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Il parco di Zakouma


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Il parco di Zakouma, testo e foto by Maj64. Pubblicato il 05 Luglio 2013; 19 risposte, 7984 visite.


Ho vissuto in Tchad per cinque anni, lavorando come coordinatore di progetti di sviluppo rurale per l'ONG COOPI (Cooperazione Internazionale), ma quando sono in Italia faccio il ricercatore presso la facoltà di medicina veterinaria di Milano.
Mi è difficile evitare i luoghi comuni quando dico che amo la natura e gli spazi aperti, ma se così non fosse, non farei il lavoro che faccio. La fotografia mi ha sempre affascinato e ricordo durante l'epoca "analogica" il sogno di pubblicare un articolo su qualche rivista, magari "Oasi". È rimasto un sogno e la fotografia si è addormentata per lungo tempo dentro di me. L'arrivo del digitale ha risvegliato l'interesse e a poco a poco ho ritrovato le stesse sensazioni di un tempo e la frenesia di uscire e immortalare la realtà come nessun altro l'ha fatto ancora. Anche questo resterà un sogno, ma almeno non potrò dire di non averci provato.


È così che durante le mie permanenze in terre ospiti, la macchina fotografica è sempre li, sul sedile posteriore del fuoristrada. Ma in quest'articolo non vi parlerò del mio lavoro di cooperante (rimando l'appuntamento a una prossima volta), bensì, sperando di fare cosa gradita agli innumerevoli ospiti del sito di Juza, vi darò alcune notizie su un parco naturale poco, forse pochissimo conosciuto.
"Creato nel 1963, il Parco Nazionale di Zakouma è probabilmente uno degli ultimi santuari della fauna del Sahel africano che ospita ancora effettivi decenti di grandi mammiferi". Così inizia l'unico libro dedicato a questo parco, scritto dalla piuma di Philippe Dejace e che contiene gran parte delle informazioni disponibili su questo prezioso lembo di terra.


Da parecchio tempo volevo vederlo ma, un po' per mancanza di tempo, un po' perché il viaggio per arrivarci non è proprio una passeggiata, solo in marzo di quest'anno (2013) l'ho potuto visitare. Il parco di Zakouma (dal nome del villaggio all'ingresso dello stesso) ha una lunga storia, iniziata in particolare come zona di caccia per alcuni espatriati avventurosi (soprattutto di origine francese), che trovavano di che esaudire le loro brame venatorie. Oggi, dopo una serie d'interventi del governo locale, con il sostegno dell'Unione Europea, il parco ha assunto una vera e propria connotazione internazionale, dotato di un'equipe di gestione e di alcune strutture turistiche di accoglienza per i visitatori.

Il parco si estende per oltre 3.000 Km2 nella zona sud-est del paese, con un'altitudine media di circa 400 metri s.l.m. La vegetazione è di tipo "savana alberata" con forte presenza di acacie (di specie diverse) ed uno strato erboso variabile per densità in funzione della piovosità. Numerose "foreste a galleria" percorrono il territorio in prossimità dei fiumi temporanei, che creano vaste zone di esondazione delle acque alla fine della stagione delle piogge. Nel parco vivono sedici specie di erbivori di grandi dimensioni, diciannove specie di carnivori, quattro di primati, trecento di uccelli ed un numero imprecisato di specie di rettili. Va considerato comunque che Zakouma non è un parco "domestico", nel senso che gli animali, seppure in abbondanza, non hanno dimestichezza con i visitatori, né tantomeno con i veicoli. Qui siamo lontani dai parchi dell'Africa orientale in cui ogni anno si riversano migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. A Zakouma le "prede fotografiche" vanno cercate con calma e alla fine della giornata rimane tutto il gusto di una scoperta e di un guadagnato successo.


Gli erbivori del Parco di Zakouma

Tra gli erbivori più diffusi, il bufalo (Syncerus caffer brachyceros) vive in mandrie di oltre 600 capi nel parco di Zakouma e deriverebbe da una forma intermedia tra i due tipi che vivono in Africa: il bufalo di savana e quello di foresta. Quando in gruppo, gli animali si allertano rapidamente ed è difficile osservarli a lungo: spegnere immediatamente il motore permette qualche volta di vedere, ad una distanza accettabile, qualche "ritardatario" mentre annusa nell'aria, con la testa alzata, il pericolo percepito. In effetti, il bufalo si affida soprattutto al suo odorato (molto sviluppato) piuttosto che alla sua vista.


