RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Una semplice riflessione sull'estetica della fotografia chimica


  1. Forum
  2. »
  3. Tecnica, Composizione e altri temi
  4. » Una semplice riflessione sull'estetica della fotografia chimica





user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 10:53

Manca poco poi esisterà solo la fotografia con l'AI e noi saremo una nicchia

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 11:01

Buon giorno Paolo

è questo il libro? www.abebooks.it/servlet/BookDetailsPL?bi=22452060669&searchurl=sortby%

se intendo lo stile di foto a cui ti riferisci, io lo incontro quando sfoglio le vecchie riviste. in particolare il national geographic.
secondo me se si vuole fare una rassegna dall'analogico al digitale, un bell'esperimento è sfogliare i NG a cavallo tra fine anni 90 e inizio dei 2000

d'altra parte comprendo le caratteristiche che dici tu:
la sensazione di dinamismo, di frenesia vitale, di naturalezza, la poesia insomma che quelle immagini esprimono è qualcosa che al giorno d'oggi è semplicemente dimenticato, oserei anzi dire sconosciuto, perso com'è nell'oblio del tempo!


effetti molto belli, quasi sconosciuti oggi
anche i colori erano molto molto differenti da quelli di oggi

Saluti

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 11:31

Ciao Carlo, e buongiorno.

Precisamente amico mio, il volume è proprio quello ;-)
Per lo stile invece confermo le tue parole: nel senso che in quell'epoca il National Geographic Magazine era (e in un certo senso è ancora) il punto di riferimento assoluto per questo genere di fotografia.
A ulteriore conferma di ciò basti pensare che moltissimi dei fotografi vincitori, o premiati, nelle varie edizioni del Wildlife Photographer of The Year, guarda caso lavoravano, o collaboravano a vario titolo, col NGM.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 11:34

Manca poco poi esisterà solo la fotografia con l'AI e noi saremo una nicchia
*****************************

Temo esista già...

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 11:36

che anno?
***********

Anno di che?
Di pubblicazione del volume forse?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 12:12

Il problema, SECONDO ME, semplificando molto, è che ci sono 2 "gusti estetici":
1-dei "fotografi impegnati" (concedetemi la definizione) che hanno studiato composizione, tecnica, ci hanno investito tempo e fatica, "mettono tutto un discorso" dentro la fotografia, e questi sono un numero sparuto che si incontra in mostre, blog fotografici, circoli fotografici, fa mostre, ecc;
2-la stragrande maggioranza di chi guarda un' immagine e mette un like sul telefonino dopo uno sguardo veloce, rapido e superficiale, in genere preferendo l' effetto WHO (tramonto coloratissimo con supergrandangolo), alla quale, dell' immagine, non gliene frega niente (si potrebbe anche scrivere con le Z).

Quest' ultima categoria è quella che fa tendenza e mercato, non ci si può fare nulla.

Il gusto dei tanti "monelli" che ascoltano la musica per strada dal cellulare, è "ovvissimo" che sia diverso da quello di chi ha studiato al conservatorio. Anche qui i numeri sono diversi ed anche qui non ci si può fare nulla, il mercato è costituito, alla grande, dai primi.

E allora?
Io personalmente (ma sono fotoamotore e non professionista,,,e posso permettermelo) continuo per la mia strada cercando di fare le cose "per bene"; ossia che diano gratificazione a me e che vengano apprezzate dalle persone di cui ho stima (anche non fotografi, ovviamente).
Poi se rimarrò l' ultimo dinosauro...me ne farò una ragione, basta che abbia gli strumenti che me lo permettano.
Ovvio che un professionista DEBBA pensare in modo diverso! Purtroppo i fotoamatori scimmiottano i professionisti, ma gli scopi del prodotto fotografico sono diversissimi.

Arturo Benedetti Michelangeli (ho scritto bene!!!) era assolutamente contrario alla registrazione delle sue esecuzioni sostenendo che la fredda registrazione non avrebbe mai restituito la stessa emozione data dal vivo....
Lui poteva permetterselo!!!!

Meditiamo, gente, meditiamo!

Buona giornata a tutti.

user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 12:27

Pessimismo a mille! Ma godiamoci le cose come sono

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 15:08

è solo il mezzo tecnico a generare questa estetica diversa o è anche un cambiamento di gusto ormai generalizzato?
E questo cambiamento di gusto è irreversibile o è piuttosto una moda passeggera che, in quanto tale, cambierà di nuovo... più o meno a breve?


