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Una semplice riflessione sull'estetica della fotografia chimica


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avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2023 ore 11:57

Tutto questo e finisco per non annoiare, solo per dire che occorre sapere con precisione cosa mettere decentemente a fuoco e di cosa potersi accontentare. Non si può farlo con troppa approssimazione . Perche- e qui mi aggancio al discorso precedente- se faccio una proiezione con uno schermo stupendo 8 K o una parete grande quanto un lenzuolo, io, abbagliato dalla bellezza dei colori, personalmente provo difficoltà ad accorgermi perfettamente di cosa ho fatto. Quando stampo ( e io stampo sempre) non subisco l'effetto wow della proiezione e se il ramo, il sasso o quello che è in primo piano o quello che volevo risultasse meglio a fuoco in altri piani, non lo sono, la foto forse la pubblico, ma poi non la stampo, la cestino. Ovviamente, come ho più volte ripetuto, questo vale per me e non è detto che si possa estendere ad altri. Se, nonostante le attenzioni, non posso ottenere quello che voglio, meglio il focus stacking. E per molti l'utilizzo dell'AF con le sue tante possibilità non ha disabituato all'attenzione alla messa a fuoco, ma al contrario, ha moltiplicato i parametri utilizzabili da tenere d'occhio per valutarla. Ha sempre ragione zio Eolo, ma oggi un po' di attenzione occorre sempre. Se poi i soggetti sono più di uno, ancora di più Altrimenti la tecnologia permette altro

avatarsenior
inviato il 09 Agosto 2023 ore 11:58

Inoltre non sono d'accordo sul fatto che sia SEMPRE importante avere perfettamente nitido ciò che è all'infinito e accertabilmente nitido il primo piano;
**************************************

Se è solo per questo io vado anche oltre, per me conta solo che il soggetto sia a fuoco, ma deve essere perfettamente a fuoco, il resto, molto semplicemente, non mi interessa.

avatarjunior
inviato il 08 Maggio 2024 ore 20:25

mi accodo alla discussione interessantissima, spero non fuori tempo massimo....
penso che la esasperazione del dettaglio e della nitidezza che il digitale consente faccia in effetti perdere qualcosa....
se pensiamo che la bellezza del sorriso della Gioconda risiede anche e soprattutto nel "non rappresentato", nella ineffabile ombra e sfumatura della commissura labiale, forse ci avviciniamo al nocciolo del tema.

le foto di un tempo/analogiche/chimiche lasciano forse a chi le vede più libertà di immaginazione...dico forse. la foto come evocazione e suggerimento del kairos (l'istante irripetibile e cruciale, alla Cartier_Bresson), più che come sua esatta rappresentazione.
Ma nella fotografia - in una foto ben riuscita- ci dovrebbe essere anche il senso del kronos (lo scorrere del tempo) e dell'aiòn, il tempo assoluto, l'eternità, il tempo compiuto.






avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2024 ore 21:46

Eh caro Primius... temo tu stia chiedendo un po' troppo a una semplice fotografia.
Quello che tu immagini finirebbe, forse, per essere troppo una proiezione di se stessi e troppo poco l'evocazione di un fatto... in una fotografia di paesaggio non sarebbe un gran danno, probabilmente, ma in una immagine di cronaca potrebbe risultare inaccettabile.
Di certo però mi sembra un interessante spunto di riflessione.

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2024 ore 21:56

Certo la non perfezione tecnica, spesso peraltro più presunta che reale, della immagine chimica rispetto a quella digitale lascia in effetti una sorta di spazio di manovra in più alla nostra fantasia, nel contempo però non dobbiamo dimenticare che la fotografia, al contrario della pittura, abbisogna di un soggetto, laddove con la pittura noi possiamo anche riprodurre un sogno, questo quindi ci obbliga a tenere i piedi per terra e a tenere a freno le nostre, come dire... pulsioni creative ecco Sorriso

