| inviato il 09 Gennaio 2020 ore 22:29
Devo scrivere 10 curiosità sulle ottiche vintage. Il primo vero sistema ottico fu progettato nel 1829 da Charles Chevalier col cosiddetto “doppietto acromatico“. Nel 1896 Paul Rudolf inventa uno schema ottico leggendario conosciuto ancora oggi: il Planar, costituito da 6 lenti in 4 gruppi. Tessar, uno degli schemi ottici più diffusi, significa 4 in greco. E' composto infatti da 4 lenti in tre gruppi: venne definito Adlerauger, che in tedesco significa "Occhio d'Aquila" Il Biotar, progettato nel 1927 da Willi Merté, utilizza lo stesso schema del Planar (doppio Gauss) ma con struttura assimmetrica. Dopo la seconda guerra mondiale il nome Biotar verrà abbandonato e tutti gli schemi a 6 lenti in 4 gruppi verrano chiamati Planar,; nel caso si parlerà di Planar Assimmetrico. L'obbiettivo più luminoso al mondo è il celebre Planar 50mm f/0.7. Fu presentato al Photokina del 1966 e fu commissionato alla Zeiss dalla Nasa per mappare la faccia nascosta della luna in vista del celebre 'uomo sulla luna'. Venne utilizzato dal regista Stanley Kubrick per le riprese a lume di candela del film Barry Lindon. Con il nome Helios 44 si definisce una famiglia di ottiche a basso costo (58mm) create in Russia dopo la seconda guerra mondiale che utilizzano uno schema Biotar. Si può trovare nei mercatini a prezzi decisamente bassi e ancora oggi è utilizzata per un particolare effetto bokeh denominato Swirly. Il Super Takumar 135 F/2.5 del 1972 ha uno schema ottico a sei lenti in sei gruppi, e secondo molti fotografi è il miglior 135 mai costruito. Se in un'ottica vintage una delle lenti tende ad ingiallire è probabile che sia dovuto alla presenza di Torio, un elemento radioattivo molto in voga nella progettazione di lenti negli anni 50-60. Il Torio (così come il Lantanio, altro elemento radioattivo utilizzato negli anni '30) modifica il numero di Abbe del vetro a cui è mescolato, con notevoli benefici per la correzione dell'aberrazione cromatica. Altri suggerimenti, migliorie? :-) |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 11:35
Alla fine ho concluso così: 1) Il primo vero sistema ottico fu progettato nel 1829 da Charles Chevalier col cosiddetto “doppietto acromatico“. 2) Nel 1896 Paul Rudolf inventa per Zeiss uno schema ottico leggendario conosciuto ancora oggi: il Planar, costituito da 6 lenti in 4 gruppi. 3) Tessar, uno degli schemi ottici più diffusi, significa 4 in greco. E' composto infatti da 4 lenti in tre gruppi: venne definito Adlerauger, che in tedesco significa "Occhio d'Aquila" 4) Il Biotar, progettato nel 1927 da Willi Merté per Zeiss, utilizza lo stesso schema del Planar (doppio Gauss) ma con struttura assimmetrica. Dopo la seconda guerra mondiale il nome Biotar verrà abbandonato e tutti gli schemi a 6 lenti in 4 gruppi verrano chiamati Planar; nel caso si parlerà di Planar Assimmetrico. 5) L'obbiettivo più luminoso al mondo è il celebre Planar 50mm f/0.7. Fu presentato al Photokina del 1966 e fu commissionato alla Zeiss in 10 esemplari dalla Nasa per mappare la faccia nascosta della luna in vista della missione Apollo 11. Venne utilizzato nel 1975 dal regista Stanley Kubrick per le riprese a lume di candela del film Barry Lindon. 6) Con il nome Helios 44 si definisce una famiglia di ottiche a basso costo realizzate in Russia dopo la seconda guerra mondiale che utilizzano uno schema Biotar (58mm). Ne esistono 7 versioni che si possono trovare nei mercatini a prezzi decisamente bassi. Ancora oggi è utilizzata per un particolare effetto bokeh denominato Swirly. 7) Il Super Takumar 135 F/2.5 del 1972 ha uno schema ottico a sei lenti in sei gruppi: secondo molti fotografi è il miglior 135 mai costruito. 8) Se in un'ottica vintage una delle lenti tende ad ingiallire è probabile che sia dovuto alla presenza di Torio, un elemento radioattivo molto in voga nella progettazione di lenti negli anni 50-60. Il Torio (così come il Lantanio, altro elemento radioattivo utilizzato negli anni '30) modifica il numero di Abbe del vetro a cui è mescolato, con notevoli benefici per la correzione dell'aberrazione cromatica. 9) Il Mir 37-1 f/2.8 è un obbiettivo di produzione russa degli anni 50; il progetto ottico di deriva dal Flektogon della Zeiss. Ha due primati importanti: fu il primo obbiettivo russo ad essere insignito del premio Grand Prix all'esposizione internazionale di Bruxelles del 1958, ma soprattutto fu il primo obbiettivo a volare nello spazio. Con quest'ottica il 6 agosto 1961 il sovietico Gherman Stepanovich Titov realizzò le prime fotografie spaziali. 10) Il mitologico Canon EF 1200mm F/5.6L presentava una lente in fluorite dal diametro di circa 20cm, la più grande mai creata dalla casa giapponese. Pesava oltre 16 kg. Nel 2016 è stato venduto uno dei pochi esemplari esistenti al prezzo di 180.000 dollari. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 20:06
