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Il segno nella fotografia digitale


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avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2024 ore 17:58

Un breviario rabdomantico e non organizzato dal quale si possa trarre ispirazione.

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2024 ore 19:42

SENSAZIONE

Citando Charles Peirce: "Per sensazione intendo un caso di quella sorta di elemento della coscienza che è tutto ciò che è positivamente in se stessa, indipendentemente da tutto il resto. Una sensazione è assolutamente semplice e senza parti – il che è evidente, visto che è ciò che è indipendentemente da tutto il resto, e quindi indipendentemente da ogni parte, che sarebbe qualcos'altro rispetto al tutto".

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2024 ore 20:56

PROCUSTE

Procuste, il cui vero nome era però Damaste, era un bandito greco che aveva la fama di mettere a giacere i suoi ospiti su un letto di ferro, cercando di farli corrispondere perfettamente alle dimensioni del letto. Se i suoi ospiti erano troppo alti, li tagliava per adattarli alla lunghezza del letto, mentre se erano troppo corti, torturandoli li allungava con la forza. Questa pratica sadica gli valse una certa fama tra la popolazione di Atene ed il suo soprannome, Procuste, divenne rapidamente sinonimo di crudeltà e brutalità.

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2024 ore 23:23

ESSO

L'egotismo cartesiano che ha caratterizzato tutto il lavoro di sant'Agostino facendo, della coscienza, un "monolocale psichico" in cui celebrare il proprio solipsismo, è stato man mano abbandonato per essere rimpiazzato da un carnevale permanente in cui l'io penso è diffratto e diffuso tra tutti i popoli e tutte le culture del mondo. In questo senso, la caduta in disgrazia del pensiero agostiniano ha riportato parzialmente in auge Rousseau o quantomeno una sua intuizione poi perfezionata da Claude Levi-Strauss: esiste un “esso” che si pensa in me (e mi fa dubitare se sono io che penso).

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2024 ore 23:53

BIOSEMIOTICA

L'interdisciplinare biologia-semiotica, una scienza relativamente recente, sostiene che gli esseri viventi pensano, comunicano, usano segni e si rapportano a sé come a una serie di segni: ogni vivente è un “sé” e lo è solo grazie alla sua capacità di pensare ed emettere e interpretare segni. Non essendo scienziati possiamo mettere da parte la biologia accontentandoci della vecchia semiotica speculativa ed il risultato non cambierà: la creazione e l'interpretazione dei segni permea e costituisce il mondo vivente.

avatarjunior
inviato il 24 Aprile 2024 ore 10:43

IDENTIFICAZIONE

Se è vero che le nostre propensioni semiotiche rendono possibili, ed anche analiticamente intellegibili, le relazioni multi-soggetto non è altrettanto scontata l'identificazione automatica tra la rappresentazione ed il linguaggio. È piuttosto un paradosso: da una parte ci illudiamo che la rappresentazione abbia caratteristiche sempre esclusive, dall'altra supponiamo che ogni forma di rappresentazione abbia proprietà simili al linguaggio.

avatarjunior
inviato il 24 Aprile 2024 ore 10:55

ICONE

Il processo di semiosi piú elementare è quello iconico. Citando Peirce, possiamo definire l'icona come "un segno che si riferisce all'oggetto che essa denota in virtú dei caratteri suoi propri". La sua caratteristica piú singolare risiede nel fatto di presupporre un'indistinzione tra il segno e l'oggetto di cui è segno. L'icona non usa segni per distinguersi ma per non-distinguersi ed è per la stessa ragione che il sé ha natura innanzitutto iconica: possiamo diventare sé solo quando ci riconosciamo uguali a noi stessi.

avatarjunior
inviato il 24 Aprile 2024 ore 11:26

SEITÀ

La natura delle icone mette in luce quale sia il meccanismo primario del riconoscimento, similmente ma ampliando le intuizioni dell'idealismo tedesco che ha indagato, per moltissimo tempo, l'origine dell'io-identità: la seità emergerebbe dalla dinamica semiotica come il risultato di un processo che produce un nuovo segno che ne interpreta uno precedente. Vexata quaestio: tutta la vita è semiotica oppure a vivere sono i segni? Una provocazione: Fasmidi.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 0:35