Gli inglesi lo chiamano "waterbuck", in italiano il cobo (Kobus ellipsyprimnus defassa) è una grande e possente antilope dal pelo spesso e denso, che vive sempre in prossimità dell'acqua. In effetti, ci si domanda come potrebbe, un animale siffatto, sopportare le temperature del Tchad. Vive in piccole mandrie disperse sul territorio in funzione della qualità del pascolo. La tenerezza dei piccoli e delle madri è uno spettacolo da non mancare e quando vi guardano, notate la forma a cuore che le narici disegnano sul muso. In Tchad e in buona parte dell'Africa centro-occidentale, le giraffe (Giraffa camelopardalis peralta) sono molto rare e attualmente si possono ancora osservare unicamente in Niger, nel nord del Cameroun e, in quantità più ragguardevole ,qui nel parco di Zakouma.

Il bracconaggio le ha decimate a causa del ciuffo di peli all'estremità della coda, per alcune etnie di cacciatori prezioso simbolo di una battuta di caccia, che conferirebbe prestigio e onori. L'antilope cavallo o ippotrago (Hippotragus equinus) è un animale possente e magnificamente adattato alle savane calde e aride del Tchad. Nel parco si contano un migliaio di individui, che si spostano tra le savane di acacia alla ricerca dei pascoli più teneri. Appartiene ad una famiglia (Hippotraginae) che comprende l'antilope addax e la oryx, specie tipicamente sahariane divenute ormai rare a causa dell'intensa pressione venatoria a cui sono sottoposte.



I carnivori del Parco di Zakouma

L'incontro con il leone è sempre elettrizzante. Io e mia moglie eravamo in piedi nel cassone posteriore del Toyota con i nostri apparecchi tra le mani, quando all'improvviso, appena dopo una curva, un leone fa capolino dietro un albero e s'incammina tranquillo sulla pista, prima di deviare e accucciarsi all'ombra di un grosso cespuglio. Noi non sapevamo più cosa fare esattamente, se fosse stato meglio rientrare in auto o restare fuori a goderci lo spettacolo.


La guida, saggiamente, ci dice di scendere lentamente dal retro ed entrare in auto senza fare troppo rumore. Così facemmo e piano piano ci avviciniamo col fuoristrada all'animale. Non più di 6 metri ci separavano da lui, permettendoci di scattare tutte le foto tanto desiderate.

Il leone del Tchad non ha una criniera molto folta (probabilmente morirebbe di caldo!). Lo si incontra più sovente lungo i bordi degli stagni e delle pianure inondate, accanto a qualche preda cacciata la notte precedente. Nel parco, oltre al leone è possibile osservare il leopardo, il ghepardo, il serval, il gatto selvatico, le iene, il licaone e lo sciacallo (quello dorato e quello a fianchi striati), oltre ad altre specie tipicamente notturne.


Gli uccelli del Parco di Zakouma

L'abbondanza di uccelli è straordinaria, più di trecento specie sono state identificate e la loro abbondanza testimonia la qualità e lo stato di conservazione del parco. Mentre si percorrono le piste alla ricerca dei grandi mammiferi, i più frequenti incontri in termini di avifauna sono la Ghiandaia d'Abissinia (Coracias abyssinica), il gruccione gola rossa (Merops bullocki) e le anatre fischiatrici (Dendrocygna viduata).

Lungo i corsi d'acqua e i bordi degli stagni, colonie di centinaia (forse migliaia) di individui di specie diverse convivono in un carosello naturale che offre agli occhi uno spettacolo d'eccezione: gru coronate (Balearica pavonina), Cicogne becco a sella (Ephippiorhynchus senegalensis), Airone testanera (Ardea melanocephala), Tantalo (Mycteria ibis), Marabout (Leptoptilos crumenifer) e avvoltoi, Pellicani (Pelecanus onocrotalus), mentre l'Aquila pescatrice (Haliaeetus vocifer) osserva dall'alto, alla ricerca di qualche ghiotta preda.