“ 6) Con il nome Helios 44 si definisce una famiglia di ottiche a basso costo realizzate in Russia dopo la seconda guerra mondiale che utilizzano uno schema Biotar (58mm). Ne esistono 7 versioni che si possono trovare nei mercatini a prezzi decisamente bassi. Ancora oggi è utilizzata per un particolare effetto bokeh denominato Swirly. „ è parzialmente corretto. La lente in questione, venne prodotta fino agli anni 80' e fabbricata nei stabilimenti ex Carl Zeiss Jena... Non si può definire copia sovietica, per il semplice fatto che essa venne costruita negli stessi laboratori e con gli stessi tecnici della Zeiss. Ci sono versioni anche Canon EF e Pantax K, oltre alle classiche M39 e M42. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 21:10
Grazie. Correggo. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 21:25
A suo tempo (35 anni fa) ne possedevo una, in versione M42x1, costruita nella Germania dell'est (DDR). Anche se di costo molto modesto, non si può definirla una lente scadente, ma anzi di ottima fattura e resa. Montata sulla mia Contax mi restituiva ottimi scatti, paragonabili alle più blasonate occidentali. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 21:33
Un' altra precisazione: è sbagliato definire "ottiche Russe" o "di produzione Russa". La Russia come stato nazionale esiste solo dopo la caduta del muro, all'epoca esisteva l'Unione Sovietica (URSS) e le fabbriche erano di norma dislocate per lo più nei paesi satelliti inglobati nel CominForm, e in genere Germania Est (DDR), Polonia, Cecoslovacchia etc. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 21:35
Seguo..sono affascinato da questi obiettivi che hanno una storia..e l hanno fatta la storia..ho anche un helios 44_2 58 mm f2..e non si puo che confermare..bell obiettivo..tutto vetro e metallo, buona qualita,giochi quasi inesistenti,una goduria da maneggiare,come oserei dire,tutti i vintage..sfuocato cn effetti molto particolari..prezzo basso,anche se negli ultimi anni si sono rivalutati un po inquanto venuta la "moda" dei vintage..lascio la parola agli esperti.. Paolo Ps qualcuno monta al contrario la lente frontale epr un effetto ancora piu particolare.. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 21:44
@Uccio88 - Ho usato i tubi di proluga per macro e i risultati erano eccellenti... non conviene girarlo, ha una focale che non rende in quel modo. |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 22:07
Si provato un paio di volte con tubi di prolunga :) Paolo |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 22:09
Su che macchina lo monti? |
| inviato il 12 Gennaio 2020 ore 22:17
Canon 7d..quindi aps_c..con adattatore..l ottica è un m42 |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 8:52
Inserirei anche l'introduzione dei trattamenti antiriflesso basati sull'interferenza (1935 Smakula) per l'importanza storica, ma anche per aver aperto la strada a schemi ottici più complessi dei tipo tessar e sonnar. |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 11:08
Vedo molte inesattezze storiche, poi sulla qualità delle ottiche e le caratteristiche non mi esprimo. E' sbagliato parlare di ottiche russe (se non di quelle attualissime, ma poche). Si tratta di "ottiche e apparecchi di produzione Sovietica, cioè di quel maxistato che era la unione Sovietica. E sbagliato pure dire produzione di quelle ottiche negli "stati satelliti" perché questi stati avevano una loro autonomia produttiva e i loro marchi. In particolare nella DDR esistevano i famosi marchi Jhaghee (Exactra) e quel che restava di Zeiss a Jena e Dresda (Pentacon, Praktica, Biogon, Biotar, Pancolar ecc. ecc.). Stabilimenti in parte smantellati e trasportati a Kiev dove si è prodotto per anni la Kiev copia esatta (modesta) delle Contax di anteguerra e poi la Fed. Qualcosa esisteva pure in Polonia, ma non ricordo. La massa della produzione dell'Unione Sovietica in fatto di ottiche e fotocamere viene da Krasnogorsk, nei pressi di Mosca. Qui un po si storia. www.guidafotousato.it/4-STORIA_MARCHE/testi/Fabbriche%20CCCP.htm |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 15:10
“ E sbagliato pure dire produzione di quelle ottiche negli "stati satelliti" perché questi stati avevano una loro autonomia produttiva e i loro marchi „ Autonomia produttiva per modo di dire: La dirigenza era nominata dal PCUS e riferiva direttamente a Mosca. Le linee produttive dovevano sottostare alla politica di sviluppo del resto dell'Unione Sovietica. Anche il marchio subiva cambiamenti dettati dalle linee del Governo Centrale che poi si riferiva al PCUS. A Krasnogorsk veniva prodotta (in parte) la Zenit e la Zorky. |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 15:13
In Cekoslvacchia ed in Polonia venivano prodotti gran parte dei vetri per gli obiettivi. |
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