Canon EF 1200mm f/5.6 L USM
Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, testo e foto by
Juza. Pubblicato il 16 Ottobre 2024; 44 risposte, 31051 visite.
Il Canon EF 1200mm f/5.6 L USM è il più estremo supertele autofocus mai realizzato e venduto al pubblico (anche se in numeri molto limitati), ed ha sempre avuto un'aura leggendaria: un'ottica rarissima, ogni tanto avvistata a qualche evento, ma per i più qualcosa visto solo nelle poche foto che girano sul web, un'ottica inarrivabile che si colloca in una categoria a sé stante e fa sembrare piccoli e comuni anche obiettivi da sogno come i 500 F4 e 600 F4. Ho finalmente avuto l'occasione di provarlo di persona!
La storia del 1200mm F5.6
Il leggendario Canon 1200mm F5.6 ha origine nei lontani anni 80: fu brevettato nel 1980 e i primi cinque esemplari di quello che all'epoca era il Canon FD 1200mm f/5.6 L vennero realizzati per le olimpiadi di Los Angeles del 1984; erano manual focus e tra le caratteristiche peculiari avevano moltiplicatore 1.4X integrato che permetteva di trasformare l'ottica in un 1680mm f/8. Questa soluzione fu poi abbandonata da Canon per decenni, e infine riproposta nel Canon EF 200-400 f/4L IS 1.4x prodotto dal 2013 al 2023 (e le voci parlano di un ritorno su futuri supertele RF).
Le cinque copie del Canon FD 1200 vennero poi smontate e convertite al mount EF; venne aggiunto il motore autofocus ed eliminato il moltiplicatore integrato: così nasce il Canon EF 1200mm f/5.6 L USM (che ha quindi lo stesso schema ottico del 1200 FD del 1984), commercializzato in serie limitatissima dal 1993 al 2006.
Come altri supertele ultra-rari, il Canon EF 1200mm veniva prodotto solo su ordinazione: era necessario attendere circa 18 mesi per la sua fabbricazione dato che era un'ottica prodotta a mano (non c'era nessuna catena di montaggio o produzione in serie per il 1200!), ed era necessario circa un anno solo per creare l'enorme lente in fluorite, minerale utilizzato per le sue proprietà ottiche. Il prezzo di vendita era attorno ai 150 milioni di lire, o circa 90000 euro negli ultimi anni in cui è stato in commercio: una cifra senza dubbio enorme, oltre dieci volte il costo di un EF 600 f/4 L IS USM (circa 8000 euro nel 2010), e quattro volte il costo del Sigma 200-500 f/2.8 (circa 25000 euro). In compenso, rispetto ai due milioni di euro del Leica 1600mm f/5.6 il Canon sembra quasi un affare, e potenzialmente lo è stato per molti dei suoi acquirenti: le rare copie in circolazione vengono ora vendute usate a un prezzo molto superiore al nuovo; un esemplare come quello che ho avuto tra le mani è stato battuto all'asta al prezzo di ben mezzo milione di euro da Wetzlar Camera Auctions, la stessa casa d'aste che mi ha fornito il 1200 che potete vedere in questo articolo.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/125 f/5.6, ISO 6400, treppiede.
Costruzione e caratteristiche
Come tutti i supertele Canon, il 1200mm ha un barilotto in metallo verniciato di bianco; è lungo ben 83 centimetri e ha un diametro di 23cm; il peso è di 16.5 chili. A circa metà dell'ottica troviamo un'enorme maniglia per il trasporto e un attacco per treppiede che, come su altre ottiche di questa stazza, non è il classico "piedino" ma una struttura ben più robusta, a forma di maniglia rovesciata. Il paraluce è incorporato nell'obiettivo ma, a differenza di quello del Leica 1600mm o del Sigma 200-500 F2.8, non è fisso: anche se non si può smontare, è possibile farlo scorrere in avanti per coprire meglio la lente frontale o viceversa spostarlo nella posizione "chiusa" per occupare meno spazio in valigia. Questa scelta è probabilmente dovuta al fatto che, per via della forma dell'ottica, sarebbe impossibile montare il paraluce al contrario durante il trasporto; un eventuale paraluce separato avrebbe quindi aggiunto un enorme ingombro al già grande 1200mm.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/125 f/5.6, ISO 6400, treppiede.