Viaggio in Ciad e al parco nazionale di Zakouma

Un viaggio in Ciad non è certo un viaggio che si improvvisa, ma la ricchezza ambientale, etnica e faunistica ne ripaga ampiamente lo sforzo organizzativo ed i disagi sul percorso. Ci si può affidare ad una agenzia oppure ci si può organizzare in proprio. Dall'Italia, dopo la crisi libica e l'annullamento sul mercato della compagnia Afriquya, esistono solo due possibilità di collegamento con la capitale Ndjamena: mediante Air France via Parigi o Etiopian Airlines via Addis Abeba.
Una volta arrivati in capitale (Ndjamena), per arrivare al parco ci sono 2 possibilità: con l'auto o per via aerea. Nel primo caso, si devono calcolare due giorni di viaggio prima di arrivare a destinazione, passando per Massaguet, Mongo, Abou Deia e Am Timam, lungo una strada quasi tutta sterrata ma facilmente percorribile, eccetto che in stagione delle piogge. Il percorso automobilistico, benché più faticoso, vi permette di attraversare zone magnifiche ed attrattive, culturalmente e fotograficamente, ma dovete fare i conti con il tempo a vostra disposizione.
Personalmente ho percorso questo itinerario solo parzialmente, ma vi assicuro che ne vale la pena.
Per chi partisse dalle zone sud del Paese, come ho fatto io, si calcoli un'intera giornata di pista in mezzo a piccoli villaggi e savana alberata in una zona completamente selvaggia e abbandonata. Da Sarh, città più importante del sud est del paese e capoluogo della regione del Moyen Chari, questa pista si snoda verso nord-est fino ad arrivare all'ingresso (secondario) del parco di Zakouma.


Il periodo migliore per la visita coincide con la stagione asciutta (da novembre ad aprile), ma anche in questo momento è utile fare dei distinguo. Il primo periodo definito "stagione secca fresca", compreso tra novembre e gennaio, è molto favorevole per il clima (medie giornaliere più sopportabili e notti fresche soprattutto in dicembre e gennaio), ma l'osservazione degli animali è resa più difficile dalla vegetazione, ancora piuttosto densa. Il secondo periodo, chiamato "stagione secca e calda" e se da una parte mette a dura prova la vostra resistenza alle alte temperature (veramente estreme nei mesi di aprile e maggio), dall'altra rappresenta il periodo migliore per l'avvistamento della fauna per una più alta concentrazione di animali attorno ai punti d'acqua.
Da un punto di vista fotografico, va considerato tuttavia che il primo periodo successivo alla stagione delle piogge (da ottobre a gennaio) è caratterizzato da un'aria più pulita e da cieli ancora cosparsi di nubi, che rendono gli scenari più emozionanti e tridimensionali. Nella stagione più calda, l'aria risulta più polverosa ed è quindi consigliabile approfittare delle prime ore del mattino e di quelle serali. A questo proposito, vale la pena ricordare che in queste zone la lunghezza del giorno (ore di luce) equivale a circa quella della notte e ciò in tutte le stagioni. I migliori intervalli per le foto sono quindi quelli compresi tra le 6 e le 10 del mattino e le 4 e 6 della sera. Alle sette considerate che è praticamente notte.


La direzione del parco offre una panoplia di escursioni, da quelle classiche in autoveicolo da "visione" a quelle a cavallo, dalle uscite di poche ore a intere giornate passate in compagnia di una guida e di una fauna sorprendente. Sono anche possibili itinerari a piedi accompagnati da una guida (sempre armata per sicurezza). Il parco è dotato di autoveicoli propri (vetture da visione) che possono portare fino a 10 passeggeri, con un costo complessivo di 30.000 F cfa (equivalenti a 45 euro circa) per ogni uscita di 4-5 ore (guida compresa). Se invece siete arrivati col vostro mezzo, avete bisogno unicamente di pagare la guida ad un costo di 2.500 F cfa (equivalenti a 4 euro) per uscita (non per persona). Di norma la gestione del parco programma 2 visite ogni giorno, una dalle 5.30 alle 11.00 ed un'altra dalle 15.30 alle 17.30 (mettetevi d'accordo con il responsabile, persona molto gentile e corretta).


