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Foto di avifauna e sfondo omogeneo


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avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 9:35

Scusate, io non sono nessuno, però voglio far notare che qualcuno pensa di avere in mano delle verità assolute. Come si fa a dichiarare che in naturalistica si debba scattare in un certo modo, certo una determinata foto/stile può piacere o meno. Ovviamente foto ottenute con metodi leciti e senza maltrattamenti ad animali. Pace e bene.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 11:56

A me queste discussioni danno sempre l'impressione che più che difendere la Natura si cerchi di sminuire/screditare i lavori altrui. Non vedo neppure la necessità di dichiarare tutto in didascalia. Se uno non si pone domande e non ha voglia di documentarsi su come vengono fatte certe foto è per sua pigrizia.. Capisco che viviamo nell'epoca del tutto pronto e del tutto subito però un minimo di impegno non guasta a mio avviso.
Inoltre chi critica il più delle volte lo fa semplicemente perché non è soddisfatto dei propri scatti (non mi riferisco a nessuno in particolare e non vi è nessun riferimento a questo topic) ed invece di cercare di migliorare preferisce criticare gli altri.
Non esiste un solo modo di fotografare uccelli! C'è chi predilige l'aspetto artistico di una foto, a chi piace avere tutto super dettagliato e a fuoco, a chi piace riprendere più ambiente che soggetto. Tutto è bello e tutto è lecito (sempre senza fare danni o infrangere la legge) ma non ha senso voler imporre la propria visione agli altri.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 12:16

... diciamo che, avere uno sfondo omogeneo ( che personalmente non mi piace), contribuisce ad esaltare i dettagli del soggetto - gli interventi sullo sfondo però, sono spesso necessari x ridurre il rumore ...

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 12:21

La cosa importante nella fotografia naturalistica è saper presentare la foto per quello che è e per come è stata fatta e lo stesso vale per quello che poi la va a guardare, a patto che in special modo quest'ultimo sappia che sta guardando,

una foto di un camoscio nella neve, un forcello al canto, una lepre in corsa, il salto di un capriolo ecc. ecc. sono attività in cui oltre allo scatto sono compresi doti di conoscenza, dedizione, impegno e senso della caccia e quei fattori andranno a dare il valore allo scatto,

la foto dell'orso attratto dai mucchi di mele fatta dal capanno turistico, il martin fatto a due metri mentre decide di tuffarsi nella vaschetta dei pescetti o l'uccelletto fatto sullo stesso posatoio dove vi si è posato mezzo mondo dei volatili va osservato come fosse un paesaggio e quindi per la pura tecnica di scatto, non certo immaginando il rude fotografo che dopo giorni e notti di appostamenti tra i rovi e senza viveri riesce a prendere l'ambito trofeo.Cool

avatarsupporter
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 12:42

Quella dei silvidi non l'avevo mica letta...
Probabilmente le sterpazzole (visto che si è parlato espressamente di silvidi, anche se nin capisco perché) che fotografo ogni anno nelle siepi marginali di prati e pascoli posate in punta a biancospino e rosa canina non sono state avvisate da Porcellana

Bruno77
Cibo (mangiatoie invernali a parte) e richiamo sono sempre in piccola o grande misura un disturbo..
Poi è chiaro che se chiamo 2 minuti in una settimana un saltimpalo per farlo avvicinare non succede nulla. Così cime non succede nulla se una tantum metto qualche camola per un'upupa..
Ma prova ad immaginare questo comportamento ripetuto n volte nell'arco del giono da n diversi fotografi...



Lasciamo stare la questione silvidi perché na stron.... del genere non si era mai sentita.
Tornando all'alimentazione. Ogni mangiatoia ha un margine di rischio, perché anche i predatori poi ci bazzicano intorno, quindi per esempio, mettiamo le mangiatoie vicino a un cespuglio per lasciare che gli uccelletti si sentano più al sicuro. Questo è un esempio, ci sono tante piccole accortezze per poter ridurre il rischio.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 12:59

m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0s7UnwF32eEchbKwCYNpFJmNQwD1J

Non so se riuscite ad aprirlo, cmq da qui vengono le mie foto ai saltimpalo, spazzacamino ecc ecc ,su juza ho postato solo qlc scatto, almeno si capisce una volta per tutte come funziona.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 14:29

Il tema del valore dello scatto in naturalistica è da sempre dibattuto sul forum. Una foto è una foto: tecnica, composizione, luce, soggetto, ambiente e momento colto. A questi parametri, in questo genere, va aggiunto il tema del rispetto dell'ecosistema (in senso lato). Stabilita la presenza di quest'ultimo criterio, il risultato va valutato in quanto tale. Se fa parte di un progetto tanto meglio, sarà un racconto che arricchirà l'esperienza dell'osservatore.

Ma una foto fatta in capanno, qualunque esso sia, non ha meno valore di una foto fatta stando 300 giorni in amazionia mangiando scarafaggi. Perché conta la foto ed il gusto personale, oltre che la capacità di emozionare (chi la guarda e chi la scatta). Senza generalizzare: mi emoziono quando faccio i verdoni in un capanno? progressivamente sempre meno. quando vado a cercarmi i maschi di leone nel Kruger provo più soddisfazione? si.