Caro Paolo credo che le due cose siano strettamente legate. Difficile stabilire chi influenzi cosa...

Il gusto, oltre che personale, è legato al tempo. E' inevitabile. Quando guardo i programmi della televisione degli anni '60 noto che sì hanno dei tempi televisivi ormai inaccettabili ma in quanto a contenuti non sono minimamente paragonabili a quello che si vede ora (ovviamente stravincendo, e ovviamente per parere personale). Eppure alla platea under 40 quel fare televisione non dice nulla. (Nota mia: purtroppo).
Forse è solo nostalgia, forse è il riconoscere che una volta gli autori televisivi erano persone di cultura e di spessore.

Per la fotografia non credo sia molto diverso.
Oggi si* decide se un'immagine 'piace' nell'arco di una frazione di secondo, il tempo di far scorrere col pollice lo schermo dello smartphone. Di conseguenza non ci* si sofferma sull'immagine nemmeno il tempo di coglierne i dettagli (non intesi come pixel) e chi fotografa per mostrare le sue opere deve adattarsi a questo modo di concepire l'immagine.

* perdonatemi se ho generalizzato, fortunatamente c'è ancora chi guarda le immagini alle mostre, stampate o anche se su un monitor osservando la fotografia e non semplicemente facendola scorrere.
Non c'è un meglio e un peggio, il digitale ha permesso a moltissimi, ma ...issimissimi, di usufruire di queste fotografie (ed è un bene) e ad altrettanti di farle, poi ognuno vivrà il fare fotografia come meglio crede.

[Anche se non magari non vi interessa, io scatto in analogico perché mi piace la lentezza con cui preparo lo scatto. Il controllo ripetuto della messa a fuoco (un rullino sono 12 scatti), la consapevolezza che ho 12 scatti su un rullo e non posso sprecarne o sbagliarne qualcuno. Ecco mi piace questo. Per il momento non sviluppo e non stampo ancora ma intanto l'ingranditore grazie ad una botta di c**o è arrivato, un massiccio Durst 900]

grazie per la lettura
Carlo

user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 15:58

Paolo all'inizio mi hai risposto così: L Beh Madrano basta guardare le millanta fotografie di uccelli, ora anche di insetti, in volo... non ne trovi una - che sia UNA - che presenta anche solo un minimo di mosso residuo neppure sulla punta delle ali!
Francamente sembrano tutte imbalsamate... senza contare che restituiscono la sensazione, assai sgradevole, di sembrare fatte di plastica.”
Guardando quelle del tuo profilo vedo poco nitido anche dove il nitido ci vorrebbe ( es due bulloni, acqua stagnante ). Se questo è il plus dell' analogico non ci siamo proprio

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 16:11

Guardando quelle del tuo profilo vedo poco nitido anche dove il nitido ci vorrebbe ( es due bulloni )
***********************************************

Eh... mi stupirei del contrario Eeeek!!!
Una scansione a tamburo, checché se ne dica, perde per strada il 40% delle informazioni presenti sull'originale... e non lo dico io che sono zero... lo afferma Henning Serger che ha dei condotto dei test specifici.
Uno scanner ottimo come il Nikkor Coolscan 5000 ED, col quale ho fatto scansionare le mie Velvia, perde per strada quasi il 55% delle suddette informazioni inoltre, nelle operazioni di riduzione della grana che altrimenti è esagerata, si perde altro dettaglio... quel che resta alla fine, credimi, è pure troppo!

Diciamo che sarebbe come se avessi ripreso la fotografia con una EOS 5 Ds, l'avessi proiettata con un videoproiettore da 5/6000 €, avessi rifotografato la proiezione con una Velvia e la diapositiva così ottenuta l'avessi infine proiettata col classico 85/2,8 ;-) non ci resta molto eh MrGreen

user109536
avatar
inviato il 03 Agosto 2023 ore 16:45

D'accordo ma allora come si guardano le DIA per apprezzarne in pieno le qualità? Proiettandole ? Ma con che proiettore e con che schermo ? Facendo delle scansioni, ma come? O si guardano con la lente ? Come si fa a vedere questa ipotetica superiorità rispetto al digitale ?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 16:59

Diciamo che quello che ho notato io della pellicola sul digitale, ma specialmente su MF più che su 35mm, è la "pastosità" maggiore dei colori e paradossalmente anche la maggior semplicità di gestione dei tempi, se prima scattavo a 1/250 piuttosto che a 1/125 la differenza in stampa della luce non era così marcata come ora.
Mi sembra che la pellicola sulla luce perdoni di più del digitale.
L'ultimo rullino l'ho fatto nel 2019 e le foto sono venute tutte perfette nell'esposizione anche senza preoccuparmi eccessivamente dei tempi. Ma non so se sia solo una mia impressione..

