| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 16:33
@SAL: “ a davvero vogliamo sostenere che la qualita' di un obiettivo sta tutta in due tubi di metallo tornito?. „ Asolutamente no! Ma fare un controllo di tutti gli obiettivi prodotti non mi sembra una arttività automatizzabile facilmente. Per me richiede tempo, lavoro umano, standard procedure e catalogazione, mi sembra difficilmente praticabile far controllare tutta la produzione. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 16:55
“ Sul fatto che l'Inglese abbia più lemmi dell'italiano siamo d'accordo, sul fatto che abbia una grammatica molto semplice siamo d'accordo sul fatto che per questo motivo sia diventata una Koinè invece non siamo d'accordo, la sua semplicità grammaticale credo non c'entri nulla. „ Il fatto che sia diventata una koinè ovviamente dipende dal fatto che i conquistatori hanno sempre imposto la loro lingua ai paesi sottomessi, e gli inglesi prima e poi i miricani sono stati, in certi periodi, padroni di mezzo mondo. Ma credo, a lume di naso, che si possa anche ritenere che la semplicità grammaticale dell'inglese abbia aiutato molto la sua diffusione senza che si siano verificate forti localizzazioni della medesima parlata, come per esempio è successo col latino che si è trasformato nelle lingue romanze. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:01
@Salt allora spiegami come fanno su un pezzo finale assemblato con una miriade di componenti a stabilire PRIMA DI CONNOTARLO CON LA SUA ESTETICA LEICA, se rientra in uno standard elevato o meno....l'esempio che fai tu dei pressostati non c'entra nulla, perchè parli di componenti sostanzialmente molto semplici che saranno uguali e con di diverso solo una punzonatura che li classifica. Su uno zoom 70-200mm con particolari estetici diversi, un trattamento antiriflesso delle lenti di colore diverso etc questo non può esistere....fattene una ragione, i Leica costruiti in comunione con Panasonic sono la stessa cosa, solo marchiata diversamente e con qualche particolare estetico per non far apparire troppo esplicita la cosa....esattamente come succede per lo Zuiko 150-600mm che è identico al Sigma, ma costa quasi il doppio (certo, avranno dovuto implementare qualcosina dal punto di vista elettronico per farlo colloquiare con i corpi Olympus, fatto dei tastini leggermente diversi...ma hai voglia!!)....ma li ne ho sentite ancora di peggio dai fanboy Oly, tipo "NON sono la stessa cosa!!...già solo il paraluce in carbonio dello Zuiko costa 400 euro!!"...NB: il paraluce in carbonio dello Zuiko non esiste proprio....è esattamente in lega come tutti quelli dei Sigma...ma quando VUOI assolutamente vedere una cosa che non esiste, sovente ci si riesce.....ben più grave quando un responsabile dell'importatore, a precisa domanda risponde "mah....a noi non risultano attualmente indicazioni a tal proposito".....  |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:13
“ Ma fare un controllo di tutti gli obiettivi prodotti non mi sembra una arttività automatizzabile facilmente. Per me richiede tempo, lavoro umano, standard procedure e catalogazione, mi sembra difficilmente praticabile far controllare tutta la produzione. „ Mah, in primis credo tutte le parti vengano controllate singolarmente prima di essere assemblate, lenti non lo vedo difficilissimo, anche più volte durante gli step di lavorazione, con sistemi laser. Idem per "tubi" e parti meccaniche. Per quanto riguarda l'elettronica ogni singolo chip è testato praticamente ad ogni step produttivo. In generale scartare prima un singolo pezzo costa meno che tirarselo dietro e dover scartare tutto il prodotto alla fine (pensate buttare via un obbiettivo anche solo da 1000$ perchè non va un chip da 1$). Per quanto riguarda il pezzo finale assemblato anche li sicuro attaccandolo a un tester in pochi istanti si verifica che tutta la meccanica funziona e anche che l'ottica sia almeno nelle tolleranze richieste. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:20
