| inviato il 09 Marzo 2018 ore 15:57
Benissimo! Ho la sensazione che la cosa sia interessante. |
| inviato il 09 Marzo 2018 ore 16:03
Grazie mille Matteo. Mi farà molto piacere vedere il tuo lavoro...un sito mi piacerebbe ma dopo due/tre tentativi sono in Standby. Stefano |
| inviato il 09 Marzo 2018 ore 16:32
Un consiglio. Quando realizzate un fotolibro, calcolate lo spessore del dorsetto. Il motivo è che se realizzate un impaginato con molte pagine, la misura del dorsetto può variare da pochi millimetri a centimetri e di conseguenza se c'è uno stacco grafico tra pagina destra e sinistra di copertina, si potrebbero avere brutte sorprese. Inoltre se sono molte pagine, tenersi abbastanza lontani dai margini, sia interni che esterni, perchè spesso si rifila il tutto per eventuali spostamenti in fase di stampa ed anche perchè le pagine interne, a secondo di come il tutto è rilegato, puo far risultare i testi molto vicini al dorsetto in interno pagina. Non esageratamente, ma cm 1 o 2 di aria di respiro dal dorsetto. Di norma sarebbe meglio lasciare maggior spazio bianco ai lati esterni. Se la rilegatura avviene con brossura, il problema è irrisorio, ma in rilegature più spartane è bene non tenersi troppo vicino ai margini interni dell'impaginato. Questo perchè una cosa e la rilegatura ad opuscolo ed una cosa è la brossura. Probabilmente se inviate un fotolibro al server avrete i loro layout pagina e probabilmente la rilegatura sarà a colla. Comunque giusto per un esempio di rilegatura brossura filo refe. Se è un fotolibro con foto a pieno formato, basta non lasciare piedi, mani, o quello che in dettaglio non corre il rischio di essere tagliato.
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| inviato il 09 Marzo 2018 ore 19:46
Ottimo fireshoot... |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 12:27
Io, da questa esperienza ho imparato che 1) organizzare il lavoro in cartelle. In una c'è la sequenza in rgb, l'altra (duplicata) in cui ci sono le immagini in cmyk. 2) chiedere subito a tipografia i profili da usare (fogra39, 52, ecc.) e quali sono i margini da utilizzare in base a rilegatura, e relative abbondanze per il vivo. |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 12:51
Confesso MatTeo che mentre mi diletto con l'impaginazione...con i profili arranco ed uso quelli standard. Stefano |
| inviato il 11 Marzo 2018 ore 13:35
Avere un rapporto con il grafico della tipografia o laboratorio digitale è sempre una buona procedura. Si possono evitare, in linea di massima, sorprese e risultati non desiderati anche se, per quanto riguarda me, sono il primo a chiedere il contatto con il cliente diretto e spiegargli cosa i suoi file produrranno. |
| inviato il 11 Aprile 2018 ore 9:37
Per info e completezza, visto che ho ascoltato i sugerimenti: Grazie, Taranis, grazie Matteo, alla fine ho "imparato ad usare" inDesign, ribaltato il progetto iniziale, mandato in stampa su blurb in doppia versione (standar ed economica) e fatto felici un paio di amici e parenti con una spesa abbordabile. Detto questo, consiglio a tutti prima o poi di imbarcarsi nell'avventura di impaginarsi un libro. Anche senza poi stamparlo eh... dico, solo per scontrarsi con la scelta di ordine, posizione, dimensioni. E' ancora meglio/più complesso di dover scegliere una serie di foto per un progetto o un portfolio, visto che c'è la variabile "dimensioni" in più. In sintesi, mi sono divertito |
| inviato il 11 Aprile 2018 ore 15:21
Non solo shambola, devi avere a che fare con un editing più "stretto" che per quello di una mostra, almeno per è stato così. Devi andare all'essenza, magari anche orientando il tiro diversamente, proprio per l anatura di essere libro. E sopratutto creare una sequenza che funzioni, pensare che foto singole affiancate debbano essere relazionate, un filo logico (o qualunque sia la tematica e l'impronta che vi si vuole dare), a binari molto più stretti che di una "semplice" esposizione. Per me, è da fare come esperienza. |
| inviato il 11 Aprile 2018 ore 15:21
Non solo shambola, devi avere a che fare con un editing più "stretto" che per quello di una mostra, almeno per è stato così. Devi andare all'essenza, magari anche orientando il tiro diversamente, proprio per l anatura di essere libro. E sopratutto creare una sequenza che funzioni, pensare che foto singole affiancate debbano essere relazionate, un filo logico (o qualunque sia la tematica e l'impronta che vi si vuole dare), a binari molto più stretti che di una "semplice" esposizione. Per me, è da fare come esperienza. |
| inviato il 11 Aprile 2018 ore 22:03
Personalmente amo molto il lavoro del fotolibro per completare tutto il discorso che c'è dietro ed intorno alle foto. Come dice giustamente Matteo è un pensare più ampio e con maggior respiro rispetto alla sola sequenza di scatti. E' un discorso di insieme, di vedere se tutto può funzionare costruendo scatto dopo scatto un percorso con un senso logico e non solo estetico. Ritengo che un discorso simile possa portare a risultati in cui il totale possa essere maggiore della somma dei singoli. Poi il solo spingersi oltre la fase di scatto e post produzione prolunga la goduria nel dedicarsi in qualcosa di cui si ha passione e tutto questo non ha prezzo e se poi ne esce un lavoro ben fatto è una soddisfazione che non ha prezzo. Stefano |
| inviato il 12 Aprile 2018 ore 8:32
“ Poi il solo spingersi oltre la fase di scatto e post produzione prolunga la goduria nel dedicarsi in qualcosa di cui si ha passione e tutto questo non ha prezzo e se poi ne esce un lavoro ben fatto è una soddisfazione che non ha prezzo. „ ti correggo, per me è stato discretamente faticoso, ho "goduriato" ben poco :). Però sì, ora ho in mano qualcosa che mi da molta soddisfazione, totalmente. Ma non è stata una passeggiata. |
| inviato il 12 Aprile 2018 ore 8:57
mi intrippa questa cosa, ho anche un progetto che si adatterebbe bene....devo ben capire se investirci davvero in qualche modo. |
| inviato il 12 Aprile 2018 ore 9:31
Finora ho usato solo blurb per la stampa dei fotolibri con l'app web bookify usando lo stile a tutta pagina. Con Gimp mi creo un'immagine con la dimensione in pixel esatta. Nel formato che uso più spesso la risoluzione è 3788 x 3263 pixel. Quando ho composto tutte le pagine faccio l'upload dei jpg. Ogni file deve stare dentro i 10 MB per cui quando salvo regolo i parametri per avere la maggior qualità possibile. All'interno di una pagina posso mettere una sola oppure varie foto affiancate. Uso sempre tutta la pagina, non lascio mai spazi vuoti. In questo modo ottengo risultati molto buoni. Per prossimo fotolibro vorrei provare ad usare il formato layflat. Non l'ho ancora mai usato. |
| inviato il 12 Aprile 2018 ore 9:57
@MatteoGroppi investi assolutamente del tempo. Anche se poi non lo mandi neanche in stampa. La "scoperta" è che è un'esperienza formativa formidabile. :) |
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