Un'altra soluzione comune alle ottiche enormi è la parte posteriore girevole: non potendo girare facilmente l'intera ottica per passare da orizzontale a verticale, viene reso possibile ruotare la parte posteriore. Sulla parte posteriore troviamo i classici selettori per AF/MF e il limitatore di messa a fuoco che consente di scegliere tra tre posizioni: 14-30m, 30m-infinito e 14m-infinito (cioè gamma completa). Gli altri selettori permettono di scegliere la velocità del focus by wire, impostare un focus preset e attivare o disattivare il "beep" di messa a fuoco.
Vari dettagli del Canon EF 1200mm f/5.6 L USM.
Lo schema ottico è composto da 13 lenti in 10 gruppi, anche se due di queste sono rispettivamente un piccolo filtro posteriore drop-in da 48mm e un vetro protettivo anteriore; se non consideriamo queste due, l'ottica vera e propria è composta da 11 lenti in 8 gruppi di cui due lenti in fluorite (la più grande è la lente frontale da ben 20 centimetri di diametro). Il diaframma ha 8 lamelle, e la messa a fuoco avviene tramite motore USM (di tipo ring-USM), che si occupa anche della messa a fuoco manuale: il Canon EF 1200 aveva infatti focus-by-wire, una soluzione che è poi diventata molto comune sulle moderne ottiche per mirrorless. La minima distanza di messa a fuoco è di 14 metri, e come si può immaginare le capacità macro sono molto modeste (0.09x).
Non è presente stabilizzazione d'immagine, il che rende l'ottica suscettibile alle vibrazioni, vista anche l'enorme lunghezza focale: è necessario utilizzare un treppiede ben solido e un'altrettanto solida testa, anche se in parte l'enorme peso dell'obiettivo riduce il rischio di micromosso. Ovviamente non ha senso utilizzarlo a mano libera; anche se fisicamente è possibile sollevarlo (nella mia famosa foto col Sigma 200-500 f/2.8 stavo sollevando lo stesso peso, circa 16kg) non si riuscirebbe a inquadrare il soggetto senza avere un fortissimo rischio di mosso.
Se guardiamo gli MTF, la resa ottica non è ai livelli dei moderni supertele; tuttavia, tenendo conto che parliamo di un'ottica nata nel 1980, è comunque migliore di quanto ci si possa aspettare (e superiore ad altri mega-tele che ho provato), e risolve bene il sensore da 20 megapixel della 1DX II. La qualità d'immagine è identica tanto a tutta apertura che chiudendo a f/8; ovviamente quest'ottica è stata progettata per scattare sempre a f/5.6, altrimenti si perderebbe il senso di portarsi dietro 16kg e 90000 euro di obiettivo.
Se confrontiamo i grafici col Canon RF 1200mm f/8, che è sostanzialmente un EF 600 f/4 III "saldato" a un moltiplicatore 2X, vedremo che questa combinazione (600 F4 III + 2X o RF 1200 F8) ha una resa migliore del 1200 f/5.6, anche se al costo di 1 stop di luminosità in meno. Tuttavia, perlomeno al centro la differenza non è enorme, a ulteriore testimonianza dell'eccellenza di questo schema ottico progettato nei primi anni 80.
Nel confronto col Canon RF 600mm f/4 (o il suo "gemello" EF 600 F4 III), il moderno 600 F4 è ovviamente molto più nitido; se montiamo il 2X sul Canon RF 600 otteniamo un 1200 F8 con resa pressochè identica a quella del Canon RF 1200mm f/8 e, come visto sopra, con resa leggermente migliore rispetto al 1200 F5.6.
Il Canon EF 1200mm è a sua volta compatibile con i moltiplicatori di focale, e può diventare un 1700mm f/8 o un 2400mm f/11. E' possibile montare tubi di estensione nel caso sia necessario mettere a fuoco un po' più da vicino rispetto ai 14 metri, e come abbiamo già visto sul retro si possono montare filtri da 48mm. In dotazione assieme all'obiettivo abbiamo un'enorme valigia che da sola pesa attorno ai 15kg: in altre parole, durante il trasporto ci porteremo in giro oltre 30kg, senza contare il peso e l'ingombro del treppiede.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/640 f/5.6, ISO 800, treppiede.
