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| inviato il 18 Novembre 2020 ore 9:16
Fronte Tre Cime: incendio della Dreizinnenhütte (rif. Tre Cime) e attacco austriaco alla Forcella Lavaredo 24-25 maggio 1915. Fulcro della linea di difesa è la Forc. Lavaredo. La 75ª comp. alpini con tre plotoni (s. ten. Dapino, De Zolt e Schirato) è accantonata nella vicina casermetta-rifugio, tra i grandi massi dei Piani di Lavaredo. Lassù, nel solenne silenzio delle crode e delle nevi, dove tuonerà tra poco il primo segnale di guerra, non giungono o giungono quasi spente le onde rumorose di passione che agitano le città d'Italia. Eppure lassù, in quel silenzio, rotto soltanto dai colpi intervallati dei picconi e delle asce che apprestano le prime trincee, costruiscono le prime baracche, la certezza e l'imminenza degli eventi sono più profondamente e fortemente sentite, traspaiono dagli occhi di ognuno. All'alba e al tramonto, all'issa e all'ammaina bandiera sull'antenna presso la casermetta-rifugio, con i prescritti squilli di tromba, le truppe irrigidite sull'attenti ripetono solennemente il giuramento di mantenere inviolato quel lembo di Patria ricevuto in consegna. Il leone di S. Marco, che il Senato Veneto ha scolpito nella roccia viva al piede della Cima Piccolissima, quasi a guardia del Passo, sembra guardare fisso, ammonitore della santità della consegna. Fino al giorno 22 gli austriaci forniscono un servizio di guardia speciale alla Forc. Lavaredo il 22 scompaiono. Rimangono a presidiarla, soli, gli alpini. Al di là della testata della Rienza, sulla Torre di Toblin, sul Sasso di Sesto, soprattutto sullo spiazzo del Rif. Tre Cime, si constata che l'avversario con intenso lavoro procede a sistemare difensivamente il terreno, specialmente di notte. I nostri con eguale alacrità scavano trincee, innalzano parapetti, preparano appostamenti per cannoni da montagna. I primi colpi di cannone Si fece l'alba del 24 maggio. Alla Forc. Lavaredo e alla Forc. Col di Mezzo fervono, come di consueto, i lavori. Ma al di là della V. Rimbon non si scorge un austriaco. Una grande bandiera della Croce Rossa sventola sul tetto del Rif. Tre Cime. L'annuncio dello stato di guerra non è ancora pervenuto lassù: e pure gli animi sentono che incombe un'ora solenne. Alle ore 8¾ un rombo fa sussultare quegli uomini, li impietra sulle forcelle, ritti, con sospese in mano le zappe e le vanghe. Pochi secondi, e un altro rombo, un sibilo acuto, uno scoppio, un grido di tutti i petti ad un tempo: «la guerra!». I due colpi sono stati sparati da quella mole rocciosa, massiccia e torva, che incombe su Landro e domina il M. Piana: dal M. Rudo, che gli austriaci hanno trasformato in fortezza. Il secondo colpo, sparato a shrapnel, è scoppiato sulla Forc. Col di Mezzo e ha colpito a morte due alpini, primi caduti sul fronte del Cadore: il serg. Apigalli da Sospirolo e il sold. De Mario da Costalissoio (67ª comp.). Cartina della zona contesa: Azzurro: Tre Cime di Lavaredo Giallo: Torre di Toblin e di fronte il Sasso di Sesto Verde: Monte Rudo Rosa: Monte Piano
Incendio del Rif. Tre Cime, 25 maggio 1915 Durante tutto il 24 maggio e la mattina del 25, pezzi di medio calibro austriaco, appostati nelle gallerie del M. Rudoe sul M. Specie, continuano a battere la Forc. Lavaredo e la Forc. Col di Mezzo; numerosi proiettili, dalle ore 16 in poi, sorvolano sibilando e scoppiando a Misurina: la lastra di ghiaccio che copre ancora gran parte del lago, in 48 ore si scioglie. Il 25 maggio, alle ore 10, una granata colpisce in pieno la casermetta-rifugio di Lavaredo, e la sconquassa. È il momento di rispondere. Il magg. Buffa di Perrero, convinto che il Rif. Tre Croci non può ricoverare feriti e che la bandiera della Croce Rossa