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 0:05

Spesso ci si lamenta della eccessiva nitidezza, dell'eccesso di dettaglio, quasi dell'iperrealismo che sensori digitali e ottiche attuali consentono rispetto ad un passato spesso nostalgicamente ridefinito. Se si parla di B/N il pensiero va ai maestri di un passato che molti di noi ( nonostante la non più verde età) non hanno nemmeno vissuto agli esordi. Ma basta ricordare certe pellicole specifiche per sapere che avevano una risoluzione paragonabile al digitale. E se si cerca dettaglio da vendere, più che riferirsi ai film colore da quattro soldi e malamente sviluppati e stampati dal laboratorio sotto casa ( con quel fastidiosissimo velo delle stampe), ci si deve riferire semplicemente alle diapositive degli anni '90 e oltre che, per dettaglio, non avevano sicuramente niente da invidiare. Non considerando poi quello che si otteneva normalmente con una medioformato. Talvolta non abbiamo esattamente cognizione del passato, ma il ricordo dei nostri sentimenti sul passato.

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 6:22

O forse abbiamo solo un po' di nostalgia dei nostri vent'anni Claudio Sorry

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:08

"..esprimono è qualcosa che al giorno d'oggi è semplicemente dimenticato, oserei anzi dire sconosciuto, perso com'è nell'oblio del tempo!"

Secondo te, mentre secondo me invece non è così.

Il digitale permette enorme scelta di parametri fotografici che impattano sia sulla QI della fotografia, che sulla sua parte artistica, permettendo addirittura la successiva modifica di quel parametri dopo lo scatto, anche nella parte artistica dell'immagine (ad esempio, posso rendere mossa una foto scattata ferma, aumentare lo sfocato su di un soggetto, etc in modo del tutto naturale, ossia invisibile, senza lasciare traccia del lavoro fatto).

Ossia, in digitale si praticamente tutto quello che si vuole, a pellicola no.

Questo comporta che per realizzare veramente bene una fotografia digitale, sia tecnicamente che compositivamente, ci vuole la solita conoscenza compositiva della pellicola, ma in aggiunta ci vuole una conoscenza tecnica estremamente più approfondita di tutto, trabiccoli di ripresa e software di fotoritocco, conoscenza che oltretutto si deve estendere su un sacco di campi che nulla hanno a che vedere con la fotografia, cosa che a pellicola non era necessaria.

E qui casca il famoso miccio alla maggioranza dei fotografi in digitale.

Tutte quelle conoscenze la grandissima parte degli utenti in digitale non ce l'hanno, nemmeno da lontano, e fanno fotografie vili, o troppo nitide, colori sbagliati, ombre innaturali, fotomontaggi di merda, di tutto e di più, cose orribili che a pellicola non si vedevano.

A pellicola, uno compra un rullino, lo ficca nel trabiccolo che ha, scatta in automatico, lo fa sviluppare e stampare ad un laboratorio, ed ha foto tecnicamente fatte bene, la parte artistica sono, invece ed ovviamente, razzi suoi.

Sempre con la parte compositiva che sono razzi suoi, in digitale, uno compra una fotocamera, scatta sempre in automatico, e se non setta bene la fotocamera sul controllo immagine e sullo spazio colore da usare, già fa foto tecnicamente sbagliate, poi le porta a stampare al laboratorio ed il casino aumenta, e vengono fuori sempre dei pattumi perché non conosce tipo di file da dare al laboratorio, non conosce il profilo ICC della carta, non conosce lo spazio colore da usare, non conosce la risoluzione lineare del file da dare, etc.

Se a questo aggiungi il fotoritocco da fare obbligatoriamente dopo lo scatto (non si raggiunge la massima qualità tecnica se non si fa fotoritocco fatto a regola d'arte dopo lo scatto, è impossibile tecnicamente), la frittata è fatta: pochissimi fanno stampe fatte bene in digitale.

Ma se usato veramente bene, ripeto solo e soltanto se usato veramente bene , il digitale permette di fare non solo esattamente tutto quello che si faceva a pellicola, ma anche molto di più, cose impossibili da fare a pellicola.

Ho stampato 38 anni a pellicola, formato minimo 30 x40 cm, e 16 anni in digitale, sempre formato minimo 30 x 40 cm

Queste, tanto per fare degli esempi, a pellicola non le puoi fare:




Cliccare sull'immagine per vederla grande




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avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:34

e' che una volta era tutto diverso.
L'attrezzo era approssimativo e l'uomo preponderante.
Oggi l'attrezzo e' perfetto ed ha sottratto spazio all'uomo.


