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Continuando la carrellata sulle ottiche vintage che ho acquistato recentemente, volevo proporre un mini test su questo zoom autofocus tuttofare perfettamente usabile sulle moderne fotocamere Nikon, specie prosumer e pro e su tutte quelle dotate, sul bocchettone di innesto, della presa di forza comandata dal corpo macchina. Come sempre , darò qualche cenno storico per poi addentrarmi nella descrizione più tecnica ed infine di ripresa lasciandovi le mie impressioni. Di questo obbiettivo 28-85 appunto, esistono 3 versioni di cui 2 autofocus, tutte però accomunate dallo stesso schema ottico. Il primo progetto AI-S è del Dicembre 1985, ambizioso e complesso a tal punto che furono ben 4 i tecnici che firmarono il brevetto: creare uno zoom compatto, anche macro, composto da 15 lenti in 11 gruppi con ben 8 tipi di vetro diversi e con un complesso sistema di camme e flottaggi interni, richiese una sinergia non indifferente. A ribadire la validità di tale progetto, basti pensare che il successivo, professionale e ben più costoso 35-70 f 2,8 ne riprese in larga parte lo schema ottico. A questo zoom 28-85 manual focus, a Settembre del 1986 e fino ad Agosto 1990, fu affiancata una prima versione AF con le stesse prerogative ottiche ma con una costruzione in resina meno curata e con tolleranze meccaniche meno stringenti. A settembre 1990 fu infine presentata l'ultima versione (quella presa in considerazione oggi) che pur avendo, come già detto, le stesse caratteristiche del precedente, beneficiò di alcune migliorie sia estetiche che funzionali (la ghiera di messa a fuoco più larga ed in gomma, la riduzione dei laschi meccanici, nonché scritte più leggibili). Di questa ultima versione, che fu in produzione fino a Dicembre 1999, ne furono prodotte 217956 unità a confermarne il successo commerciale. Le caratteristiche tecniche sono le seguenti : lunghezza senza tappi 99 mm; diametro 71 mm; peso con tappi 540 grammi; diametro filtro anteriore 62 mm; distanza minima di maf 80 cm (23 cm in macro a 28 mm e rapporto di ingrandimento 0,38) ed infinito dopo i 5 metri; diaframma a 7 lamelle con apertura da f3,5 a f22 ; copertura da grandangolo con 28,30° fino ai 76° in tele a 85mm. Il paraluce dedicato era l' HB1 con innesto rapido a baionetta. Ho testato questo esemplare sulla mia Nikon 810 da 36 Mpx. L'obbiettivo, che si presenta ben fatto, solido e tutto sommato compatto, mette a fuoco in maniera discretamente veloce con un ronzio meccanico che, quando raggiunge il blocco di fine corsa, diventa uno "schiocco" avvertibile anche a livello di vibrazione. Devo dire che questo mio esemplare ha avuto una altissima percentuale di scatti ( statici) nitidi utili e senza manifestare evidenti front-back focus. Le immagini che pubblicherò, come sempre, non hanno subito alcuna ottimizzazione, ma solo una semplice conversione da RAW (massima qualità) a JPEG con il programma Capture NX-D di Nikon. Ho avuto però la sensazione, nel rivedere le foto, che l'obbiettivo tenda a sotto-esporre di almeno 2/3 di stop. Altra impressione ricevuta, quella che, nella messa a fuoco a distanze medie, anche a diaframmi abbastanza chiusi, esso "privilegi" prevalentemente l'area focheggiata "trascurando" le altre contigue. Alcuni recensori, anche qui su Juza, hanno parlato di tridimensionalità delle immagini: non è escluso che ci sia una attinenza su quanto da me rilevato. Per quanto riguarda la Nitidezza, senza girarci troppo attorno, bisogna riconoscere che l'obbiettivo deve essere diaframmato ad almeno f. 7,1 per avere buone prestazioni specie alle due estremità del range focale. Da f.8 fino a f.11, si ottengono in assoluto le migliori performances che io valuto in molto buone tenendo conto sia dell'anzianità del progetto che dell'esigente sensore impiegato. La Vignettatura, specie alle focali grandangolari è molto presente agli angoli estremi (proprio 2 baffi) e mediamente si attenua dai 50 mm in su chiudendo oltre f.8. Il flare lo si può controllare avendo cura di tenere le fonti luminose dirette al di fuori dell'inquadratura. La luce laterale è molto ben controllata e le vivide nuvole bianche, anche di notevoli dimensioni, risultano ben tollerate. Il Contrasto lo considero nella media, diversamente da quanto accade nelle più recenti realizzazioni di Nikon; le ombre risultano, pertanto, abbastanza aperte. Si nota una leggera desaturazione ai diaframmi più aperti abbinati alle lunghezze focali in area tele. La Distorsione è importante, ovviamente più in grandangolo (barile) ed avvertibile in tele specie se su soggetti geometrici. Il Colore, risulta fedele con una tendenza ad una leggera connotazione pastello una volta riequilibrata la sotto-esposizione a cui facevo riferimento prima. Il bokeh, sebbene non sia uno dei suoi punti forti, regala specie in posizione tele sfocati gradevoli tanto quanto basta ad accentuare la separazione dei piani. Aberrazioni cromatiche , specie color magenta, sono osservabili su soggetti (fortemente illuminati) cromati, e trasparenti quali vetro o acqua. Come sempre ribadito, tutte le problematiche enunciate sono facilmente risolvibili in post con i più comuni programmi di fotoritocco. Venendo alle conclusioni ritengo, secondo al mia esperienza, che questo zoom abbia da dire ancora la sua anche oggi, considerando che la qualità dell'immagine resa è più che buona, con una costruzione meccanica d'altri tempi che garantisce alta affidabilità nel tempo, ingombri e peso accettabili insieme ad un prezzo odierno veramente ridicolo. L'uso ideale, secondo me, è per uscite poco impegnative o dove non si vuol mettere a rischio la ns preziosa attrezzatura e quando la praticità e la leggerezza sono prioritarie rispetto a situazioni più impegnative che richiedono un'alta qualità.
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sent on September 07, 2022 (13:47) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
............ a detail that speaks more than 1000 words ........... 7 hello Ray Palm- ............un particolare che parla piu` di 1000 parole ........... 7 ciao Ray Palm-