Per il pernottamento ed il cibo, è meglio prenotare il vostro arrivo, in quanto le camere disponibili e ristrutturate non sono numerose, anche se l'affluenza al parco è veramente modesta.
Nel periodo della mia visita, io e mia moglie eravamo gli unici visitatori! Le camere sono ottime (2 letti per camera) con servizi interni, elettricità permanente (sistema a energia solare), ventilatore e zanzariere sui letti. Il ristorante prepara 3 pasti giornalieri o, su richiesta, la colazione al sacco se si vuole restare fuori tutta la giornata.


L'autore scrive di sè: "Sono medico veterinario e dottore di ricerca in "Sanità e produzioni animali nelle aree tropicali", ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell'Università di Milano. La mia professione mi porta a lavorare in progetti di ricerca e sviluppo (per l'Università e alcune ONG italiane) in molti Paesi dell'Africa centro-occidentale. Sono appassionato di natura e fotografia, amante degli spazi aperti e di tutti i luoghi in cui la natura si esprime ancora liberamente. Le mie foto vogliono mostrare che l'Africa non è solo carestia, malattie e povertà, ma che c'è anche felicità, bellezza ed potenzialità."



Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 05 Luglio 2013 ore 14:23

Bellissimo ed interessante articolo, fa venir voglia di andarci... Complimenti e un saluto.
Fausto.

avatarsupporter
inviato il 05 Luglio 2013 ore 14:45

Davvero molto interessante ! E complimenti anche per la tua scelta lavorativa..

avatarjunior
inviato il 05 Luglio 2013 ore 16:42

Potrebbe essere una futura meta! Ottimo articolo!

avatarsenior
inviato il 05 Luglio 2013 ore 17:29

uno splendido articolo, preciso, conciso e con delle bellissime immagini.. chapeau!!!

avatarjunior
inviato il 05 Luglio 2013 ore 23:37

Ciao Massimo,
articolo interessante, l'avevo già letto sul tuo sito. Quando si parla di grandi mammiferi in Africa si pensa sempre a quella dell' ovest o del sud...
Come ti ho già detto il Ciad è uno dei paesi che mi piacerebbe visitare, avrò bisogno dei tuoi preziosi consigli.
A presto
Roberto.


avatarsupporter
inviato il 06 Luglio 2013 ore 19:22

Grazie a tutti del passaggio e dei commenti. Tra l'altro sono in ri-partenza per il Ciad tra poche settimane. Chissà ....se qualcuno è di passaggio, un piatto di pasta è sempre pronto!
Arrivederci a presto.

avatarsupporter
inviato il 08 Luglio 2013 ore 14:45

Complimenti, ci hai fatto conoscere un nuovo posto dei sogni... Mi sa che una volta tradirò il mio amato Kenya e ci farò un giro!

avatarjunior
inviato il 09 Luglio 2013 ore 12:05

bello bellop e interessante.Da prendere in considerazione.Ma come e' la situazione polita attuale?

avatarsupporter
inviato il 09 Luglio 2013 ore 12:58

Attualmente il Ciad sta vivendo un periodo relativamente tranquillo, rispetto in particolare ai paesi vicini. Ciò nonostante, il viaggio va ben programmato, ma è fattibile.
Grazie ancora per i successivi passaggi.

avatarsupporter
inviato il 19 Luglio 2013 ore 19:48

Complimenti e grazie per aver condiviso la tua esperienza.

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2013 ore 11:13

ciao..bellissimo articoloSorriso...su viaggiare sicuri ho letto che sono sconsigliate più che altro le zone di confine...quindi secondo te, arrivare nella capitale e organizzare subito il volo diretto per il parco è tranquillo?;-)...ps solo antimalaria va bene?.grazie ciao;-)

avatarjunior
inviato il 22 Agosto 2013 ore 10:31

bellissimo articolo e bellissime immagini!

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2013 ore 23:55

Bravissimo, complimenti.
Articolo utile e ben fatto, come le foto del resto

avatarsupporter
inviato il 20 Novembre 2013 ore 12:31

Ottimo articolo, bellissime immagini. Complimenti e grazie per averci fatto conoscere un magnifico luogo. Un saluto, Alessandro

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2013 ore 2:09

Molto interessante! COMPLIMENTI;-)





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