maschera soltanto un comando di truppa o un deposito di munizioni e materiali, ordina all'artiglieria di trasportare immediatamente e piazzare i pezzi alla Forc. Lavaredo e di aprire il fuoco sul Rifugio. Il magg. gen. Fabbri, subito informato dell'inalberamento della bandiera della Croce Rossa sul Rifugio, approva la decisione presa dal maggiore Buffa di Perrero di continuare il fuoco fino alla completa distruzione del Rifugio stesso. Alpini e artiglieri, con gli sguardi fissi sui pezzi e sul bersaglio, fremono trattenendo il respiro, e attendono che s'inizi il fuoco. Il cap. Mazzini fornisce i dati di tiro ai capo-pezzo. Tutto è pronto. «Primo pezzo, fuoco! – secondo pezzo: fuoco!». Due rombi, due sibili, due nuvolette di fumo, una al di qua e una al di là del bersaglio. Rettifica del tiro. Salva di sezione. Al quinto colpo il Rifugio è colpito in pieno. In pochi minuti non è che un braciere ardente. Una grande nuvola di fumo si solleva, si dilata, evapora in direzione di Sesto. Alpini e artiglieri, elettrizzati dall'entusiasmo, ritti sulla forcella, sfidando il pericolo, prorompono in un possente applauso, quasi assistendo ad uno spettacolo di fuochi d'artificio. La Dreizinnenhütte, il celeberrimo Rifugio delle Dolomiti, non c'è più. Sorto nel 1882, scomparso nel 1915: trentatré anni di vita. Risorgerà, fenice magnifica, nel 1935, all'ombra del tricolore. Gli austriaci reagiscono pronti, concentrando il fuoco dei pezzi della Torre di Toblin e del M. Rudo sulla Forc. Lavaredo e battendone palmo a palmo il crinale. La 58ª batteria vede l'opportunità di proteggersi ripiegando leggermente sui Piani di Lavaredo in posizione defilata. Il cap. Mazzini e gli artiglieri, quasi tutti della Romagna e dell'Emilia, noncuranti del pericolo, preoccupati soltanto di salvare i pezzi, li smontano sotto il tiro rabbioso del nemico che ha notato il movimento, e con calma imperturbabile li trasportano nei nuovi appostamenti. Passano pochi minuti. La 58ª batteria ricomincia a sparare. Gli alpini, addossati alle crode, lanciano un grido di ammirazione e di simpatia ai fratelli artiglieri, che hanno sfidata così brillantemente la rabbia del nemico. |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 9:39
Loris, mi piacciono molto le due foto in b/n! Con il tuo racconto hai fatto rivivere le tue immagini e leggendo mi sembrava di essere anch'io sulla scena e di far parte della storia. Buona giornata Francesco |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 10:34
Stupendo lo scatto e come scritto anche da Francesco altrettanto bello il racconto che ti porta nell'immagine. Complimenti Un saluto Andrea |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 10:46
Ottima! |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 10:47
Complimenti per questo bianco e nero di una splendida montagna. E complimenti anche per il resoconto storico. Un saluto, Leopoldo |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 11:16
Un b/n affascinante, mi colpisce la simbiosi tra cielo e montagna, bravo Loris e un saluto Emanuele. |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 11:29
Una monocromia bella ruvida, ruvida come lo sono queste rocce, ma che raccontano, raccontano molto, ottima proposta Loris |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 11:40
Sei fortissimo caro amico mio, sinceri complimenti Loris |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 12:57
SUPER |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 13:04
Complimenti Loris, bellissima immagine che rende veramente molto bene in questo stupendo b/n. Ciao, Paolo |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 13:06