I tempi più rapidi di 1/2000 spesso non potevano essere usati in passato (specie prima degli anni 80) per via della difficoltà di emulsione della pellicola, anche di quelle professionali e si ricorreva a uso di filtri per le ottiche luminose

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 17:33

D'accordo ma allora come si guardano le DIA per apprezzarne in pieno le qualità? Proiettandole ? Ma con che proiettore e con che schermo ? Facendo delle scansioni, ma come? O si guardano con la lente ? Come si fa a vedere questa ipotetica superiorità rispetto al digitale ?
*************************************

Domanda facile, risposta asssi complessa!
In linea di principio una diapositiva si proietta, è quello, o almeno dovrebbe essere quello, il suo campo d'elezione, ma non è sempre stato così.
La Kodachrome, che di fatto è stata la prima diapositiva prodotta in serie al mondo, correva l'anno 1935, è stata ideata non certo per essere proiettata ma per andare incontro alle esigenze dell'alta editoria.
Infatti fino all'ultimo non è stata la dia più adatta alla proiezione proprio per via della scarsa saturazione cromatica, oltretutto la sua leggendaria resistenza allo scorrere del tempo è inversamente proporzionale al tempo trascorso a fare il suo mestiere... in altre parole se la proietti è la diapositiva che dura meno in assoluto!
Vuoi proiettare?
Bene... devi usare la Velvia!
Fra questi due estremi: Kodachrome da una parte e Velvia dall'altra, si muovono tutte le altre pellicole.

Con che proiettore?
Con quello che vuoi, ma se usi un Kodak, o più in generale un proiettore che NON ABBIA la lampada posta immediatamente dietro la diapositiva, è meglio!

Con che ottica?
Con quella che vuoi, ma devi sempre tenere in conto l'antico adagio della catena... che e forte quanto il suo anello più debole.
Ergo se riprendi con ottiche eccellenti devi proiettare con ottiche altrettanto eccellenti.
Quali?
C'è una vecchia discussione in cui si parla proprio di questo.

Con che telo?
Con quello che vuoi... ma ricordati che un telo opaco perdona qualche esposizione non perfetta, ma si prende il 25, a volte pure il 30% delle informazioni presenti sulla dia, al contrario uno lucido non perdona una esposizione che non sia perfetta, ma ridà quasi tutto ciò che offre la diapositiva.

Comunque, per un insieme di fattori che non sto a spiegare per non ammorbare l'aria, il massimo della qualità si ottiene:
1) in RETROproiezione;
2) nell'osservazione sul piano luminoso per il tramite di un loupe quantomeno ECCELSO, Schneider, Leica, Canon L et similia.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 17:50

Paolo domanda sciocca ma di cui non conosco la risposta (pur non essendo giovanissimo).
Prima dell'invenzione degli scanner come si riportavano le fotografie di qualità sui libri fotografici? Utilizzando le diapositive ma come?

Grazie e scusate l'OT

C.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 17:53

Eh Carlo, una volta me lo spiegò per sommi capi un tipografo... non c'ho capito un'ACCA!

Ricordo solo che era un procedimento estremamente complesso.

RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)



Questa discussione ha raggiunto il limite di 15 pagine: non è possibile inviare nuove risposte.

La discussione NON deve essere riaperta A MENO CHE non ci sia ancora modo di discutere STRETTAMENTE sul tema originale.

Lo scopo della chiusura automatica è rendere il forum più leggibile, soprattutto ai nuovi utenti, evitando i "topic serpentone": un topic oltre le 15 pagine risulta spesso caotico e le informazioni utili vengono "diluite" dal grande numero di messaggi.In ogni caso, i topic non devono diventare un "forum nel forum": se avete un messaggio che non è strettamente legato col tema della discussione, aprite una nuova discussione!





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me