Il Canon 1200mm F5.6 tra le mie mani
Non è noto quanti EF 1200mm F5.6 siano stati realizzati; si parla di venti o trenta esemplari al mondo e, anche se non ci sono conferme ufficiali, questo numero sembra abbastanza realistico. L'unico esemplare in possesso di Canon, che in teoria avrei dovuto provare quasi quindici anni fa, fu danneggiato irreparabilmente: alcune fonti dicono durante una spedizione, altre leggende narrano di uno sfortunato giornalista che lo fece cadere (e immagino non sia più tra noi per raccontarlo ;-)). Così, dopo aver inseguito quest'ottica per decenni, ho finalmente avuto l'opportunità di provarlo grazie a Wetzlar Camera Auctions, una casa d'aste di lusso che si occupa di fotocamere e obiettivi rari e di grande pregio, con sede a Wetzlar, la città dove anche Leica ha il suo quartier generale e dove nei mesi scorsi avevo provato il 1600mm f/5.6. Coincidenza fortunata, che mi ha anche permesso di tornare a lavorare con Azzahra, la modella che avevo conosciuto nello shooting col Leica.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/200 f/5.6, ISO 6400, treppiede. Raggiungo Lars Netopil di WCA in un hotel a Wetzlar e finalmente posso vedere di persona il tanto desiderato 1200. L'obiettivo è nella sua valigia originale e i collaboratori di Lars lo maneggiano indossando candidi guanti bianchi, il che mi fa sorgere leggeri dubbi sulla possibilità di
sommergerlo in una palude o portarlo a spalla in giro per i boschi. Dovrò quindi lavorare indoor, in condizioni ai limiti dell'impossibile: tempi di scatto attorno a 1/125 su un 1200mm senza stabilizzazione! L'obiettivo è montato sul più solido treppiede Gitzo che abbia mai visto, e per risolvere il problema di "quale testa potrà sorreggerlo" viene montato direttamente sul treppiede, senza testa: questo mi permetterà di evitare il micromosso nonostante i tempi lenti, ma per contro rende molto difficile cambiare inquadratura, cosa che richiede di riposizionare di volta in volta le gambe del treppiede e modificarle leggermente l'inclinazione.
La valigia del Canon EF 1200mm f/5.6 L USM.
Per cercare di migliorare i risultati sperimento varie soluzioni: utilizzo ombrelli colorati per avere uno sfondo più vario e gradevole e monto un faretto con luce calda in modo da bilanciare le luci presenti nell'hotel e per poter sperimentare diversi tagli di luce, oltre a creare belle tonalità calde. Per guadagnare qualche metro di distanza in più e allargare leggermente l'inquadratura, chiedo ad Azzahra di uscire dall'hotel e la fotografo attraverso una finestra, il che permette di avere uno sfondo naturale e scattare in luce ambiente, con sensibilità più basse.
La messa a fuoco, in abbinamento alla 1DX II, è discretamente veloce (più veloce e silenziosa rispetto al Sigma 200-500 f/2.8, che per via del suo peculiare schema ottico utilizza un'enorme rotaia per muovere le lenti e necessita di una batteria incorporata). Guardando le immagini nello schermo della fotocamera, la resa mi sorprende positivamente: per essere un'ottica di oltre 40 anni fa, è in grado di risolvere il sensore 20MP. Nel complesso, è forse il più utilizzabile tra i supertele estremi che ho provato: l'AF fa una differenza enorme, e tutto sommato dimensioni e peso non sono "impossibili" come il metro e mezzo e i 45kg del Leica 1600mm F5.6 che ho provato in precedenza. Ma è comunque un'ottica con un peso e un ingombro fuori dal comune.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/125 f/5.6, ISO 6400, treppiede.
