ma poi, scusa, sei d'accordo con me che un APO Lanthar è eccellente almeno quanto un omologo Zeiss?
E sei d'accordo con me che nella progettazione e realizzazione di un qualsivoglia obiettivo Voigtlander Carl Zeiss, e neppure Schott, c'entra meno di niente?

E se sei d'accordo con me, e non vedo come non potresti esserlo, che altra dimostrazione vuoi per metterti l'animo in pace e capire che Cosina è capace almeno quanto Zeiss (per progettazione e meccanica) e Schott (per la parte ottica) nel realizzare obiettivi che siano poi dei veri e propri capolavori dell'ingegneria ottica?

Altrimenti, scusa, Carl Zeiss la realizzazione degli Otus e dei Milvus l'avrebbe affidata a qualcun altro no?

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 8:53

Per quanto riguarda il controllo Zeiss uno per uno... ok, speriamo sia vero.
Nel 1981, appena uscito, comprai il famoso Olympia Sonnar 180/2.8, un obiettivo mitico, made in Germany. Ottica al tempo eccezionale. Un po' grosso e pesante, però. Dopo qualche anno cambiarono la montatura, rifacendolo molto più bello, più sottile e leggero, con lo stesso schema ottico. Vendetti il mio ad un amico, e comprai il nuovo, intanto diventato made in Japan. Con tanto di marchio di controllo Zeiss personalizzato, con una tabellina di controlli scritti in tedesco, e accanto dei segni di spunta fatti a penna, e persino la firma di un tecnico tedesco, sempre a penna.
Ebbene, il paraluce incorporato, non stava fermo, scorreva liberamente. Inclinando l'obiettivo verso il basso usciva da solo e, una volta uscito, bastava rivolgerlo verso l'alto che da bravo rientrava. Lo portai personalmente alla Fowa. Parlai con herr Seibig, mitico direttore della LTR, il laboratorio Zeiss della Fowa. Un po' attonito mi disse che "i giapponesi" si erano dimenticati di mettere lo strato di feltro che faceva spessore. E il Tizio che metteva le spunte e la firma, lo avrà almeno preso in mano, gli chiesi. Fece una faccia sbalordita.
Ecco, speriamo questo controllo Zeiss attuale non sia lo stesso del tempo;-)

avatarsupporter
inviato il 27 Giugno 2020 ore 8:58

Se volete un Otus al prezzo di un jap qualsiasi fatemi sapere! MrGreen

E comunque un Apo Lanthar per me è un po' meno apo. ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 9:00

Ma poi, scusate, davvero non l'ha notato nessuno che la ghiera di messa a fuoco, totalmente metallica, di molti obiettivi Voigtlander è uguale IDENTICA alla chiera di messa a fuoco degli obiettivi Nikkor S che equipaggiavano la Nikon F?
E vi siete mai chiesti il perché?

Perché Cosina già dalla fine degli anni '50/inizio anni '60 produceva molti obiettivi, per la maggior parte gli standard ma se non ricordo male anche alcuni medio grandangoli, per la maggior parte dei costruttori nipponici dell'epoca.

Dobbiamo metterci in testa che Cosina è un gigante della progettazione e nella realizzazione di ottiche di qualità... e non lo è da adesso, ma da ben oltre mezzo secolo!
Insomma non ha niente da imparare da chicchessia!

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2020 ore 9:10

Ed è grazie a queste sinergie che un Otus costa solo 5000 euro... ossia perché lo produce Cosina, altrimenti costerebbe 15/20000 euro... ed è chiaro che a quel prezzo non ne venderebbero neppure UNO!


E la madonna. E di cosa sono fatti sti obiettivi? Adamantio e vetro zaffiro? Ma fatela finita...MrGreen
Già 5000 euro sono un esagerazione, per un pezzo di ferro e vetro, che non ne costerà 500 per produrlo.



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