Zambia: The Real Africa!
Zambia: The Real Africa!, testo e foto by
Editore. Pubblicato il 07 Settembre 2011; 28 risposte, 10270 visite.
Sono già stato in Africa, la Tanzania mi ha contagiato con quel mal d'Africa che non lascia scampo a nessun visitatore accorto o fotografo innamorato. Dopo essermi distratto un po' girovagando per l'India e per la Siria, ho deciso che dovevo ritornare in questo continente meraviglioso, ma volevo un luogo ancor più selvaggio e incontaminato. Volevo un viaggio ancor più avventuroso e spettacolare, quasi una esplorazione, con una meta degna di un appassionato fotografo (dilettante, ma con tanta voglia di imparare) come me: lo Zambia. Sono partito nell'agosto del 2009 con un truck 4x4 da Johannesburg e sono risalito attraversando il Botswana fino al Kafue National Park dove finalmente ho potuto vedere quello che avevo sempre sognato. Non pensavo che dopo aver seguito appassionatamente per tanti anni le avventure dei truck arancio di Overland avessi potuto un giorno emularli. Cucina da campo autogestita e tenda mi hanno accompagnato per 20 giorni in quasi 3500 km di strade africane, piene di buche, dissestate e polverose, ma affascinanti come poche.
Sono di nuovo in Africa, e l'Africa mi ha subito ripagato con meravigliosi paesaggi, tramonti da sogno e cieli stellati che mai si vedono in altre parti del globo. Confesso, sono un maniaco della logistica, non ho lasciato nulla al caso e soprattutto mi sono preparato alla scarsa reperibilità di corrente elettrica. La mia 5D Mark II con 4 batterie di ricambio ha tenuto duro grazie al suo proverbiale basso consumo, le foto venivano scaricate su un hard drive portatile da 250Gb.
Pensate che scaricare una compact Flash da 16 Gb consumava un'intera batteria e se ci si impegnava, bastava un solo pomeriggio per riempirne una. Combattimenti di elefanti, ippopotami in amore, caccia col leopardo... i Gb non bastavano mai.
Che esperienza!
Africa, mon amour!
Il nostro volo Emirates ci ha portato in Sud Africa, carichiamo i nostri bagagli e le nostre tende sul truck e procediamo subito verso il confine col Botswana, non c'è tempo da perdere, la strada è lunga e le cose da vedere sono tante. Gli 80 km/h del nostro camion non sono sufficienti per portarci al confine in tempo e la sera ci coglie a Bela Bela, una ridente cittadina sudafricana dove decidiamo di fermarci e ristorarci con un'enorme bistecca. Faccio qualche scatto con la mia compatta, giusto per documentare l'atterraggio e le highway sudafricane. Mi colpiscono soprattutto i quartieri di Johannesburg recintati da filo spinato e da alti muri, segno inequivocabile del degrado sociale che ancora sconvolge questa nazione nel post-apharteid.
Tanti cantieri inoltre testimoniano l'arrivo imminente dei mondiali di calcio e l'intera nazione è in fermento per rifarsi il lifting.
Botswana
Il 10 agosto attraversiamo il mitico posto di confine di Martin Drift con attraversamento del ponte sul fiume Limpopo che effettuiamo rigorosamente a piedi quasi in un remake de "il ponte sul fiume Kwai".
Siamo ormai in Botswana diretti al Khama Rhino Sanctuary, l'unico posto dove poter ammirare i rinoceronti bianchi in questo stato. Poche le formalità e nessun visto da pagare, il controllo immigrazione si svolge velocemente e la nazione sembra accogliere a braccia aperte ogni visitatore, salvo poi spennarlo all'ingresso dei vari parchi. Conosco la strada quasi a memoria, ho passato molte serate in compagnia di Google Heart a studiare l'itinerario e a stimare i tempi di percorrenza.
Fino ad ora tutto perfetto, tabella di marcia rispettata, condizioni delle strade ottime. Arriviamo al santuario dei rinoceronti dopo il tramonto, è la prima sera in cui montiamo le tende, ma siamo tutti esperti e in 20 minuti il campo tendato si materializza dal nulla. Nella gelida mattinata dell' 11 agosto la sveglia suona alle 4:00. E' ancora buio, ci sono 5 gradi fuori, fa un freddo boia, cerco i miei guanti, ma non riesco a trovarli. Questa meravigiosa riserva ci regala degli splendidi avvistamenti durante un game drive favoloso svoltosi alle prime luci dell'alba. Troviamo subito 2 mamme di rinoceronte bianco con prole ed un maschio solitario.
La mia reflex fa un ottimo lavoro, mi stupisce soprattutto la qualità dei filmati full hd realizzati usando il mio 100-400 stabilizzato come ottica. La luce dorata del primo mattino colora tutto di giallo creando un'atmosfera surreale. Uno dei rinoceronti ha un corno lunghissimo, quasi incredibile! Continua il nostro viaggio verso il Nata Bird Sanctuary, dobbiamo rinunciare ad attraversare le Makgadigadi Pan e raggiungere Baobab Island poiché, stranamente in questo periodo, sono ancora allagate e quindi risaliamo ad est passando per Francistown. Arriviamo al campo col buio e dobbiamo montare ancora di corsa le tende. Ci ristoriamo con una bella grigliata tutti attorno al fuoco e come tetto un meraviglioso cielo stellato, di quelli che solo in Africa si possono vedere.