Uno scatto che ti porta in dietro nel tempo ........mai dimenticare ....scatto stupendo.. Nelle mie gallerie ho anche io due scatti di quei posti per non dimenticare.. 7 ciao Ray Palm- |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 13:31
Ciao Loris. Bellissima la foto, preferisco il bn, avvincente il racconto allegato. Tanti complimenti. |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 16:32
Veramente di grande effetto in BN....introduce bene la bellissima didascalia Complimenti Ciao Stefano Molto bella anche a colori |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 17:23
Ottime sia a colori che in B/n La didascalia è emozionante ..poveri ragazzi.. Grazie Loris |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 18:09
Un bellerrimo omaggio ai caduti di quell'immane sterminio che fu la Prima Guerra Mondiale, complimenti, anche per la didascalia! |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 19:08
Bellissima immagine, didascalia: una pagina di Storia! Complimenti FB |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 22:15 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)
Ottima composizione ''B.W.'', posto e paesaggio il mio amico Loris, bello scatto e bel lavoro... bravo. bye Jean. 8-) Excellent composition ''B.W.'', place and landscape my friend Loris, beautiful shot and nice job...bravo..bye Jean.. |
| inviato il 18 Novembre 2020 ore 23:06
Luoghi che definisco Sacri. Luoghi che tutti dovrebbero visitare in rigoroso silenzio per ascoltare le voci delle anime che ci sussurrano: "è la Nostra Terra, è la nostra Patria" il nostro sacrificio è per voi. Complimenti Loris e grazie per questi panorami, bellissimi ma di grande significato. Un caro saluto Franco |
| inviato il 19 Novembre 2020 ore 0:28
Francesco è un gran piacere per me leggere le tue parole ed averti trasportato in questa storia di un secolo fa, ti ringrazio per l'attenzione Andrea grazie anche a te per l'attenzione alla fotografia e didascalia, se sono riuscito a trasportarti nella storia ne sono felice Claudio grazie per "l'ottima" gentilissimo. Leopoldo felice di conoscerti e lieto del tuo gradimento, mi ha fatto piacere ricevere i tuoi complimenti, grazie Emanuele grazie per i complimenti, ho diversi scatti di questo bel momento e pure io ho avuto la tua stessa sensazione Ale sono contento che il b.n. è di tuo gradimento, hai ragione quando dici che queste rocce raccontano molto, grazie Pietro grazie per il "fortissimo" e complimenti sei un amico gentilissimo Jerry grazie mille per i complimenti e per aver apprezzato la fotografia Werner "SUPER" grazie Paolo questa volta il b.n. è decisamente appropriato scenograficamente grazie per i complimenti Ray sono passati cent'anni e quei ragazzi da ambo le parti non devono essere dimenticati e noi non dobbiamo dimenticare quegli errori fatti dai potenti del tempo, ti ringrazio per i complimenti Fabio è un piacere leggere le tue parole gratificanti, ti ringrazio per l'attenzione Stefano grazie della visita ed i complimenti espressi alle fotografie e didascalia che hai trovato interessante Claudio grazie per il pensiero ai ragazzi e per i complimenti, gentilissimo Francesco grazie anche a te per l'attenzione a quei ragazzi e per la lettura della didascalia Franco è un gran piacere per me averti tra gli amici a commentare questa fotografia e didascalia, grazie di cuore Jean amico carissimo ti ringrazio per il tuo bel commento, gentilissimo Franco è emozionante leggere le tue parole, come lo è recarsi in quei luoghi, il Monte Piana è un museo a cielo aperto ed ogni metro di quella vetta parla di sacrifici e di vite spezzate ed è doveroso visitarle con rispetto e silenzio. Un saluto affettuoso a tutti voi amici carissimi, vi ringrazio nuovamente Un saluto Loris |
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