Ho portato un moderno EF 600 F4 IS II (per cui ringrazio l'amico Sandro "Titino") da utilizzare come metro di paragone per dare un'idea delle dimensioni: quest'ultimo sembra un giocattolino rispetto all'enorme 1200mm F5.6. Col digitale e la possibilità di scattare ad altissimi ISO un'ottica come il 1200 ha ormai poco senso; un moderno 600 F4 + 2X pesa e costa una frazione, e ha una resa migliore (anche se diventa F8); tuttavia, quando fu progettato il 1200 il digitale non esisteva, e la resa ISO delle moderne fotocamere era lontana ancora quarant'anni, così anche il singolo stop di differenza tra un F5.6 e F8 poteva essere decisivo. Al giorno d'oggi, l'unica ragione per usare il 1200 F5.6 potrebbe essere la maggiore separazione tra soggetto e sfondo data dal diaframma più luminoso.
Il 1200 F5.6 a confronto con l'EF 600 F4 IS II; nella prima foto entrambi senza paraluce (paraluce retratto nel caso del 1200) e nella secondo con paraluce.
Osservando i particolari dell'obiettivo, guardo con curiosità il manuale di istruzioni, che comincia col classico "Grazie per aver acquistato il Canon EF 1200mm f/5.6 L USM", quasi fosse un qualsiasi zoomino 70-300: con la differenza che per acquistare il 1200 non si andava semplicemente in negozio e lo si portava a casa, ma bisogna fare un ordine presso Canon, versare l'enorme cifra richiesta e attendere 18 mesi. Il manuale, che vi riporto per intero, è di ben sei pagine (tante per un obiettivo) e descrive minuziosamente ogni caratteristica dell'obiettivo (anche se con qualche errore di stampa, ad esempio lo schema ottico elencato come "36 elementi" quando sono in realtà 13)
Il manuale di istruzioni del Canon EF 1200mm f/5.6 L USM (clicca qui per ingrandire). Concludo l'esperienza con questa straordinaria lente con le classiche foto dell'ottica in mano (ma solo tenuto per la maniglia, in stile valigia, non sollevato), suscitando comunque una notevole ansia - già durante lo shooting avevo vari "bodyguard" immediatamente pronti ad afferrare l'obiettivo ogni volta che dovevo fare il più piccolo spostamento, per paura che una lente così unica e costosa potesse cadere e danneggiarsi; se avessi provato a sollevarlo per l'iconica foto a mano libera in "stile Sigma 200-500 F2.8", penso che avrei scatenato terrore e tragedia ;-)
Per dare l'idea di quanto sia complesso e rischioso scattare con ottiche del genere, un'interessante osservazione che mi ha fatto Lars - e a cui non avevo pensato - è che il solo fatto di utilizzare l'AF è un rischio: l'esemplare del 1200mm F5.6 che ho provato è stato costruito nel 1998 e quindi il motore autofocus ha ben 26 anni alle spalle; se per disgrazia si fosse rotto, anche per normale utilizzo dopo decenni, nel corso del mio shooting, l'obiettivo avrebbe immediatamente perso buona parte del suo valore dato che sarebbe diventato del tutto inutilizzabile. Trattantosi di un'ottica prodotta artigianalmente in pochissimi esemplari, non è più possibile ripararlo, e dato che utilizza focus by wire (la messa a fuoco manuale è in realtà motorizzata, viene realizzata dal motore AF), se si dovesse rompere il motore ring-USM non sarebbe più possibile focheggiare nè in AF nè in manuale, trasformando l'obiettivo in un costosissimo fermacarte.
Canon 1DX Mark II, Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, 1/640 f/5.6, ISO 1600, treppiede. Conclusione Anche se per l'enorme valore e la rarità dell'ottica ho avuto modo di scattare solo in condizioni non ideali, provare il 1200 F5.6 è stata un'esperienza eccezionale e sono riuscito ad avere molte delle risposte che cercavo, in primis se la resa fosse ancora buona per gli standard attuali (e sorprendentemente lo è, perlomeno sul sensore della 1DX II). Le foto che ho pubblicato sono le prime e uniche mai scattate con quest'ottica su JuzaPhoto, e in generale tra le pochissime che si possono trovare su internet (forse le uniche pubblicate a piena risoluzione).
Anche se ormai è diventato un oggetto da collezione, ai suoi tempi il Canon EF 1200mm f/5.6 L USM è stato un vero strumento da lavoro, pensato non per essere esposto in una teca ma per essere usato e maltrattato negli eventi sportivi, per naturalisti e per un vero e proprio utilizzo sul campo. Peso e prezzo lo hanno reso un obiettivo molto di nicchia, ma negli anni 80 e 90 ha permesso ai pochi fortunati che l'hanno utilizzato di portare a casa foto altrimenti impossibili.
