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www.lauromagrisphotonature.com - exif: Obiettivo LEICA DC Vario-Summilux F1,7-2,8 24-75 mm eq.ti, priorità di diaframma, focale equivalente 62mm, val.dev.esp. -0,33 - L'immagine è coperta da copyright di Lauro Magris , non può essere utilizzata in alcuna forma senza il consenso dell'autore - #FiltroPolarizzatore#Urbex -NOTE: Complesso monumentale 'Brion', a San Vito di Altivole (Tv), fu commissionato all'architetto-designer Carlo Scarpa (nato a Venezia nel 1906) dalla moglie Onorina Brion Tomasin e dal figlio Ennio Brion (dopo la morte di Giuseppe Brion avvenuta il 12 settembre 1968- fondatore e proprietario dell'azienda Brionvega l'industria degli apparecchi radiofonici e televisivi degli anni '60 e '70 ). Scarpa iniziò i lavori nel 1969 e continuò fino al 1978, anno della sua morte prematura morte avvenuta per cause accidentali in Giappone. (A fine 2021, dopo 3 anni di lavori, l'architetto Guido Pietropoli, allievo e collaboratore di Scarpa in diversi progetti, ha terminato il restaurato del complesso monumentale nel pieno rispetto delle soluzioni architettoniche tramandate da Scarpa) - La parte privata monumentale copre un'area di oltre 2.000 metri quadri, avvolge ad "elle" due lati del vecchio cimitero tradizionale, tra le due aree vi è un varco caratterizzato da due grandi fori che richiamano le fedi nuziali intrecciate, oltre i quali si scorgono il prato e il laghetto, un passaggio che crea un forte impatto emotivo tra i due diversi mondi. Interpretazione simbolica dei 2 grandi cerchi: "Lui, il fuoco, lei l'acqua ... 2 elementi diventano1. Nell'angolo, asimmetrica eppur razionalmente lavorata dal cemento armato, l'arca aperta ai lati con i sarcofagi dei due coniugi (Onorina Brion Tomasin e Giuseppe Brion) inclinati l'uno verso l'altro quale simbolo d'amore - Nei pressi c'è la tenda-caverna, che ospita le tombe dei parenti, dalla quale si giunge alla cappella, isolata nell'acqua - Opera matura, sintesi tra le varie esperienze del maestro indiscusso nel trattare il cemento armato grigio/opprimente con finalità grafiche-decorative, con inserti di tasselli e di mosaici di vetri colorati di Murano inseriti in maniera minimalista e l'aggiunta di finiture in bronzo, il tutto sapientemente miscelato con l'inserimento di giardini, caratterizzati da vasche e da canalette d'acqua scorrevole per incontrare la filosofia Zen e l'arte Giapponese - Citazione (1976): « Possiamo dire che l'architettura che noi vorremmo essere poesia dovrebbe chiamarsi armonia, come un bellissimo viso di donna. Ci sono forme che esprimono qualche cosa. L'architettura è un linguaggio molto difficile da comprendere - è misterioso, a differenza delle altre arti, della musica in particolare, più direttamente comprensibili... Il valore di un'opera consiste nella sua espressione - quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto. »
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