CI SI ACCONTENTA. Di messe a fuoco a macchina, di esposizioni perfette e di dettaglio chirurgico in ogni condizione.

In tutto e' cosi... si spegne l'emozione attraverso il servomeccanismo.

Servono 600 cavalli controllati elettronicamente per dare una parvenza di brivido. Lo stesso brivido dei settanta hp della 112 abarth di 50 anni fa.
certo, oggi non rischi piu la pelle ad ogni tornante.
e'tutto piu simile ad un videogioco che allo sport.
Anche se, oggi molti continuano a praticare sport estremi o estremamente rischiosi.
Perche la scommessa con se stessi e con la vita e' una componente fondamentale del nostro carattere.


Pollastrini... guarda di nuovo le tue foto.
Sono perfette... leggi ogni dettaglio anche negli angoli piu bui..
SPIEGANO MA NON RACCONTANO.

La fucina del fabbro e' affascinante per i contrasti. Per definizione. Antro buio dove brillano braci e colpi di maglio neri. La lama di luce.. Divina, e' soffocata dal dettaglio rischiarata da una sensibilita' artificiale, ubriaca di onnipotenza che illumina ogni angolo.

avatarjunior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:38

il digitale permette di fare non solo esattamente tutto quello che si faceva a pellicola, ma anche molto di più, cose impossibili da fare a pellicola.

Con il biancoenero chimico non ci vai neanche in sogno.

Con la pellicola si fanno solo cose possibili e realistiche; l'impossibile è per i frustrati dell'immagine digitale.

avatarjunior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:39

Impossibile si traduce in fasullo!

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:40

"Oggi l'attrezzo e' perfetto ed ha sottratto spazio all'uomo."

Dovresti aggiungere, al solito, "secondo me"


Secondo me invece è l'inverso.

Oggi l'uomo ha molto più spazio di un tempo, perché l'attrezzo è non solo perfetto ma è, sempre e comunque , controllabile, e lui ti fa tutto quello che gli dici di fare, e soprattutto fa molte più cose di un tempo, che non riusciva a fare.

E quello bravo lo controlla, il miccio invece ci tira delle grugnate perché non lo sa controllare.

La grandissima maggioranza della gente oggi fa fotografie vili semplicemente perché è ignorante.

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:49

@Alessandro Pollastrini
Quello bravo lo controlla, il miccio invece ci tira delle grugnate perché non lo sa controllare.


Ormai, giunti che foste alla quindicesima pagina, non resta che ammettere:
La potenza è nulla senza il controllo.

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:51

;-)Intendiamoci.
Ovviamente il progresso porta a strumenti migliori.
Alla perfezione.

Il microscopio permette di vedere dove ad occhio nudo non vedi.
Una lente perfetta ti permette di fotografare un girasole nel dettaglio reale.
Ma Van Gogh si curava poco del dettaglio, eppure i suoi girasoli....;-)

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2024 ore 8:53

"Con il biancoenero chimico non ci vai neanche in sogno."

Stampa digitale e stampa chimica sono tecnologie diverse di stampa.

Il che significa che danno, inderogabilmente, stampe diverse , come toni, carta, ombre, etc, tutto diverso .

E stop.

Se ad uno piace la stampa chimica che faccia quella, il che non significa che bisogna obbligatoriamente scattare a pellicola.

Sebastiao Salgado, sicuramente uno dei più grandi fotografi viventi, vuole la stampa chimica ma usa fotocamere digitali: i suoi due stampatori, francesi, Dominic Granier ( ha lo studio a Roissy, vicino all'aeroporto) e Natalie Lopparelli (studio in centro di Parigi) con l'immagine digitale finita in fotoritocco dopo lo scatto, gli imprimono un negativo pellicola B&N di grosso formato e con quello ci stampano in chimico, sempre in grande formato

Se uno con la stampa digitale cerca di simulare la stampa chimica, secondo me e semplicemente, non ha capito un bel nulla della tecnica fotografica, sia chimica che digitale, e fa solo stampe vili.

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