Un enorme ringraziamento a Lars e
Wetzlar Camera Auctions GmbH per aver acconsentito a questa prova ed essersi presi i notevoli rischi che comporta; se siete appassionati o collezionisti di fotocamere e obiettivi d'epoca, ogni anno questa casa d'aste propone oggetti eccezionalmente rari e pregiati, pezzi di storia della fotografia. Vi consiglio di registrarvi alla loro newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti, e in
questa pagina potete vedere alcuni degli highlights delle aste precedenti.
Risposte e commenti
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| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 9:34
Ottima analisi e bell'articolo su un delicato dinosauro. ....quindi la penultima foto e' l'anteprima di cosa sarebbe successo in caso di rottura motore? Uprigth row con 17 chili belli larghi? |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 9:46
wow |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 9:49
Racconto di una giornata davvero incredibile Juza. Emozionante vedere sia la valigia di alluminio originale che il manuale di istruzioni dell'epoca. Peccato per non avere avuto l'occasione di provarlo anche outdoor ma capisco perfettamente la preoccupazione della Casa d'aste. Bravo, ottimo colpo! |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 10:06
Hai sudato freddo???? |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 11:00
Che spettacolo! Quanto sono affascinanti questi obiettivi estremi |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 11:10
“ la penultima foto e' l'anteprima di cosa sarebbe successo in caso di rottura motore? Uprigth row con 17 chili belli larghi? „ ah ah potrebbe essere un'idea ;-D “ Hai sudato freddo? „ A dire il vero ero tranquillo, l'unica preoccupazione poteva essere il motore AF, ma per il resto dopo aver provato il Leica 1600mm F5.6 qualsiasi altro obiettivo sembra economico e facile da maneggiare Il Leica sì che mi aveva fatto un po' sudare, sia per i due milioni di euro che per i 45 kg di peso, un po' impegnativo da maneggiare anche per me :-D
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| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 11:45
Spettacolo di articolo e occasione davvero unica di provare un qualcosa di assolutamente folle! Grazie anche per aver condiviso il manuale, davvero introvabile e godibile da spulciare a titolo di curiosità :D |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 11:56
Bella recensione, ogni volta imparo sempre qualcosa di nuovo. Queste rarità tecniche mi sono completamente sconosciute ed è molto interessante scoprirle dai tuoi articoli. Grazie |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 12:20
Grazie Juza per il racconto. per chi come me ha vissuto gli anni 90 da piccolo appassionato di fotografia è un amarcord indelebile. Nonostante fosse una lente per pochissimi, ricordo che era incluso nei depliant e cataloghi Canon quasi fosse stato accessibile ai piu e da piccolo, naturalmente, sognavo di averlo. Molti anni dopo ho capito quanto esclusivo fosse..... |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 12:25
Aspettavo di vederti con questa meraviglia ottica. 1200mm in AF è da brividi. Il know-how di Canon e di Nikon (sul sito da te linkato c'è anche l'incredibile Nikon ED Nikkor 1200-1700 mm) era davvero fantascienza. |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 12:29
Bel servizio... Complimenti!! |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 12:31
Lo conosco da quando fu presentato in montatura FD, quarant'anni addietro, e con l'extender incorporato che, pare, non comportasse alcun decadimento delle prestazioni essendo stato realizzato appositamente per il suo schema ottico. Io sapevo che dell'FD ne realizzarono dieci, quelli poi trasformati in montatura EF, e onestamente non sapevo che dopo di questi, che in genere Canon metteva a disposizione di una ristrettissima cerchia di professonisti in occasione dei grandi Eventi Sportivi: Olimpiadi, Mondiali di Calcio, Nuoto e soprattutto di Vela, ma non sapevo che ne avessero anche prodotto una decina direttamente in montatura EF. |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 12:35
Molto interessante! Visto che questa review è stata seguita anche fuori dell'Italia, suggerisco di pubblicare anche una traduzione in inglese. |
| inviato il 16 Ottobre 2024 ore 13:24
Sempre interessantissimi le tue prove su obiettivi estremi e rari. Grazie |