Finalmente Chobe
Il 13 agosto varchiamo i cancelli di uno dei parchi più importanti di tutta l'Africa. Sarà solo mito oppure anche noi verremo stupiti con effetti speciali? Il game drive mattutino (ma dove sono finiti i miei guanti?) ci conferma la bontà del mito: fish eagle, bufali, elefanti, impala, kudu, zebre, giraffe in quantità esagerate ci salutano sin dalle prime ore. Facciamo una breve pausa al Serondela Camp circondati da suricati, cercopitechi e 3 giovani leoncini. Una famiglia di elefanti ci taglia la strada mentre un grosso maschio si cosparge di terra rossa. Di rientro per pranzo è la volta delle antilopi nere, bellissime, corrono fianco a fianco al nostro fuoristrada, è la prima volta che ne vedo. Estasiati da tanta abbondanza realizzata in appena metà giornata ci prepariamo per il boat cruise pomeridiano. Con una speciale imbarcazione a fondo piatto siamo riusciti ad avvicinarci in maniera incredibile a coccodrilli, varani, ippopotami e a tutti i mammiferi che venivano ad abbeverarsi al tramonto. E che emozione vedere gli elefanti che per attraversare il fiume nuotavano vicinissimi alla barca col pericolo di capovolgerla! Se un domani vi fosse data la possibilità di spendere un solo giorno in Africa scegliete il Chobe.
Zambia
Lasciata Kasane (base logistica per visitare il Chobe settentrionale) attraversiamo con una grande chiatta lo Zambesi River e siamo in Zambia, the real Africa! Due giornate di trasferimento via Lusaka ci consentono di essere la sera del 15 agosto presso il Lufupa River Camp nella parte nord del Kafue National Park. Il Lufupa River Camp è grande, confortevole, con ampi spazi liberi per montare le tende comodamente, in posizione incantevole alla confluenza del Lufupa River nel Kafue River. Ha anche una piccola pista di atterraggio con 2 Cessna, i grandi spazi e la lontananza di centinaia di chilometri da qualsiasi posto civilizzato ne fanno una struttura completamente autosufficiente immersa nella natura più selvaggia. Tranne una famigliola di spagnoli siamo gli unici turisti su una superficie grande come la Lombardia! La mattina seguente ciascuno sceglie le proprie attività autonomamente, io abbandono l'idea del walking safari e faccio bene, appena usciti con il 4x4 fuori dal campo incontriamo due leoni maschi adulti con una bellissima criniera, insieme con loro c'erano anche 2 cuccioli che avevano appena finito lo svezzamento. L'autista impaurito ingrana la retromarcia mentre io al contrario lo prego di avvicinarsi di più. Mai visti leoni così belli.
Il pomeriggio invece ci riuniamo al resto del gruppo per un boat cruise lungo il Kafue River. La crociera in barca ci regala altri emozionanti incontri, un elefante disturbato durante il suo pasto sull'argine ci barrisce contro, tutt'attorno coccodrilli e cormorani guardano la scena. Una Fish Eagle piomba giù dall'albero e tira su un grosso pesce proprio davanti i nostri occhi. Fulminea riesco comunque ad inquadrarla, ma lo scatto non mi soddisfa affatto. Meglio le riprese con la videocamera.
Al tramonto approdiamo con la barca su uno spiazzo dove ci attendono le jeep per iniziare il nostro safari notturno.E' incredibile come di notte tutto si trasformi, il silenzio irreale della sera viene interrotto solo da qualche strano verso di animali che non sappiamo riconoscere fino a quando, inconfondibile, sentiamo il ruggito di un leone. Siamo un po' preoccupati, è buio pesto e il potente faro che una delle guide tiene dritto su quella che dovrebbe essere una pista in realtà non è sufficiente a farci evitare buche e pantani. Soltanto alla vista di un ghepardo l'adrenalina ha la meglio e tutti abbandoniamo le nostre paure pur di guadagnare qualche scatto interessante.