“ Per quanto riguarda il pezzo finale assemblato anche li sicuro attaccandolo a un tester in pochi istanti si verifica che tutta la meccanica funziona e anche che l'ottica sia almeno nelle tolleranze richieste. „ Quello lo possono fare sicuramente....ma è troppo tardi per decidere se è un Leica o un Panasonic. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:21
Boh! Leggo ed imparo volentieri! Da parte mia, so che i miei (tanti) obiettivi Zeiss in montatura Contax/Yashica recavano/recano, ognuno, una card di test effettuato su quello stesso esemplare, con la firma del tecnico preposto. Parimenti, Sigma afferma che TUTTI i suoi obiettivi, prodotti orgogliosamente -tutti quanti!- in Giappone, sono testati uno per uno. Non so, ovviamente, se il Kazuto-san abbia naso lungo e gambe corte! GL |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:26
mah.. rigel Esattamente come fa Leica o hasselblad a definire lo standard qualitativo dei suoi prodotti. Ho fatto l'esempio del pressostato (che e' un oggetto piuttosto complesso nel suo insieme) perche' e' significativo. la stessa linea produce lotti per diversi marchi. in uscita i dispositivi sono apparentemente uguali, i materiali in ingresso al montaggio no. Alcune serie sono piu' precise e affidabili di altre. Ma si riconosce solo dal codice punzonato. ma posso farne decine di altri. Si' e' possibile sapere con relativa certezza la qualita' del prodotto finale. Come e' possibile certificare la qualita' finale di un oggetto complesso come una automobile e selezionarne gia in linea la destinazione finale. parliamo delle auto aziendali? In linea misuri la qualita' dei semilavorati, (spesso la GESTISCI) mai sentito parlare di obsolescenza programmata? La maggior parte degli oggetti consumer ha dei punti deboli con una usura maggiore e un punto di rottura anticipato previsto e gestito. penso alla richiesta precisa di un produttore di scarpe da corsa che voleva una rottura in un punto preciso dopo un certo numero di ore. Certe lampadine possono fare il milione di ore. La maggior parte a 5/6000 ore si fulmina. E' il processo inverso.. ma tutti sono piu' propensi a credere che sia possibile far morire prima un dispositivo invece che credere che si possa decidere di costruire in modo piu' solido. Insomma..per farla semplice. se in una qualsiasi valvola, monto una guarnizione migliore.. quella valvola sara' uguale esternamente alle altre, ma durera' di piu'. Se sulla stessa linea di montaggio uso ingranaggi migliori per un certo numero di pezzi, quell'oggetto sara' migliore degli altri. Anche se fuori sembra uguale. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:28
approfitto per inframezzare con una confessione: fino a poco tempo fa quando sentivo parlare di Voigtlander - perdonate la mancanza della dieresi - pensavo che fossero obiettivi vecchi magari della ddr che qui gli appassionati, con qualche adattatore, accrocchiavano alla loro macchina e che avessero magari una qualità non eccelsa ma qualche particolarità dello sfocato ecc. Dopo che l'estate scorsa ho provato una vecchia Voigtlander vito B ho iniziato ad interessarmi alla storia del brand e ho capito adesso che produce tutt'ora ottiche e sono di alto livello. Beh mi fa piacere che non sia finita in Cina o in Asia comunque. Per collegare tutto questo al tema: quando guardo al Sigma Art 50mm che mi è sempre interessato al posto del Canon 1.4 ef che tuttavia pesa due volte e mezzo in meno, e non è una differenza da poco, e poi vedo ottiche come il 50 1.2 di Voigtlander che mi sembra abbia un'ottima resa anche a tutta apertura, mi sembra si confermi la regola. Il 50 Sigma è fantastico ma hanno dovuto farlo enorme per risolvere le aberrazioni e dare nitidezza ai bordi.E costa comunque una fucilata. Il Vioigtlander è meglio ancora - come risolvenza ai bordi estremi non lo so - ma è ancora più caro e non ha l'AF. Sicuramente i brand di fotocamere, specie quelli più prestigiosi che sono ritenuti un lusso, fanno pagare anche il nome ma non così tanto da poter prendere un'ottica di terze parti nuova, a MINOR prezzo e migliore in tutto. Anche saper fare ottiche con diametro, quindi peso, contenuto significa spendere in materiali di qualità maggiore e progettazione - questa oggi sarà sicuramente più semplice ma richiede comunque di ottimizzare le scelte dei parametri e continuare a rifare simulazioni sulla base di quelle -. Quindi per me le ottiche di terze parti, almeno finché parliamo di ottiche nate per reflex, non mirrorless, hanno più il senso di offrire qualcosa di particolare, magari anche migliore per i nostri scopi, ma non sostituire a minor prezzo la stessa qualità generale dell'ottica originale. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:33
Beh, anche gli originali hanno talvolta crolli sulla qualità; in passata Leica fece alcuni prodotti in Portogallo che facevano cxxxxe per i suoi standard. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:36
“ Beh, anche gli originali hanno talvolta crolli sulla qualità „ e questo e' innegabile... basti pensare alla Duna e all'alfasud... Oh Scherzo eh? |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:42
Io uso sia ottiche RF che Sigma ART con adattatore, non si nota alcuna differenza se non per la temperatura colore, più fredda quella degli ART e piu calda quella dei Canon, ma mi è capitato anche di mischiare i due sistemi in uno shooting e regolato poi la temperatura colore in 5 secondi. Lato AF leggermente meglio gli RF ma solo perchè i Sigma sono con attacco EF... se solo fosse possibile vorrei solo gli ART con attacco RF |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:45
Allora, visto che si parla di carbonio.. Per esempio.. una delle prime barche a vela in carbonio che facemmo, resto' venti giorni nello stampo prima di venire sgusciata. Bloccando la produzione. Perche'? perche' era destinata a correre un mondiale e volevamo essere ben sicuri che fosse rigida, solida ed in forma perfetta. Quello scafo, uguale agli altri, NON ERA uguale come prestazioni (ne' come costo) |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 17:51
@SALT stai parlando di un pezzo "custom" immagino che anche i materiali differissero da quelli usati per la normale produzione, qua siamo sempre su produzioni di serie. Il costo del singolo prezzo è decisamente come hai detto più alto, il budget cresce e quello che prima era impossibile per una produzione di massa diventa fattibile. |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 18:17
Si' e' solo per dire che a volte, oggetti che escono dallo stesso ciclo produttivo possono essere apparentemente uguali, ma in realta' sono profondamente diversi. anche come costi. una curiosita' ma tu lavori per quella fabbrica di elettrovalvole vicino a corso allamano? |
| inviato il 03 Febbraio 2025 ore 18:46
Andres Segovia suonò per molti anni chitarre costruite nell'atelier Ramirez. E siccome era, ai suoi tempi, il chitarrista classico più famoso del mondo per un certo periodo moltissimi chitarristi vollero pure loro avere in mano la stessa chitarra, e comprarono la Ramirez "clase primera". Comprarono chitarre assolutamente identiche a quelle del Maestro per forma e dimensioni delle singole parti, assemblate in modo simile nello stesso atelier. Strumenti in genere più che decorosi, ma sempre inferiori, talvolta anche non di poco, a quelli che venivano dati in mano al Maestro. Come mai? Perché la costruzione delle chitarre di Segovia veniva eseguita e controllata passo passo da un artigiano di eccezionale talento, Santos Hernandez. Tutte le chitarre Ramirez di quel modello rispettavano le stesse specifiche tecniche, ma Santos Hernandez, pur rimanendo all'interno di quei valori, era capace di agire su minuzie in grado di fare la differenza, e a volte la differenza, tra una chitarra seguita da lui e un'altra qualsiasi destinata al mercato, era davvero notevole. Eppure erano tutti strumenti commercialmente equivalenti, esteriormente identici, le cui parti erano costruite su identico progetto, controllate verificando le stesse tolleranze di lavorazione e assemblate con le stesse modalità. |
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