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Una semplice riflessione sull'estetica della fotografia chimica


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avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 17:55

Dimenticavo: la scansione è la morte di una diapositiva.

La scansione non è il massimo in nessun caso, ma sembra proprio che tra la micro-matrice "random" delle pellicole e quella perfettamente ordinata del file di risulta della scansione non ci sia feeling; ne so qualcosa perché ho dovuto scansionare l'intero archivio fotografico del museo in cui lavoravo: alle volte era una vera tragedia.

user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 18:02

Paolo tutte cose realizzabili con fatica e costi. Meglio il digitale

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 18:03

Come si fa a vedere questa ipotetica superiorità?rispetto al digitale ?
*********************************

Con la diapositiva in proiezione, con un negativo in stampa... beninteso seguendo la filiera ortodossa in entrambi i casi.

Ma di superiorità in assoluto non si può parlare in alcun caso, perché il confronto vale sempre e solo per quella pellicola e quel sensore.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 18:05

In ogni caso non è questo l'argomento.del thread.

user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 18:14

E allora cosa stiamo a discutere ?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 21:29

@Paolo sono arrivato ad una Vitoret con telemetro e cellula al selenio nel 1969. Mio padre continuava a dirmi che dovevo usare una Leica M, ma i soldi non c'erano (arriverà la M3 all'inizio del 1990!).

Da "Fotografare" di Ciapanna avevo tratto l'informazione che le dia Kodak andavano esposte per 1/30 s per avere i colori migliori. 1/30 s può dare mosso facilmente. McCurry faceva ritratti con 1/20 s con le Kodak.

Un prof di impianti chimici era appassionato di fotografia. Scrivemmo all'RD Kodak a Rochester che in un mese ci mandò i file che erano stati riassunti in un articolo di "Fotografare". Ne uscì una tesina bibliografica dal titolo ""Emulsioni fotografiche a basso contenuto di Ag". Non si parlava ancora di digitale, semplicemente si usava meno argento del normale.

Ciapanna, matto come una cavalla! Chi se lo ricorda?Cool

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 21:35

Paolo tutte cose realizzabili con imboni fatiche e costi. Meglio il digitale
*****************************

Ah ma questo è assolutamente fuori discussione ;-)

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 21:38

E allora cosa stiamo a discutere ?
******************

Dell'estetica della fotografia chimica, non della presunta superiorità di un sistema sull'altro.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 21:46

Ciapanna, matto come una cavalla! Chi se lo ricorda?
********************

Me lo ricordo io caro Valerio, e dire che era matto come un cavallo è dire poco.
Per quale motivo poi le diapositive Kodak andavano esposte a 1/30? Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 23:27

Dunque Paolo è l'estetica che ti disturba, probabilmente influenzata dalle mode. Le alte luci bruciate digitalmente certo non aiutano, ma potresti essere più preciso per il resto? Per esempio, io trovo che troppa gente applichi troppo sharpening e troppo contrasto locale e mastrussi troppo curva e colori. Potrebbe essere questo?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 23:57

In verità è un insieme di cose.
Innanzitutto il colore... con la pellicola, in particolare con la diapositiva il colore, a parità di pellicola ovviamente, quello è e quello resta, col digitale invece varia a seconda del sensore.
E anche a parità di sensore se ci smanetto io tiro fuori un colore, se ci smanetti tu ne tiri fuori un altro, insomma si accumulano tante di quelle variabili da generare un caos totale.
La stessa cosa con le sfumature, in particolare nei chiaro-scuri, dove il passaggio, sui sensori è sempre netto, sali o scendi un gradino con la pellicola è una curva continua che ti porta in maniera uniforme di un estremo all'altro.
Ovviamente l'occhio di nessuno di noi è in grado di discernere la singola sfumatura, tuttavia se quest'occhio ha una memoria precedente al digitale tende a notare la differenza.

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2023 ore 0:13

Insomma a te non piace il porno che si può fare col digitale. Neanche a me piace ma si può fare anche altro, basta che paghi, come al solito, tempo e denaro. Poi impari e lo fai bene.

avatarjunior
inviato il 04 Agosto 2023 ore 3:27

Concordo con PaoloMcmix sulla resa del Kodachrome, specie il 25, stampato. Connubio perfetto con il Cibachrome ;-).

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2023 ore 6:59

Insomma a te non piace il porno che si può fare col digitale. Neanche a me piace ma si può fare anche altro, basta che paghi, come al solito, tempo e denaro. Poi impari e lo fai bene.
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In parte è così, in parte no.
È l'aleatorietà e l'estrema soggettività del risultato che mi lascia un poco interdetto, il non sapere con precisione quanto di quel risultato è veramente quello che hai visto e quanto invece è dovuto all'adrenalina che ti muove nel momento in cui inizi a manipolare il RAW.
Ti faccio un esempio banale: con la pellicola ci si regola secondo due regole empiriche, la prima è quella che tende ad adoperare come tempo di posa base il reciproco della sensibilità del film, quindi 1/30 con 25 ASA, 1/60 con 50 ASA, 1/125 con 100 ASA e via discorrendo; la seconda è quella del reciproco della focale, quindi 1/60 con un 50mm, 1/125 con un 100 mm, 1/250 con un 200 mm e via di seguito.
Queste due regole, limitate da un lato dalla non altissima sensibilità delle pellicole e dall'altro dall'esigenza di ricorrere almeno ai diaframmi intermedi, f 8/f 11, al fine di avere quel minimo di PdC atta a consentirti di essere al riparo dal pericolo rappresentato dagli errori di MaF, ti obbligano a un continuo equilibrismo fra due esigenze opposte: il tempo rapido per scongiurare il mosso e il diaframma chiuso per scongiurare gli errori di messa a fuoco.
Ciò comporta la conseguenza di non avere praticamente MAI la possibilità di regolare la coppia tempo/diaframma in maniera ottimale e dovrai quindi mediare fra un tempo di posa che ti consenta di aver fermo all'80-90% il tuo soggetto e un diaframma che ti consentirà, all'opposto, di avere solo il 70-80-90/% della PdC che realmente ti occorre.
Questo, in definitiva, concorre a quella vaghezza del risultato finale che deriva dal concetto della "coperta corta"... ossia: quello che guadagni da una parte, il congelamento del movimento, lo perdi dall'altra, sei sempre in debito con la PdC.
Il digitale passa oltre queste problematiche perché da un lato il tempo di posa è svincolato dalla sensibilità e dall'altro la PdC posso gestirmela come voglio visto che, nella peggiore delle ipotesi, faccio 35 fotografie variando la MaF e poi le fondo insieme!
La conseguenza ultima è la disponibilità del 100% di tutto quello di cui abbisogni.

In definitiva hai una totale approssimazione da una parte e la completa perfezione dalla parte opposta... e in ultima analisi è da questa ampia disponibilità di opzioni che deriva questo mutamento della estetica fotografica cui faccio riferimento nel titolo del thread.

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2023 ore 7:33

Una volta si diceva che il colore è un'opinione. Niente di più vero. L'estetica è un fatto legato ad un'opera, non ad un supporto. Mi pare assurdo parlare di estetica legandolo all'analogico piuttosto che al digitale. Cambia solo il supporto e le modalità operative. Dietro rimane il lavoro di una persona. Se una proposta cambia di valore a seconda del supporto su cui viene presentata, vuol dire che di valore ne ha poco di per sé. Come dire che una stessa opera pittorica cambia a seconda della cornice



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