ECOLOGIA

Per mano di Isaak Biberg, allievo di Linneo, l'ecologia classica nasce come "scienza dell'economia della natura" e ciò sottointende una visione che potremmo definire come prevalentemente patrimonialista: i rapporti tra le parti in causa vennero descritti, per molto tempo, in termini esclusivamente biologici e termodinamici. È stato solamente grazie all'antropologia se, quella visione patriarcale ed utilitaristica, ha ceduto il passo all'ecologia moderna che oggi possiamo definire come "scienza della relazione reciproca": un'interazione semiotica aperta al possibile.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 0:43

AGENSIVITÀ

Il termine, orribile, deriva dall'inglese "agency" ed anche se è stato coniato all'interno dell'ecologia moderna (vedi: diritti degli alberi, ad esempio) oggi come oggi è un concetto che viene usato abbondantemente anche in psicologia. L'agensività si distingue dal monolitico libero arbitrio cartesiano non solo per i suoi contorni sfumati ma soprattutto per le implicazioni sociali e per le sue connessioni alle dinamiche io-mondo, includendovi, in parte, anche gli aspetti semiologici. Il reato di mobbing lavorativo, per dirne una, è stato concepito dai legislatori partendo proprio dall'agency.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 9:39

ARMONIA

La metaetica, sostanzialmente, è quell'orientamento filosofico che mira ad una conoscenza puramente speculativa del comportamento badando a ricostruirne i moventi e gli usi, le logiche ed i significati. Si differenzia notevolmente dalla facile spendibilità dell'etica classica nella quale, l'orientamento prevalente, era invece quello di pronunciarsi in difesa, o meno, di un sistema valoriale. L'orientamento metaetico, in virtù delle sue qualità olistiche, risulta quello più idoneo ad accompagnarsi alle scienze moderne andandone a costituire la base ontologica.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 10:21

ETNOGRAFIA

A partire dalla fine del secolo scorso tutti i presupposti epistemologici della ricerca antropologica classica sono stati pesantemente rimessi in discussione e l'approccio etnografico, come metodo d'indagine che si auto-rappresentava come "oggettivo", è finito sotto la lente d'ingrandimento della filosofia d'orientamento metaetico. Come conseguenza lo stesso lessico essenzialista (es.: primitivo, tribù, etnia, etc.) è stato progressivamente dismesso in favore di una visione dell'antropologia meno frammentaria e parziale.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 15:54

SPECULAZIONE

Tra le infinite possibilità riporto un passo di Richard Powers, per il suo equilibrio generale come studioso e per la curiosa conversione da uomo del numero a uomo della parola, avvenuta dopo l'incontro con la fotografia: “Sono gli alberi che stanno facendo la scienza, effettuando un miliardo di prove sul campo. Fanno le loro congetture, ed il mondo vivente dice loro cosa funziona. La vita è speculazione, e la speculazione è vita. Che parola meravigliosa! Significa indovinare [guess] altresí significa rispecchiare [mirror] ”.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 17:36

ACCESSO

Quando parliamo di fotografia digitale, di quella che tutti possono praticare grazie allo smartphone, non dovremmo dire: “Questo è quello che penso, queste sono le mie idee”. L'accesso al tema dovrebbe, invece, tenere in considerazione quella che Bruno Latour, nella sua actor-network theory [Teoria della rete di attori] , chiamava “diplomazia cosmica”. Non si tratta di essere sconfinatamente gentili con gli interlocutori ma di essere consapevoli di trovarci dinnanzi ad un vero e proprio mondo emergente che presenta livelli di interconnessione e processi semiotici del tutto inediti nella fotografia pre-smaterializzata.

avatarjunior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 20:07

PSICHEDELICA

La parola “psichedelica” potrebbe risultare la più appropriata per definire la fotografia che nasce e vive nei dispositivi digitali ed in cui l'intelligenza artificiale è destinata ad aver sempre maggior influenza. L'etimologia greca del termine (psyché: “soffio, respiro, spirito, mente”, e deluon: “manifestare”) mette in luce il modo in cui l'insieme ecologico dei soggetti coinvolti manifesta e ci apre ad una sorta di mente emergente [modelli e portali] . Diamo per assodato, tuttavia, che mai nessun produttore vorrà vedere associato il proprio nome ad un aggettivo così sconveniente per i suoi legami con le sostanze psicoattive e le visioni derivanti.

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