E potrei andare avanti con gli esempi: quello che conta è che sono valutazioni personali che non possono ragionare per logica sottrativa rispetto ad altri approcci, ad altri stili. La foto che ho fatto svegliandomi all'alba e camminando per ore al freddo cercando un soggetto esclusivo in un ambiente unico avrà più valore per me e, molto probabilmente, sarà percepita come distintiva ed unica anche da chi la guarda. Che magari dei martini in tuffo si è pure rotto le palle.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 14:35

Ma una foto fatta in capanno, qualunque esso sia, non ha meno valore di una foto fatta stando 300 giorni in amazionia mangiando scarafaggi. Perché conta la foto ed il gusto personale, oltre che la capacità di emozionare (chi la guarda e chi la scatta). Senza generalizzare: mi emoziono quando faccio i verdoni in un capanno? progressivamente sempre meno. quando vado a cercarmi i maschi di leone nel Kruger provo più soddisfazione? si.


Dipende: se valuti la fotografia come espressione pura, senza didascalia tanto per intenderci, è così. Ma al wildlife photographer of the year premiano anche (non sempre, vedi premio per minori del 2022) la difficoltà, la storia dietro la foto. Quando ha vinto il russo che ha lasciato fototrappole per 6 mesi per ritrarre la tigre siberiana, hanno premiato anche questo.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 14:41

Sono relativamente d'accordo, intanto le emozioni devono transitate da me all'osservatore se la fotografia vuole svolgere la sua funzione di mezzo di comunicazione, ed è per questo che la difficoltà del fotografo nel realizzarla in sé non è di nessun valore aggiunto, diventa un plus al momento che l'osservatore o almeno parte degli osservatori percepisce questa difficoltà, o immagina o vede ma deve perce× se vogliamo dargli valore, se invece ci atteniamo strettamente al significato di fotografia, e cioè scrivere con la luce, il riratto del mandrillo fatta allo zoo di Vienna vale quanto quella fatta nella foresta pluviale del Congo dopo ore di cammino con gli insetti che ti cadono dentro la camicia.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 14:59

Maurizio, non sto parlando di soggetti in cattività ovviamente. Ma se la foto che fatta in foresta pluviale è venuta male, non è una bella foto, non importa quanto fatica sia costata al fotografo. Io la apprezzerei ma non un osservatore "generico".

Per Blade, pur apprezzando le foto presentate negli ultimi WPOTY fatte con fototrappole ritengo che a queste si debba dedicare una categoria a parte. La tigre l'ho vista, peccato che sia un puro caso che si sia appoggiata a quel tronco (se ricordo) visto che le fototrappole hanno poco controllo sul momento da cogliere. Considerando poi che hanno premiato un formichiere imbalsamato direi che la difficoltà di scatto è uno dei fattori, come dicevo anche io, non il principale.

Tornando sul descrivere la tecnica assieme ad ogni foto, basterebbe prendere spunto dalle linee guida Nanpa e usare semplici etichette senza sbrodolare 20 righe per ogni foto.

user236140
avatar
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 15:10

dove il soggetto scompare per via delle frasche, ramaglie ed erbacce che non danno idea dell'ambiente. distraggono e disturbano l'osservatore


e allora dedicatevi alle foto dei peluche :-P

i gusti sono gusti, ma voi NON siete fotografi naturalisti, stop

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 15:11

Sono relativamente d'accordo, intanto le emozioni devono transitate da me all'osservatore se la fotografia vuole svolgere la sua funzione di mezzo di comunicazione, ed è per questo che la difficoltà del fotografo nel realizzarla in sé non è di nessun valore aggiunto, diventa un plus al momento che l'osservatore o almeno parte degli osservatori percepisce questa difficoltà, o immagina o vede ma deve perce× se vogliamo dargli valore, se invece ci atteniamo strettamente al significato di fotografia, e cioè scrivere con la luce, il riratto del mandrillo fatta allo zoo di Vienna vale quanto quella fatta nella foresta pluviale del Congo dopo ore di cammino con gli insetti che ti cadono dentro la camicia.


E' proprio quello che intendo io, ma il ritratto del mandrillo allo zoo non lo puoi portare ad un concorso di fotografia selvaggia.

Per Blade, pur apprezzando le foto presentate negli ultimi WPOTY fatte con fototrappole ritengo che a queste si debba dedicare una categoria a parte. La tigre l'ho vista, peccato che sia un puro caso che si sia appoggiata a quel tronco (se ricordo) visto che le fototrappole hanno poco controllo sul momento da cogliere. Considerando poi che hanno premiato un formichiere imbalsamato direi che la difficoltà di scatto è uno dei fattori, come dicevo anche io, non il principale.


Il formichiere era una t*fa, come anni prima il lupo che scavalcava la staccionata. Nel caso della tigre c'è proprio la difficoltà nel riuscire a ritrarla, essendo assai sfuggente. Poi è ovvio che la fototrappola non sceglie la composizione.
Poi si potrebbe argomentare che scatti con fototrappole e droni debbano avere una categoria a parte.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 15:14

Si anche la troupe di Our Planet si è dovuta arrendere alla tigre siberiana, mesi di appostamenti e nulla. Solo fototrappolaggio.

user236140
avatar
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 15:23

Queste sono le foto fatte da un mio caro amico che ha la fortuna di poter viaggiare in posti esotici

www.flickr.com/photos/ginozzo/

tecnicamente sono imperfette, tanto che io lo prendo spesso in giro per le triadi che usa, ma quando lui mi spiega dove e come ovvero al volo, in luoghi ostici, senza capanno e senza set, allora capisco l'enorme valore naturalistico che hanno e guardando quelle foto mi sembra di ri-entrare nelle atmosfere dello splendido libro di Attenbourough Avventure di un giovane naturalista letto recentemente

esattamente l'opposto della foto edonistica predominante che trasmette solo sterili sensazioni estetiche

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2024 ore 15:27

Va beh, però digli che l'Horse Shoe bend a Page non è il Grand CanyonMrGreen

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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