La mattina seguente partiamo per il game drive più lungo di tutto il viaggio, un condensato d'Africa in un solo giorno: Busanga Plains. Le Busanga sono distanti circa 65 km dal Lufupa Camp, una vasta area (750 kmq) posta all'estremo nord del Kafue National Park, allagate 6 mesi all'anno sono raggiungibili solo nella stagione secca, quando le sue praterie sono ricche di erbivori (fra cui anche i red lechwe-lichi rossi e i puku, antilopi delle dimensioni dell'impala, molto simili fra loro che vivono in zone palustri) e quindi di predatori. Siamo completamente neri in volto e dappertutto, un mix di carbone sudore e polvere. In questa pianura i ranger danno fuoco alle basse stoppie per consentire il germogliare dell'erba verde al fine di aiutare gli erbivori a nutrirsi. Persino le zebre, invece delle solite striature bianconere, qui sono completamente grigie di cenere. Ma è tutto così affascinante ugualmente. Il sole picchia duro anche se siamo in inverno, nessuno può sottrarsi a reidratarsi e proteggersi con crema solare. Non annoio il lettore elencando la miriade di animali incontrati nella giornata, anche se non è cosa di tutti i giorni incontrare un rarissimo esemplare di Tragelafo striato. L'incontro più emozionante però lo abbiamo nel tardo pomeriggio quando assistiamo alla caccia del Leopardo.
Grazie all'abilità delle nostre guide riusciamo a scorgere il felino acquattato tra l'erba e i cespugli pronto a lanciarsi verso un gruppetto di impala. Ma l'appostamento non da i frutti sperati per cui il leopardo scompare alla nostra vista e all'improvviso ci sbuca alle nostre spalle e ci fissa da una collinetta di terra in posizione rialzata quasi a chiederci: "cosa state facendo nel mio territorio?"
Siamo tutti sorpresi da questa manifestazione di mimetismo e furbizia animalesca, quasi ci sentiamo inadeguati e sicuramente presi in giro dall'animale che si sottrae di nuovo alla nostra vista. La nostra guida, anch'essa ferita nell'orgoglio, decide che è giunto il momento di un fuori pista e si mette sulle tracce dell'animale impertinente. Neanche a dirlo, lo cerchiamo in una direzione e quello, come se nulla fosse ci sbuca di nuovo alle spalle, ci sfila davanti imperterrito e ci lancia ancora uno sguardo parlante e con aria di sufficienza: " siete proprio ridicoli!" e scompare, stavolta definitivamente, tra l'erba alta. Certo l'emozione è grandissima, siamo tutti galvanizzati da questo incontro ravvicinato, è passato così vicino e così tranquillamente a fianco della nostra jeep che quasi potevamo toccarlo, ma ci ha fatto sentire dei perfetti estranei al suo mondo. Ci siamo sentiti inadeguati in questa parte d'Africa dove l'uomo è tornato indifeso e vulnerabile all'interno di un mondo selvaggio che non gli appartiene più. Questa è l'Africa che cercavo!
Luigi Fiori, nato ad Ascoli Piceno (AP) il 02/02/1970 è un appassionato di viaggi, trekking e fotografia. Ha fatto della sua passione per i libri il suo lavoro e per ben 10 anni si è occupato di stampa e prestampa. Sin da bambino sognava l'Africa ed ora, mentre progetta il suo quarto viaggio nel continente nero, ne è rimasto "pericolosamente contagiato". Sempre attento all'evoluzione tecnica dell'attrezzatura e della logistica, nel suo sempre migliorarsi era inevitabile l'incontro con Juza nel 2008. Risposte e commenti
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| inviato il 05 Aprile 2014 ore 13:02
Racconto molto bello e appassionato. |
| inviato il 08 Aprile 2014 ore 20:27
Grazie mille Alberto |
| inviato il 30 Maggio 2014 ore 9:55
Racconto molto interessante, immagini di qualità ! Complimenti! Ciao marco |
| inviato il 30 Maggio 2014 ore 10:53
Grazie Marco, queste immagini le ha selezionate Juza. Il racconto è di qualche anno fa, allora gli articoli (pochi) venivano tutti rivisti dal grande capo che selezionava anche le foto personalmente. |
| inviato il 04 Aprile 2019 ore 23:37
Bellissimo racconto Luigi ! Anche a me è successa una situazione analoga con il leopardo in Etosha ... Comunque questo tuo racconto così appassionato e dettagliato mi ha fatto sognare per pochi minuti di essere di nuovo in Africa e di respirare i profumi e rivedere i colori di questa magnifica terra. Grazie! Un caro saluto Enrico |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:35
Bel resoconto, grazie per la condivisione e daje! |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 12:11
Grazie mille Enrico e Max |
| inviato il 26 Luglio 2019 ore 9:48
Complimenti per l'eccellente articolo. |
| inviato il 26 Luglio 2019 ore 9:55
Veramente gentile caro Claudio. |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 22:27
Luigi esperienza meravigliosa! |
| inviato il 23 Febbraio 2020 ore 12:48
Grazie mille _Axl_ |
| inviato il 23 Febbraio 2020 ore 14:22
bel racconto, mi sarà di ispirazione per il viaggio in Botswana di questa estate...vedrò di non dimenticare i guanti! |
| inviato il 29 Febbraio 2020 ore 15:39
Ottimo, lieto di esserti stato d'ispirazione. Luigi |
| inviato il 29 Febbraio 2020 ore 16:23
Complimenti vivissimi! Chissà quante emozioni |
| inviato il 01 Marzo 2020 ore 13:27
Grazie mille Lamahd |